Non contenti di aver promosso un ulteriore conflitto, volendo impedire di fatto alle ditte orafe di Israele di partecipare alla Fiera dell'Oro di Vicenza, alcune organizzazioni rincarano la dose, mostrando una vera e propria avversione che finisce con il rinfocolare quell'antisemitismo che sembrava un po' scomparso dall'Europa, ma che invece, sotto forma di antisionismo, vive nei cuori e nelle menti di diverse organizzazione, tra cui una (Pax Christi) che si richiama alla Pace in quanto tale, ossia a Gesù Cristo, mettendolo nell'agone delle dispute e delle guerre, dimentichi che Cristo " Gesù non era Spartaco, non era un combattente per una liberazione politica, come Barabba o Bar-Kochba.
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Il Presidente Napolitano, che di certo non è tra i miei preferiti, qualche goccia di saggezza l'ha profusa quando disse "È necessario combattere con successo ogni indizio di razzismo, violenza e sopraffazione contro i diversi, e innanzitutto ogni rigurgito di antisemitismo, anche quando si traveste da antisionismo" e aggiunse che "Antisionismo significa negazione della fonte ispiratrice dello Stato ebraico, delle ragioni della sua nascita, ieri, e della sua sicurezza oggi, di là dai governi che si alternano alla guida di Israele".
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Un estratto da Linkiesta dell'ultimo libro dell'attivista italiana Vera Pegna, "Autobiografia del Novecento". L'autrice, di origine ebraica, è però da sempre una sostenitrice del popolo palestinese. Israeliani e palestinesi possono convivere e lo Stato Unico è, in realtà , in fase avanzata di gestazione.
Vera Pegna è di origine ebraica, ma nata e cresciuta ad Alessandria d'Egitto; è una traduttrice, attivista e scrittrice italiana. Recentemente è stato pubblicato il suo ultimo libro, Autobiografia del Novecento.
Alla luce della nota letta su questo stesso mezzo mi chiedo che cosa sia il pacifismo e credo di capire che non è quello che sigle sindacali o religiose si ostinano a propinare. Non è quello che nasce da una tavola rotonda, è qualcosa di più intimo, di più profondo, è quella cosa che ti dà il senso di migliorare il proprio spazio interiore fino al punto di rivalutare la tua anima e l'anima di chi ti sta intorno. E' quello che mi hanno trasmesso Walter Arbib, grande uomo ebreo di origine libica-tunisina al quale è stato assegnato a Venezia, il 28 aprile 2018 il Leone d'Oro per la pace, Steve Maman un ebreo marocchino che da solo ha riscattato circa 140 iazide dall'Isis e, da quello che ho appreso da Maurizio Scelli, assegnatario della Targa d'Oro del Leone di Venezia.
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Come anticipato qui da Edoardo Pepe il Leone d’Oro per la Pace nel Mondo, che vale anche il titolo di Ambasciatore nel Mondo 2018, è stato assegnato la sera del 28 aprile al Comm. Walter Simon Arbib (al centro nella foto) con protocollo n. 40300 del 8 marzo 2018 della Camera dei Deputati e con protocollo 40301 dell’8 marzo 2018 al Cav. Giovanni Rana (il secondo da sinistra). Walter Arbib è intervenuto con un commento lungo e articolato in un dibattito su VicenzaPiù, alcuni anni fa. Conosco solo di riflesso e soprattutto come consumatrice il Cav. Rana, conosco invece Walter Arbib e so che è una persona straordinaria.
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Da un'Ansa delle ore 13 di oggi 18 marzo 2018: si apprende che "Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato che le forze siriane alleate della Turchia hanno preso il controllo del centro di Afrin e cacciato i combattenti curdi. Un alto funzionario curdo-siriano ha smentito.". Vero o falso è irrilevante, quello che è rilevante è il disinteresse della comunità internazionale e il silenzio assoluto dei "pacifinti" o pacifisti presunti. Pacifisti e pacifinti che da quarant'anni vomitano veleno nei confronti di Israele (qui la photo gallery dei curdi in fuga, ndr)
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Il direttore di VicenzaPiù mi ha chiesto se volevo scrivere sul Gay Pride di Tel Aviv 3 la mia intenzione era di accontentarlo con un confronto fra rabbini. Mi sono documentata un po' sul libro Levitico (che fa parte dell'Antico Testamento) e sulla Torah. Non sono una grande conoscitrice di testi sacri, ma ho capito subito che avevo bisogno di tempo per il mio intento, per mettere a confronto alcune scuole di ebraismo su un argomento sul quale ci sono state molte dispute, grandi dibattiti e non poche divisioni. Ci proverò in futuro, sia con Rabbini Italiani "tradizionali" (già a questa mia affermazione avranno qualcosa da ridire), sia con gli Haredim (se vorranno parlare con me, tra le mie amicizie ne ho qualcuno che mi sopporta e mi concede scambi di opinioni, ma non è poi così semplice...), sia con Riformisti e con i Lubavitch. Sarà forse, se ci riuscirò, l'unica volta in cui io mi asterrò dall'esprimere alcun commento personale.
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