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Fusione BpVi con Veneto Banca? Bankitalia riaccende il risiko popolari

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 9 Gennaio 2014 alle 16:23 | 0 commenti

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di Roberta Paolini, tratto da Nordest Europa - Veneto Banca sarebbe opportuno si cercasse un partner. La notizia anticipata oggi dalle colonne del Corriere del Veneto ha riaperto (ed è la seconda volta in meno di un mese) il risiko delle popolari. Ovviamente le due dirette interessate e nuovamente oggetto di suggestioni da promessi sposi non replicano alle fantasie di ipotetiche fusioni.

Dal quartier generale di Montebelluna non è uscito nessun commento ufficiale. L’unica cosa che è stato possibile sapere è che la banca sta lavorando alle controdeduzioni da presentare a Bankitalia per replicare alla relazione ispettiva. Fine.
La Vicentina, che ha appena chiuso un aumento di capitale da 100 milioni dedicato ai nuovi soci, invece, si è affidata alle parole dell’intervista rilasciata da Gianni Zonin a fine anno a Il Sole24ore. In cui il presidente della Bpvi non nega perentoriamente sia da escludere un’aggregazione con Veneto Banca. La risposta a domanda diretta è: «Entrambe siamo popolari e non quotate, e questo favorirebbe l'operazione. Il problema è che siamo presenti negli stessi territori». Cosa verissima, anche se poche righe prima Zonin aveva anche detto che nei territori di Marche e Puglia la Vicentina è presente con due soli sportelli (mentre l’istituto guidato da Vincenzo Consoli per pura casualità, in quelle due regioni è presente con la ex Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, incorporata ora in Veneto Banca, e con Bancapulia). E si potrebbe anche aggiungere che qualsivoglia valutazione su opportunità di integrazioni (soprattutto che riguardano banche medie e per di più popolari) assumerà una diversa conformazione proprio per il fatto che è imminente l’asset quality review della Bce, che lo scenario bancario italiano per forza di cose lo muterà. Ma, ca va sans dire, sono solo illazioni giornalistiche senza fondamento.
Al quadro va poi aggiunto che Vincenzo Consoli, alla vigilia di Natale nell’incontro con i giornalisti, aveva apertamente detto che la “sua” banca avrebbe mantenuto una strategia stand alone. Anche se Bankitalia, è scritto apertamente nel secondo Supplemento al documento di registrazione depositato in Consob, ovvero il documento che esplicita come informazioni rilevanti per i risparmiatori, che banche e società emittenti titoli di risparmio devono pubblicare, «ha chiesto al consiglio di amministrazione di valutare ipotesi di integrazione con altri istituti».
Per le popolari non è un momento felice, la Popolare di Marostica ha una serie di tensioni legate alla goverance ed al reperimento di un partner, e popolare Etruria, su cui ci sono rumors di un interessamento della Bpvi, ha ammesso apertis verbis che non può più proseguire da sola. Insomma la situazione è molto fluida.
Anche a Veneto Banca sono stati mossi rilievi importanti in fatto di governance (ritenuti infondati dallo stesso istituto). Via Nazionale, si legge ancora, « ha notificato agli interessati l’avvio di un procedimento amministrativo sanzionatorio per alcune ipotesi di violazione delle previsioni del Testo Unico Bancario, per irregolarità connesse alle sopra citate carenze, nonché ad operazioni in conflitto di interesse e a finanziamenti per acquisto azioni proprie. Il Consiglio di Amministrazione di Veneto Banca riunitosi il 17 dicembre 2013 al fine di discutere ed approvare le considerazioni dell’Emittente in ordine ai rilievi ispettivi ha formulato le proprie controdeduzioni ritenendo infon-date le contestazioni a fondamento del procedimento sanzionatorio».
La priorità per Montebelluna, per ora, è portare a dama il piano di rafforzamento patrimoniale. Come si legge nel documento è stato avviato l’iter di conversione in azioni del prestito obbligazionario convertibile di 350 milioni, emesso il  22 febbraio 2013, il cui impatto sul patrimonio si stima pari a circa 135 basis points di CET1 (Common Equity Tier 1). Il passo successivo è previsto per febbraio 2014, mese in cui il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente delibererà formalmente la conversione.
Inoltre è stato dato mandato alla banca d’affari Rothschild per il reperimento sul mercato dei possibili soggetti interessati all’acquisto della partecipazione di controllo (pari al 71,388%) di Banca Intermobiliare. 
Da questa cessione dovrebbe arrivare un beneficio per altri 100 punti base. Infine c’è il capitolo non performing loans, un portafoglio di circa 250 milioni di euro, di cui circa la metà è già stata ceduta.
«Il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente (Veneto Banca ndr.) – si legge nel secondo Supplemento -  a tale riguardo, ha fissato come obiettivo il raggiungimento del 9,5% di CET1 entro il 30 giugno 2014, valore tale da mettere in linea il Gruppo con i valori di benchmark definiti dalla BCE». Ma c’è un passaggio in cui l’idea di altre misure, che possono voler dire tante cose, è tuttavia accennata. Il cda, si legge ancora nel documento «pur ritenendo sufficiente il suddetto programma di rafforzamento patrimoniale per garantire a Veneto Banca la solidità richiesta dai nuovi è più stringenti parametri, si è riservato di valutare l’opportunità di adottare in futuro eventuali ulteriori misure».
Che si tratti di possibili fusioni?

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