Renzi stravince europee, un po' meno il Pd Veneto: rimane incognita Lega-Fi alle regionali 2015
Lunedi 26 Maggio 2014 alle 12:30 | 0 commenti
“Boomâ€, “trionfoâ€, “tsunamiâ€. Sono solo alcuni dei termini che si leggono nei titoli dei quotidiani nazionali e locali di questa mattina, ma il messaggio è chiaro: il Partito Democratico a guida renziana è il vincitore indiscusso di questa tornata elettorale. I dati definitivi sugli scrutini conclusi nella mattinata di oggi infatti parlano chiaro. Il Pd con il 40,8%, corrispondente a più di 11 milioni di voti, doppia il M5S che si ferma al 21,2 e distanzia in maniera imbarazzante Forza Italia che deve incassare una misero 16,8.
E se guardiamo alla circoscrizione Nord-Est, costituita da Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna, il risultato del Pd è anche migliore della media nazionale. Superata infatti la quota del 43% dei consensi, con un picco del 52% nella tradizionalmente rossa Emilia Romagna.
Ma in Veneto in particolare? Nella terra della Lega Nord e delle spinte indipendentiste, da sempre bacino elettorale bianco, il Pd registra 6 punti in meno rispetto al risultato nazionale, ottenendo poco più del 37% dei consensi. Seguono il M5S (19%) e la Lega Nord che supera Forza Italia riaffermando il suo peso dopo gli scandali che l’avevano penalizzata alle Politiche dell’anno passato. Un risultato quello della regione Veneto che rispecchia in parte il giudizio alle urne dei vicentini che premiamo Pd (37%), M5S (18%) e Lega Nord (17%).
Ottimo risultato anche in Veneto, dunque, per il partito di Matteo Renzi, soprattutto se confrontato con le Europee 2009 e le Politiche del 2013, e nonostante lo stacco di 6 punti rispetto alla media nazionale. Ma basterà per fare il vero colpaccio alle regionali dell’anno prossimo ed espugnare la guida del Veneto al dominio imperante del centrodestra? Una nuova coalizione Lega-Forza Italia, magari con l’appoggio anche di Ncd, potrebbe infatti infastidire parecchio il partito di Renzi e rendere il risultato della scalata ancora più difficile.
Achille Variati sta già cercando di capire, dicono i più informati, se il "meno 6%" dipenda da una debolezza della struttura regionale che sconta gestioni nebbiose di Rosanna Filippin, l'ex segretaria ora in parlamento in quota Bersani, e Angelo Guzzo, un fedele del sindaco vicentino, responsabile di una comunicazione, che, stando ai numeri, meno o peggio di altre regioni ha comunicato il messaggio di rinnovamento di Matteo Renzi.
Di sicuro non dipende da Alessandra Moretti che alle sue gaffes conviviali ha risposto con 230.000 preferenze, che saranno pure l'effetto della sua esposizione mediatica ma sono e rimangono numeri in un paese in cui vince il volto (prima di Berlusconi, ora quello di Renzi) più ancora del "fare".
Risolto l'enigma di quel meno 6, se al Pd riuscisse il colpaccio in Veneto, dopo oltre vent'anni di governo del centrodestra, possiamo già immaginare cosa scriveranno i titoli dei giornali.Â
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