La Fondazione Roi è certamente una istituzione privata, ma che doveva rivolgere, da quanto si legge nello statuto originario, tutta la sua attenzione ai Musei civici di Vicenza (anzi Museo Civico al singolare, ndr). Quindi, in qualche misura, svolgeva una attività pubblica. Poi tenendo, giustamente, conto degli accadimenti della ormai scomparsa Banca Popolare di Vicenza che hanno influito non poco sulla stessa Fondazione, non si può non riconoscere che in buona misura questa Fondazione diviene un elemento importante della storia di Vicenza degli ultimi 20 anni (nella foto da sx Diamanti, Grossato e Valmarana i tre ultimi membri desiganti dalla BPVi insieme agli altri 4 scelti da Zonin, ndr).
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È stata inaugurata venerdì 1 giugno nelle sale ipogee di Palazzo Chiericati a Vicenza, e sarà  aperta al pubblico da domani sabato 2 giugno negli orari di visita del museo, l'esposizione della prestigiosa collezione di giocattoli industriali di piombo e latta d'epoca dei coniugi torinesi Anna Rosazza e Giancarlo Cavalli. L'iniziativa, voluta e promossa insieme all'Assessorato alla Crescita del Comune di Vicenza, è resa possibile grazie al contributo della Fondazione Roi.
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Non è da ora, dopo aver letto quanto pubblica Il Corriere del Veneto (e riporta VicenzaPiu.com, ndr) sul futuro della Fondazione Roi, che ho non poche perplessità circa le scelte, già ventilate nel passato e ora ritrovate nell'articolo sopra citato. La mia visione di tutto quanto è avvenuto nella Fondazione in questi ultimi anni, parte da una cosa che ritengo fondamentale: il rispetto assoluto della volontà del marchese Giuseppe Roi. Quindi considero basilare il ripristino della mission contenuta nello statuto: la cura dei musei civici di Vicenza.
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Giovedì 19 ottobre la Società del Quartetto di Vicenza inaugura una nuova stagione di concerti al Teatro Comunale di Vicenza ospitando la Kremerata Baltica, una fra le più rinomate orchestre da camera del panorama internazionale che per l'occasione arriva a Vicenza accompagnata dal ventitreenne pianista coreano Seong-Jin Cho. Il programma della serata ha come filo conduttore la Polonia, terra spiccatamente "musicale" che fra i tanti personaggi illustri ha dato i natali anche a Fryderyk Chopin.
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Anche la Sovrintendenza alle Belle Arti conferma di non considerare la Basilica Palladiana un "museo" ma un monumento la cui integrità artistica e culturale va tutelata e preservata anche in termini di fruibilità estetica e visiva quando, per decisioni diverse, diventa, come l'ha definito ieri il sindaco Achille Variati, un "prezioso contenitore" per una mostra temporanea, come quella di Van Gogh. Ma, se i cda della Roi a guida Gianni Zonin hanno elargito fondi solo in minima parte al "museo civico", come il marchese Giuseppe Roi definisce nello statuto, e al singolare, palazzo Chiericati come destinario delle attività della Fondazione a lui intitolata, non è da meno nel suo comportamento, diciamo, discutibile, il nuovo cda a trazione Andrea Valmarana e a guida Ilvo Diamanti.
Sul caso "caldissimo", e perciò evitato da chi "conta" a Vicenza, della Fondazione Roi ho "scambiato" in queste, per fortuna, non troppo torride ore di Ferragosto delle considerazioni con una persona la cui cultura, per altro anche accademica, è indiscutibile e la cui determinazione è altrettanto fuori discussione ma di cui tralascio il nome perchè, d'accordo con la stessa persona, non vorremmo che il suo nome distraesse l'attenzione dal focus dell'argomento dele nostre conversazioni. La mala gestio passata della Roi è aggravata, infatti, dalla mancanza di trasparenza complessiva che dimostra l'attuale cda, guidato mediaticamente, e al di là della formale presenza del terzo membro in quota stautaria BPVi, Giovanna Grossato, dal presidente Ilvo Diamanti ma il cui uomo forte è Andrea Valmarana.
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Finita la festa, non resta che portare a casa una proprietà , quella "nuda" del Torrione di Porta Castello, che non potrà essere usata, ma solo iscritta nel libro del patrimonio del Comune di Vicenza a riempire qualche casella vuota dopo le cessioni compiute e da compiere di veri e produttivi patrimoni. Sarà come nelle famiglie di un tempo che conservavano gelosamente un patrimonio, gioielli ecc., che non rendeva nulla, ma faceva fiera la famiglia stessa. A differenza,però, il Comune non potrà , come ha fatto per le Quote autostrade, disfarsene, per far cassa. Ben difficilmente il proprietario attuale sarò disponibile a ricomprarsi il bene.
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Pubblicato il 28 luglio 2017, integrato col testo mancante per un problema tecnico, di cui ci scusiamo, il 29 alle 12.08. Il direttore di VicenzaPiù, Giovanni Coviello, dopo tre richieste alla Fondazione Roi senza esito (anzi, peggio, senza risposta alcuna) prima al cda presieduto da Gianni Zonin, poi a quello con Ilvo Diamanti e Andrea Valmarana sulla tolda di comando, si è rivolto alla Regione Veneto a cui le Fondazioni “rispondono†sulla base del suo interesse diretto ad avere gli atti dell'ente voluto dal marchese Giuseppe Roi. Oltre che come giornalista, soprattutto come direttore denunciato, a spese della Fondazione, per almeno un milione di euro di danni dall’ex presidente per aver rivelato e denunciato gran parte dei fatt(acc)i che mano a mano ora diventano noti ai più.
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Pubblicato il 26 maggio alle 23.31, aggiornato il 28 maggio alle 20.01. «Nel Registro Regionale delle Persone Giuridiche, istituito con deliberazione della Giunta Regionale nr. 112 del 19 gennaio 2001 (pubblicata nel B.U.R. n. 22 del 6.03.2001), sono iscritti, con l'attribuzione di un numero d'ordine progressivo, gli Enti privati (Associazioni, Fondazioni, Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza depubblicizzate, Regole, ecc.) cui sia stata attribuita la personalità giuridica di diritto privato, che operino nelle materie attribuite alla competenza regionale e le cui finalità statutarie si esauriscano nell'ambito della Regione Veneto»: così, per legge, è scritto nel Registro della Regione Veneto che al n. 333 delle 833 tra Associazioni, Regole e Fondazioni di competenza, di cui alcune in via di cancellazione, annovera la "Fondazione Giusepe Roi" con sede a Vicenza in Contrà S. Marco 37, iscritta al tribunale di Vicenza al n. 89 con C.F. 95021110242 e riconosciuta il 3 novembre 1988.
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