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Ritornano all'utile Veneto Banca e Popolare di Vicenza: le "letture" de Il Sole e del CorSera

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 30 Agosto 2014 alle 10:37 | 0 commenti

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Nordest, il ritorno all'utile delle popolari. La svolta nei conti di Vicenza e Veneto

di Stefano Righi, Il Corriere della Sera, da Venezie Post
Segnali di vita dal Nordest. Due tra i principali istituti di credito dell'area - la Popolare di Vicenza e Veneto Banca - sono tornati in utile nei primi sei mesi del 2014. Forse è presto per parlare di una ampia svolta, ma il segnale proveniente da una delle aree più dinamiche del Paese è incoraggiante. Veneto Banca aveva chiuso il 2013 con 96 milioni di perdita che sono diventati 8,39 milioni di utile al 30 giugno scorso. La Popolare di Vicenza, che aveva chiuso lo scorso anno con 26 milioni di rosso, è arrivata lo scorso giugno a imputare utili per 22 milioni di euro.

Il segnale è importante sia per l'economia dell'area, che per lo stato di salute dei due istituti, molte volte sul punto di unire le forze e sempre ostinatamente rimasti autonomi. Oggi più che mai, soprattutto dopo le corpose dosi di nuove azioni emesse, che da un lato hanno aumentato il numero dei soci (88.033 la Veneto, 106 mila la Vicenza), e dall'altro garantiscono un livello di solidità impensabile solo due anni fa: il fondamentale parametro Cet1, che la Banca centrale europea impone come minimo all'8 per cento, toccherà l'11,33 in casa della Veneto e il 12,6 a Vicenza. Percentuali a cui si è arrivati attraverso importanti operazioni sul capitale: Vicenza ha appena concluso un aumento da 608 milioni, 300 milioni arriveranno dai nuovi soci e 253 dalla conversione di un bond in azioni.
Se la Popolare di Vicenza procede nel segno della continuità - Gianni Zonin è presidente del 1996, Samuele Sorato direttore generale dal 2008 - per Veneto Banca i positivi risultati della semestrale sono il segno del nuovo corso. Dopo la tempestosa assemblea di aprile e l'intervento della Banca d'Italia, Veneto Banca è oggi presieduta da Francesco Favotto, mentre Vincenzo Consoli è direttore generale. L'istituto di Montebelluna è ripartito con slancio, ottenendo adesioni per il 95 per cento dell'offerta in un aumento di capitale che si annunciava delicato e che invece ha portato in cassa 475 milioni che, uniti al ricavato dalla cessione di Bim e di Ipibi, hanno reso più snella e capitalizzata la banca, che ha anche convertito in azioni un bond da 350 milioni di euro. I conti con il passato sono stati fatti dalla Banca d'Italia, che ha sanzionato i precedenti amministratori e sindaci per complessivi 2,774 milioni di euro, la cifra più alta mai comminata dopo Mps (10) e Banca Marche (4), più alta di Banca Carige (1,96).

 

Popolare Vicenza, il Cet 1 sale al 10,7%

di Luca Davi, Il Sole 24 Ore, da Venezie Post
Banca Popolare di Vicenza chiude il primo semestre in utile, rafforza i ratio patrimoniali in vista degli esiti degli esami della Bce, anche se vede aumentare le sofferenze.

Il gruppo bancario - uno dei 15 istituti italiani che sono sottoposti all'Aqr e agli stress test della Bce - ha archiviato i primi sei mesi dell'anno raggiungendo i 22 milioni di utile (contro gli 1,6 milioni di giugno 2013) grazie a una buona performance della gestione caratteristica. A migliorare è stato in particolare il margine di interesse che, al netto del contributo del portafoglio titoli, è salito del 13,1% (a 220 milioni circa) rispetto a giugno 2013. In miglioramento anche le commissioni nette, salite dell'8,7%, a 147 milioni. Sostanzialmente stabili appaiono invece gli oneri operativi (+0,9%) a 331,8 milioni. Nel complesso il risultato della gestione operativa sale così del 9% a 233,5 milioni.
Il buon esito dell'aumento di capitale da 608 milioni, realizzato ad agosto, ha permesso alla banca guidata da Samuele Sorato di portare il Cet1 ratio al 10,67%, oltre quindi l'8% richiesto dalla Bce. Se però all'operazione di rafforzamento patrimoniale si aggiungono gli effetti della campagna nuovi soci di 300 milioni di euro, già avviata, e il rimborso in azioni del prestito obbligazionario convertibile (253 milioni di euro) collegato all'aumento di capitale 2013, il CET1 ratio della banca si andrebbe a collocare al 12,6%. «Ci presentiamo all'esame della Bce con la fiducia e la serenità che deriva dall'importante rafforzamento patrimoniale», segnala in una nota il presidente Gianni Zonin.
La banca, che nel frattempo ha superato la soglia di 100 mila soci, può contare anche su un buon profilo di liquidità - il Liquidity coverage ratio è al 121% contro il 100% minimo richiesto da Basilea 3 -: un risultato quindi in linea con i nuovi requisiti che ha consentito nel mese di agosto di rimborsare anticipatamente 2 miliardi di euro di finanziamenti Ltro alla Bce.
La crisi continua invece a mordere duramente e a far peggiorare la qualità del credito. Le sofferenze nette verso clienti a giugno hanno toccato i 1,712 miliardi, con un aumento dello 0,62% sul totale crediti netti, passando così dal 5,07% di fine 2013 al 5,69% di giugno. Cala lievemente la relativa percentuale di copertura, che flette al 48,69% dal 48,74% di fine 2013.
Sempre sul fronte degli aggregati patrimoniali, se si riducono i crediti verso clientela (a 30,1 mld, -2,7%), cala anche la raccolta diretta, pari a 29,2 miliardi, in flessione del 7,6%.
In prospettiva, nel secondo semestre la banca prevede di proseguire nel «positivo trend del margine di interesse, grazie in particolare alle già avviate azioni di contenimento del costo del funding». Risultati «buoni» sono attesi anche sul fronte commissionale, soprattutto per effetto «del contributo positivo derivante dal risparmio gestito». «La banca ricorda che nel complesso «permane l'incertezza relativamente all'evoluzione del costo del credito». Tanto che sui livelli complessivi di profittabilità del 2014 del sistema bancario «potrebbero incidere gli esiti del Comprehensive assessment».


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