Durante il ricordo di oggi della vita e dell'azione del valdagnese Quirino Traforti, morto il 13 luglio 2014 e nato il 20 dicembre del 1928, Giovanni Caneva, curatore col "compagno" Giorgio Langella di "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori", il quinto volume della collana Vicenza Papers di VicenzaPiù, ha ricordato un episodio (Quirino, partigiano vero, a guerra finita si rifiutò, per iniziare a ricostruire la pace e il Paese, di fucilare fascisti veri lasciando il compito a finti antifascisti di comodo) che dovrebbe essere di lezione non solo a chi, come Claudio Cicero, gioca con stupidi gesti che hanno causato morti e tragedie al nostro Paese e al mondo (come la mano alzata sia pure non con... "angolazione fascista", si vede ma non basta per nulla a giustificarlo), ma soprattutto agli antifascisti di maniera e a giorni alterni.
Dopo mille trattative (mercanteggiamenti?) oggi con la cooptazione all'unanimità di Paola Marini (in fondo* le sue "referenze" di prestigio) si è finalmente completata la cinquina dei membri del cda della Fondazione Roi ingabbiata in uno statuto a dir poco riprovevole, che è stato lasciato in eredità dall'ultimo cda, i cui due membri più discutibili in quanto griffati Gianni Zonin, sono ancora lì (di fatto autonominatisi) e che mette ai margini, con un solo membro nel consiglio, il Comune di Vicenza, proprietario di quei musei civici a cui cui unicamente dovrebbe essere dedicata la creatura del marchese Giuseppe Roi: palazzo Chiericati, Museo del Risorgimento e della Resistenza e Museo Naturalistico Archeologico, a cui si possono aggiungere le attività museali del Teatro Olimpico, della chiesa di S. Corona e quelle della basilica Palladiana.Â
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«La prima non è buona. Il consiglio di amministrazione della Fondazione Roi, chiamato ieri a nominare i nuovi ruoli di presidente e vice, ha prodotto una fumata nera. Ovvero, nessuno dei quattro componenti del nuovo cda è stato indicato nelle figure di vertice, segno di uno stallo, che si è verificato in occasione dell'indicazione di un quinto componente»: così scrive il collega Gian Maria Collicelli sul CorVeneto facendo intuire, come previsto da noi su queste pagine in tempi non sospetti, che i due ex-consiglieri già in quota Zonin e ora imprudentemente (e impudentemente) rinominati, cioè Giovanna Rossi di Schio (Fai - Fondo ambiente italiano) e Mons. Francesco Gasparini (Diocesi di Vicenza), hanno fatto blocco "contro" i nuovi, il direttore dei musei civici del Comune Mauro Passarin (membro di diritto) e Paolo Menti (in quota Accademia olimpica).Â
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Fondazione Roi. Interrogazione dei consiglieri comunali Giovanni Rolando, primo firmatario e componente IV Commissione Cultura, Colombara Raffaele capogruppo lista "Quartieri al Centro" e presidente commissione di garanzia e controllo, il capogruppo PD Otello Dalla Rosa, la vicepresidente del consiglio Cristina Balbi Pd, il capogruppo lista "Coalizione civica", Alessandra Marobin Pd e Alessandro Marchetti Pd.Continua a leggere
"L'amministrazione comunale - ha dichiarato oggi il sindaco Francesco Rucco sull'ipotesi che il Comune di Vicenza possa esercitare il diritto di prelazione su Palazzo Thiene che verrà alienato dalla BPVi in Lca - vuole che il palazzo, sede storica della banca, e le sue pregiate collezioni ritornino alla città anche come un risarcimento morale, oltre che culturale, a Vicenza e ai suoi cittadini". Ma la strada da percorrere per questo obiettivo "a prescindere da chi acquisirà immobile e collezioni", un tutt'uno per i vincoli imposti dalla Sovrintendenza, deve tener conto della mancanza delle risorse economiche per gestire un nuovo museo, che, quindi, per il sindaco sarebbe auspicabile che divenisse "un polo espositivo dello Stato".
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L'attività del Cda della Fondazione Roi, presieduto dal prof. Ilvo Diamanti, si è conclusa la scorsa settimana con l'abbandono, momentaneo, dei lavori da parte di tre suoi componenti i quali, facendo mancare il numero legale, hanno chiaramente manifestato l'intenzione di boicottare la decisione di avviare un'azione di responsabilità nei confronti del precedente presidente Gianni Zonin per i gravissimi danni causati a quella istituzione culturale benefica fondata dal marchese Giuseppe Roi (foto). Tra l'altro il presidente Diamanti ci aveva provato, dice lui, anche in precedenza ma sempre invano.
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Non capisco che razza di città è questa: sparisce una banca, la Banca Popolare di Vicenza, con 118.000 soci, vanno in rovina famiglie, singoli, attività imprenditoriali, e non si riesce ancora a mandare sul banco degli imputati coloro che sono chiaramente responsabili di un dramma sociale ed economico che ha devastato la nostra provincia. La reazione dei soci danneggiati? Tutto sommato tranquilla. Stranamente tranquilla rispetto ai danni enormi subiti. Si spera ancora nella Magistratura, per capire se un minimo di giustizia possa essere fatta, e nella Politica per recuperare qualcosa del risparmio andato in fumo.
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La Fondazione Roi è certamente una istituzione privata, ma la sua mission, chiaramente delineata nello statuto originario voluto dal fondatore Marchese Giuseppe Roi, era tutta rivolta a curare i musei civici di Vicenza. Per questa sua funzione, la Fondazione è stata un elemento importante della storia culturale di Vicenza negli ultimi venti anni. Purtroppo, nell'ultimo decennio essa ha dovuto subire le conseguenze della drammatica gestione della Banca Popolare di Vicenza trovandosi coinvolta in uno strano e incauto acquisto di azioni che oggi non valgono più nulla.
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Ieri notte ("Giovanni Carlo Federico Villa "fuori" dalla Fondazione Roi, lo comunica Rucco: dove la porterà il nuovo statuto con cda in parte uguale al vecchio? E azioni di responsabilità ?"), a margine della notizia della tardiva "uscita" di Giovanni Carlo Federico Villa dal cda della Fondazione Roi, scrivevamo che "nella convocazione dell'ultimo cda dell'era segnata da Gianni Zonin e, purtroppo, in buona parte perpetuata dall'ultimo presidente Ilvo Diamanti, che ha dovuto, volente o nolente, gestire un consiglio a maggioranza zoniniana, viene data conferma implicita dell'approvazione del nuovo statuto della Roi, già avvenuta senza aver sentito il Comune di Vicenza di fatto destinatario e beneficiario unico con i suoi Musei Civici delle volontà del marchese Giuseppe Roi".
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Lo scorso dicembre il Teatro Comunale di Vicenza ha festeggiato il proprio decennale e lo ha fatto nel migliore dei modi, chiudendo una stagione da 200 eventi ai quali l'affluenza è sempre stata sopra le aspettative. Con gli esauriti (sold out) che non si contano più si parla addirittura di un numero totale di pubblico che si avvicina a quello delle popolazione intera di Vicenza. Un risultato straordinario. Ma la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza non ha certo intenzione di adagiarsi.
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