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Thibault: contro il fronte unico Cgil-Cisl-Uil/Confindustria si impone un fronte unico dei lavoratori!

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 29 Gennaio 2014 alle 20:52 | 0 commenti

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Luc Thibault, Delegato RSU/USB GRETA ALTOVICENTINO - Venerdì 10 gennaio 2014 è giunta la firma finale di Confindustria e Cgil-Cisl-Uil sul Testo Unico sulla Rappresentanza Sindacale. Una data che non dimenticheremo facilmente. La quadruplice alleanza, per inteso CGIL, CISL, UIL e CONFINDUSTRIA, hanno stipulato l'accordo esecutivo di altri due provvedimenti nefasti, quali l'Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011 ed il Protocollo 31 maggio 2013.

Un testo che recepisce quanto era già stato definito nelle linee guida degli accordi precedenti, ma che fissa le norme concrete che regoleranno in futuro la materia.

Come è noto se impedisci (o comunque limiti fortemente) la possibilità dei lavoratori di scegliere altre organizzazioni, metti in atto un corto circuito dove i sindacati concertativi possono tranquillamente "fare cartello" con accordi che sono impossibili da mettere in discussione. Per accedere alla possibilità di presentarsi alle elezioni dei delegati sindacali in un luogo di lavoro, qualsiasi sindacato che non sia Cgil-Cisl-Uil deve accettare in toto il Testo Unico redatto dalla triplice con Confindustria, comprese le limitazioni al diritto di sciopero, per le quali si prevedono sanzioni che, si affrettano a precisare, "non sono per i singoli lavoratori ma per i sindacati e per i delegati" (come se fosse meno grave!). Messaggio chiaro: vogliamo impedirvi di fare conflitto! Se volete continuare a farlo, non avrete mai la possibilità di eleggere vostri rappresentanti!

Il cosiddetto “Testo unico sulla rappresentanza” sottoscritto senza alcuna discussione preventiva da Cgil, Cisl e Uil assieme alla Confindustria, è piombato sul 17° congresso della Cgil, un congresso apertosi nell’indifferenza diffusa e caratterizzato dalla ritrovata unità tra la maggioranza “camussiana” e gran parte di quella che fu “La Cgil che vogliamo” che presentò un documento alternativo nel precedente congresso. Come è noto, a collocarsi in una posizione alternativa sono stati solo le/i sostenitrici/tori del documento “Il sindacato è un’altra cosa”, presentato da Giorgio Cremaschi e da altri cinque componenti del direttivo nazionale confederale. Il documento di maggioranza, placidamente intitolato “Il lavoro decide il futuro”, con il pretesto che di "fronte alla crisi", avalla e accetta tutte le peggiori sconfitte degli ultimi anni, dalla controriforma Fornero delle pensioni alla manomissione dell’articolo 18, mettendo al centro della politica, l’unità con Cisl e Uil, e, dunque, l’accettazione della loro complicità con padroni e governi. I contenuti di fondo di questo testo unico, seppure già ampiamente preannunciati dall’accordo di fine maggio 2013, sono di una gravità inaudita: in primo luogo si stabilisce con estrema chiarezza che i diritti sindacali spettano solo alle organizzazioni sindacali confederali e/o di categoria che accettano e sottoscrivono integralmente tale testo unico. Questo criterio che già Marchionne aveva voluto imporre a Pomigliano (e poi in altre fabbriche) con i noti accordi separati era stato smentito dalla sentenza della Corte costituzionale n. 231 del 23 luglio 2013. Camusso, Bonanni e Angeletti hanno deciso di ribadire quanto sostenuto dalla Fiat negli scorsi anni!

A- Il testo unico riconferma la possibilità di stipulare accordi peggiorativi (in deroga) ai contratti nazionali, possibilità già prospettata dall’accordo del giugno 2011. Tali deroghe potranno riguardare ogni materia dei contratti, dalla prestazione lavorativa agli orari.

B-quanto alla cosiddetta “esigibilità” degli accordi si riconferma che quelli stipulati secondo le regole del “testo unico” non saranno impugnabili né contrastabili, pena sanzioni per le organizzazioni ribelli e per i loro delegati.

C- Infine, il testo unico istituisce una sorta di “tribunale sindacale” che valuterà e sanzionerà i comportamenti dei sindacati e dei delegati “ribelli”, un tribunale composto per la sua totalità da sostenitori della più completa “esigibilità” padronale degli accordi (tre rappresentanti delle confederazioni firmatarie, tre rappresentanti di Confindustria e un presidente “esterno” ed “esperto”, deciso e scelto congiuntamente dagli altri componenti il giurì…) Ora la Fiom, con un comunicato di Landini, prende le distanze da questo testo e chiede che ne venga sospesa la sottoscrizione. Il problema è che lui pretende di vedere contraddizioni tra questo testo unico e l’accordo del 31 maggio, contraddizioni che, invece, non ci sono!

La politica del PD, da Letta a Renzi hanno un'unico scopo: Fare pagare la crisi ai lavoratori! Tutte politiche che concordano nel sostenere che l’uscita dalla crisi può avvenire solo riducendo i salari e aumentando la flessibilità e che questo deve passare attraverso un sistema di "relazioni" sindacali blindato da CGIL CISL e UIL.

Un esempio? L'Electrolux: tra banditismo padronale e complicità politiche e sindacali!

Da anni ormai affermiamo che la crisi rappresenta un alibi formidabile per ridisegnare non solo i rapporti di forza tra il capitale e lavoro, ma anche tra i paesi ad economia forte e paesi più deboli, riducendo i lavoratori in questi ultimi a schiavi dell’era moderna.

- Cosa aspettiamo per capire che su questa strada il peggio non avrà mai fine?


- Cosa aspettiamo per capire che bisogna mutare la paura in rabbia, rompere la gabbia in cui ci hanno rinchiusi sindacati complici, governi antipopolari e un’Europa Unita il cui unico mantra è salvaguardare i mercati finanziari !

Leggi tutti gli articoli su: cgil, cisl, Uil, Confindustria, Luc Thibault

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