Opinioni | Quotidiano |

Un altro governo deciso dall'alto

Di Citizen Writers Venerdi 14 Febbraio 2014 alle 11:41 | 1 commenti

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Riceviamo da Giorgio Langella e pubblichiamo - Oggi Enrico Letta “salirà al colle” e rassegnerà le dimissioni da presidente del consiglio al capo dello Stato. È stato sfiduciato dal Parlamento? No, è stato, semplicemente, licenziato dal suo partito, quel PD comandato da qualche mese da Matteo Renzi “il rottamatore”.

La carriera di Renzi è straordinaria: concorrente alla “Ruota della Fortuna” di Mike Bongiorno, poi presidente di Provincia, poi sindaco di Firenze, quindi segretario del PD. Adesso sarà lui, con ogni probabilità, a essere nominato Presidente del Consiglio dei ministri da Giorgio Napolitano. Ieri, in perfetto stile democristiano, dopo aver affermato più volte (nelle settimane scorse) che non era interessato alla poltrona di palazzo Chigi, Matteo Renzi ha “ringraziato” Letta, lo ha licenziato e ha fatto cadere il governo. Tutto con il voto della direzione del suo partito (che poi è anche il partito di Letta). I membri della direzione del PD hanno dimostrato un “grande coraggio” e hanno approvato quello che voleva Renzi a larghissima maggioranza. Flebili le voci contrarie, più sussurri che grida. Ci sono state plastiche giravolte e voltafaccia impressionanti rispetto alle posizioni dichiarate e riaffermate da “autorevoli esponenti” di quel partito anche negli ultimi tempi. Con la schiena piegata si sono prontamente adeguati (senza tentennamenti) ai voleri del loro segretario. Il risultato di questo voto è che il governo se ne andrà senza essere sfiduciato dalle Camere. Il parlamento, di fatto, non conta più nulla. Ma, allora, come può un parlamento che non conta nulla continuare ad esistere? Come possono questi parlamentari nominati con una legge elettorale dichiarata incostituzionale nelle sue parti fondamentali legiferare su una nuova legge elettorale (concordata tra Renzi e Berlusconi fuori dal parlamento) e su modifiche che stravolgeranno la Costituzione? C'è qualcosa di democratico in tutto questo? Se c'è è molto difficile vederlo. Diciamo che con questa ulteriore umiliazione del Parlamento, che è l'ennesimo insulto alle normali regole democratiche di un paese civile, si vuole definitivamente affermare che l'Italia deve essere guidata da gente non eletta da nessuno e che le decisioni devono essere prese in luoghi differenti da quelli previsti dalla Costituzione.

Dopo due governi definiti “tecnici” (Monti) e di “larghe intese” (Letta),  imposti da decisioni “presidenziali” sicuramente non frutto di dibattito parlamentare, si va ad un'altra esperienza di “governo extraparlamentare”. Questa volta con un presidente “nuovo” e “moderno”, quel Matteo Renzi che agisce e si comporta come i vecchi caporioni democristiani che hanno governato il paese per tutta la cosiddetta “prima repubblica”.

Per evitare tutto questo, una soluzione ci sarebbe. Sarebbe la più normale, la più logica. Si vada ad elezioni subito, con la legge proporzionale che è il risultato della cancellazione delle norrme del “porcellum” dichiarate incostituzionali. Senza timori. Si ritorni ad essere un paese normalmente democratico e si ridia la possibilità ai cittadini di eleggere i propri rappresentanti, senza premi di maggioranza, senza assurdi sbarramenti che impedirebbero a milioni di elettori di essere rappresentati in Parlamento.

Sarebbe semplice. Ma Napolitano non vuole e afferma che, andare a votare, sarebbe “una sciocchezza”. Lo ha deciso lui, non ci sono discussioni. E così ci troveremo un altro governo deciso dall'alto che si presenterà davanti a un parlamento inutile che non conta niente.


Commenti

Inviato Venerdi 14 Febbraio 2014 alle 14:52

Quando tutti gli italiani chiedono un cambiamento vero nella politica, criticare ferocemente e sfasciare diventa lo sport degli opportunisti politici.
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