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Tensione tra israeliani e palestinesi, la risposta di Paola Farina alla vicentina volontaria a Gaza

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 3 Luglio 2014 alle 14:25 | 0 commenti

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Ricevo da Paola Farina la lettera, che pubblichiamo di seguito in cui, come lei sostiene sempre , «difende la sua gente e le sue radici» pur «lasciando fuori ogni valenza religiosa, perché io Israele non lo difendo in termini di religiosità, ma con la convinzione di fare una cosa giusta, perché credo che sia circondato da un mondo di oppositori, che si oppone senza conoscere alcunché... Che poi io sia totalitarista, come a volte mi dici, caro direttore, questo è un altro discorso...».

Ecco, quindi, la sua risposta allo spazio da noi concesso per la nota dal titolo "Tensione tra israeliani e palestinesi, il racconto di una vicentina da Gaza".

Spazio che noi concediamo, come sempre, a tutti e tanto più a repliche anche se, dopo la lettura e pubblicazione di entrambe le riflessioni, non possiamo che ripetere quanto già scritto in premessa al primo intervento: "...pubblichiamo come stimolo a un dibattito sul sempre più difficile processo di pace in Medio Oriente e con la convinzione che la prosecuzione di atti di violenza faccia il gioco solo di chi dalla violenza trae vantaggi e non certo a favore dei due popoli coinvolti, quello israeliano e quello palestinese, entrambi vittime di interessi che non è sufficiente condannare come incoffessabili.". Precisiamo solo, laddove ce ne fosse bisogno che gli interessi "incoffessabili" che animano gli atti di violenza e di odio nascono di certo non dalle nostre due interlocutrici, ma da chi violenza e odio manovra ad altri e alti livelli.

 


Da Paola Farina

"I soldi per i palestinesi ci sono, basta non mangiarli"
Gentile Direttore, di te ho sempre apprezzato la franchezza e al fatto che dai spazio a tutti, indipendentemente dalle posizioni, credi religiosi o sociali. Qualche volta ci tiriamo per i capelli...ma dopo il dissenso, lasciamo uno spazio alla comprensione. Ho letto con attenzione l'articolo sulle tensioni tra Palestinesi e Israeliani e non le rinnego di certo. Non sono assolutamente d'accordo sugli interessi inconfessabili, perché non ne vedo, almeno da parte israeliana, a meno che per inconfessabile non si considerano confini e barriere di protezione atte a tutelare la sicurezza dei propri cittadini o l'impegno del Governo Israeliano da sempre profuso per la salvaguardia "dei propri ragazzi e ragazze" e al fatto che si certa di evitare qualsiasi confino in India o altre destinazioni non turistiche. Quanto a quelli palestinesi non ho mai fatto volontariato pro striscia di Gaza, anche se confesso che una volta ho aiutato un filantropo a imballare dei medicinali, perché come donna "cancro operat"a ritengo che il diritto alla cura sia dovuto a ogni individuo umano. Non ci ho messo molto a capire chi è l'autrice del testo, sarebbe come che io facessi dichiarazioni pro Israele e ti chiedessi di omettere il mio nome e cognome, ma di porre solo le iniziali, ma capisco la sua volontà nel mantenere "l'anonimato" perché Gaza non è Gerusalemme (capitale dello Stato di Israele) e non ci sono gli stessi parametri di libertà di stampa.
Un articolo la definisce "istruttore nella Pubblica Amministrazione, lavora da anni in progetti sanitari di cooperazione decentrata per la Palestina". Non mi è possibile capire se fa del volontariato o del lavoro. Per me il volontariato è quello stabilito nella definizione del termine "il volontario è uno che decide di dedicare il suo tempo e le sue energie a una causa, in modo spontaneo, volontario e gratuito", ma non quello di una persona che percepisce un compenso, come lavoratrice o come dipendente decentrata o simili. Il volontario dovrebbe anche pagarsi il viaggio (come facevo io quando facevo volontariato attivo in Israele..), dovrebbe anche scrivere e come volontaria dovrebbe saperlo che Israele è un paese democratico che da asilo politico agli omossessuali arabi che diversamene verrebbero assassinati dai loro "fratelli". Tra l'altro una fonte indipendente dichiara apertamente che Mohammed Abu Khdeir è stato assassinato dal suo stesso clan familiare (mafioso) in quanto gay (fonte), anche la televisione francese ne ha parlato, ovunque sia la verità, non voglio entrare nel merito di questo delitto che condanno, ma mi danno fastidio i volontari "al soldo" che profondono una sola verità, troverei più corretto parlare di meri esecutori di lavori. Israele ha anche dei sindacati che stabiliscono paghe base uguali per tutti ed una persona vicina ai sindacati quanto lo è lei dovrebbe esserne a conoscenza, che le piaccia o no Israele è un paese democratico e le regole esistono e bisogna rispettarle. Lei sostiene che a Gaza non ci sono soldi e che cominciano a mancare viveri e medicinali? A Gaza comincino a fare buon uso del denaro che viene loro inviato. I soldi non ci sono non perché non vengono stanziati, perché i regimi li rubano, in parte per se stessi, in parte per comprare armi da usare contro Israele. Un sacco di paesi elargiscono ogni anno milioni di euro e dollari per Gaza senza chiederne alcuna rendicontazione, soldi dei contribuenti e se permetti mi da fastidio che anche una piccola parte delle mie tasse vadano a finire in una gestione finalizzata al terrorismo. Invece di dire che a Gaza non ci sono soldi, si chieda dove sono finiti e come. Dal 2004 a ieri, solo l'Unione Europea ha destinato almeno 5 miliardi di dollari ai palestinesi (dieci anni), cosa ci hanno fanno e ci fanno? Un albero di Natale di cose: passano una ricca diaria alle famiglie dei terroristi ospitati nelle carceri israeliane, comprano armi con il solo obiettivo di distruggere Israele, pubbliche relazioni, finanziano viaggi in giro per il mondo ora al presidente Abu Mazen (prima a Arafat), famiglia, cortigiani e servitori compresi e lo stesso Abu Mazen ha recentemente destinato 6.000 dollari al gruppo musicale "Dalal Group", nulla di male mi diranno quelli come lei...se non che il gruppo è in onore di Dalal, una criminale palestinese che nel 1978 sequestrò un bus, ammazzo 38 persone fra cui 13 bambini e né ferì altre 71 e alla quale sono dedicati parchi, scuole etc. Quale esempio può essere questa individua per la crescita di una società civile a Gaza?
Lei mi viene a dire che la popolazione è senza soldi? Mi scusi, ma la responsabilità è di quelli che elargiscono fondi pubblici senza alcun controllo. A fine maggio sono stati stanziati dalla Comunità Europea altri 200 milioni di euro, finalizzati al "benessere della striscia di Gaza e dintorni (fonte) . A ottobre 2013 Cristofaro Sola scriveva sull'Opinione: Il settimanale britannico Sunday Times" informa dell'esistenza di un rapporto della Corte dei Conti Europea nel quale si asserisce che nel periodo di esercizio 2008/2012, l'Autorità Palestinese "abbia sprecato, sperperato o perso nella corruzione almeno 1,95 miliardi di euro" concessi dall'Ue in aiuti allo sviluppo. In pratica, gli ispettori europei svolgendo un audit sui progetti finanziati si sarebbero accorti che i denari erogati siano finiti dappertutto tranne che nelle iniziative per le quali erano stati concessi fondi in misura, oserei dire, generosa (fonte)".
La colpa non è - dice lei - del popolo palestinese ed io dico nemmeno di quello israeliano...C' una differenza di stile sociale e politico in tutto questo che la signora deve tenere in considerazione: i politici israeliani se rubano o stuprano vanno in prigione, quelli italiani agli arresti domiciliari (per poco) e quelli palestinesi in vacanza, da dove continuano a rubare e a divertirsi.

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