Sul caso Pfas un fatto, che nessuno sottolinea perchè tragicamente tipico in questa Italia in dissoluzione se non nei proclami che ci dispensano "ogni altro giorno" i premier rottamandi e post Dalema alla Matteo Renzi, i governatori di regione scivolosi e post Galan alla Luca Zaia e i sindaci e presidenti di provincia "ignoranti" (del flop BPVi, del fumo di Matteo Quero e dei silenzi omertosi di Antonio Bortoli) e post Hüllweck e Schneck alla Achille Variati, è l'assenza di una voce forte e attendibile, quella delle Istituzioni, che dicono, blaterano e si rimbalzano le responsabilità , se ne hanno, o amplificano i timori della gente, se ce ne fosse motivo. Premier, governatori e presidenti di provincia non fanno nulla o non fanno abbastanza in base a dati scientifici e a leggi certe per evitare o gestire i problemi, se ci sono, per smentirli, se non ci sono, per zittire, se sbagliano, o dar voce, se hanno ragione, ai loro colleghi politici, esperti in tutto, dalla finanza all'inquinamento, ma, comunque, sempre in ritardo sui fatti e sempre all'inseguimento della pancia della gente.
Roberto Galvanin, operaio dell'azienda Stefani sottoscrive l'appello di Luc Thibault al quale sono già arrivate altre adesioni: "Anch'io sottoscrivo l'appello di Luc Thibault delegato USB e del sindacato USB. Voglio aggiungere che e' veramente singolare che il sindacalista della CGIL Agostino Di Maria (vedi qui) si autoproclami difensore dei lavoratori a differenza del sindacato USB, tutto intento a suo parere, a difendere interessi di bottega. Continua a leggere
Riceviamo da Giorgio Langella e pubblichiamo - Voglio essere sincero, quando ho ascoltato la telefonata tra Vendola e Archinà sull'ILVA mi è venuto un sussulto di disgusto misto a vergogna. Vergogna per i protagonisti della telefonata che se la ridono di un fatto inquietante come quello di togliere il microfono a un giornalista colpevole di aver fatto una domanda “provocatoria†a Emilio Riva. E la “provocazione†era quella di voler chiedere qualcosa sui morti dell'ILVA.
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Luc Thibault, delegato Rsu/Usb Greta Alto vicentino - Avevamo scritto un articolo intitolato “ILVA, Veneto e Sel†e dopo le “rivelazioni telefoniche†di Vendola crediamo sia un dovere come sindacato di precisare alcune cose. La “telefonata†intercorsa tra il Presidente della Regione Niki Vendola ed uno dei massimi dirigenti dell’Ilva di Taranto, riportata da alcuni organi di stampa, non ha suscitato in noi tanto scalpore visto che da molto tempo, USB denuncia in ogni modo le profonde e diffuse connivenze e complicità di cui ha goduto e continua a godere il “SISTEMA RIVAâ€, dentro e fuori lo stabilimento.
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Giorgio Langella, segretario regionale PdCI - lva: si è dimesso il cda. Lo ha fatto a seguito del sequestro di 8,1 miliardi di euro disposto dal gip di Taranto ai danni del patrimonio della famiglia Riva (i proprietari dell'Ilva). E subito scattano le minacce. Infatti fonti dell'Ilva sottolineano che, così, "sono a rischio 24 mila posti di lavoro diretti, 40 mila con l'indotto".
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Giorgio Langella, segretario regionale PdCI Â - Â Ai padroni della Ilva, componenti della famiglia Riva, sono stati sequestrati beni per 8,1 miliardi di euro. Guadagni dovuti ai mancati investimenti per ridurre l'inquinamento. La notizia evidenzia che la famiglia Riva possiede ricchezze impensabili, che padroni come quelli dell'Ilva non hanno nessuno scrupolo di guadagnare a spese dei cittadini, che la truffa e l'abuso sono metodi che, per personaggi come i padroni dell'Ilva, sono normali.