Quotidiano | Categorie: Politica

Dissesti idrogeologici in Veneto, il Pd: bisogna davvero cambiare passo

Di Edoardo Andrein Lunedi 4 Agosto 2014 alle 17:28 | 0 commenti

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“Bisogna davvero cambiare passo e realizzare queste opere fondamentali per la sicurezza dei veneti”. Il Partito Democratico vicentino, tramite le parole del consigliere regionale Stefano Fracasso e del deputato Federico Ginato, riporta l’attenzione sulla necessità di realizzare interventi di prevenzione contro il dissesto idrogeologico, esprimendo cordoglio per le vittime della tragedia di Refrontolo, nel trevigiano, dove a causa di una valanga di fango sono morte quattro persone e due ferite gravemente. Di seguito la dichiarazione congiunta rilasciata sulla situazione degli interventi da attuare.  

“La fragilità del nostro territorio si è presentata ancora una volta in modo drammatico davanti ai nostri occhi. Servono interventi concreti, subito. Bene quindi i 570 cantieri previsti con il decreto Sblocca Italia, ma ci sono anche i fondi stanziati nell’ultimo bilancio regionale da utilizzare e un accordo di programma Ministero-Regione del 2010 per realizzare 64 interventi per un investimento di 45 milioni. Di questi ultimi ad oggi purtroppo pare che solo una decina siano stati cantierati. Siamo vicini alle famiglie delle vittime e dei feriti e a tutta la comunità di Refrontolo. Purtroppo questo episodio, al di là di quali saranno le cause specifiche che verranno accertate, assieme ai tanti altri danni che il maltempo ha portato nella nostra regione in queste settimane ci ricorda che viviamo in una terra fragile, che deve essere curata e tutelata. Dobbiamo capire che questa è la priorità. La Regione deve utilizzare quanto stanziato con l'ultimo bilancio regionale, nel quale per la difesa del suolo sono stati messi 90 milioni di euro proprio per rispondere agli interventi più urgenti. E deve dare seguito all’accordo di programma siglato con il Ministero dell’Ambiente nel 2010. Dei 64 interventi previsti sembra che purtroppo ad oggi nessuno sia stato concluso e che solo una decina o poco più sia in corso d’opera: il che vorrebbe dire che tutti gli altri sarebbero ancora in progettazione o in fasi addirittura precedenti. Ci sono quindi risorse e possibilità che vanno utilizzate subito per non ritrovarci a dover sempre intervenire dopo, quando è troppo tardi”.


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