Quotidiano | Categorie: Politica, Sindacati

Partecipazione lavoratori al capitale, Bergamin sussulta: di cosa parlano Zigliotto e Refosco?

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 13 Giugno 2013 alle 14:16 | 0 commenti

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Riceviamo da Marina Bergamin, Segretaria generale Cgil Vicenza, una nota, che pubblichiamo di seguito, sul tema della partecipazione dei lavoratori alle quote aziendali in cambio di "lavoro", sollevato dal presidente di Confindustria con assensi "sospetti" di settori sindacali su cui avevamo avanzato perplessità nel nostro corsivo di ieri e a cui di fatto risponde con chiara fermezza la segretaria della Cgil "contestando" Zigliotto e Refosco.

Il direttore

Ecco la nota di Marina Bergamin, Segretaria generale Cgil Vicenza

Proposta Zigliotto su partecipazione al capitale d'impresa da parte dei lavoratori 

A Confindustria chiediamo di mettere i piedi per terra e, per cominciare,  di rilanciare e qualificare  la contrattazione di secondo livello. E chiediamo: sarebbero davvero disponibili e ragionare su un sistema duale, alla tedesca, che consegni ai lavoratori poteri veri sulle strategie delle imprese e non solo i rischi economici?

Premessa: a Vicenza non è in corso alcun confronto sindacale su questo tema. Alle dichiarazioni di Zigliotto di lunedì sera in assemblea di Confindustria, a cui noi tre Segretari generali di Cgil Cisl Uil eravamo presenti, ci siamo guardati stupefatti: tutti e tre. Non comprendo a quale riflessione o confronto già aperto faccia riferimento il collega della Cisl, Refosco. Se c'è una riflessione in corso con Confindustria, la sta facendo la sua Organizzazione.
Nel merito: nessun pregiudizio a ragionare di democrazia economica, prevista peraltro dalla nostra Costituzione (la quale, per inciso, prevede la partecipazione dei lavoratori agli utili, ma non prescrive la partecipazione al rischio d'impresa e non ha nulla a che vedere con la proposta dell'azionariato aperto ai dipendenti).
Per noi discriminante è che:
1) forme di partecipazione non siano mai sostitutive della contrattazione;
2) forme di partecipazioni agli utili siano aggiuntive alle dinamiche salariali, già molto modeste in questo periodo di crisi.
3) vi sia un reale equilibrio di poteri, un sistema duale, alla tedesca: oggi bilancio e gestione concreta dell'azienda stanno saldamente in mano a dirigenti e proprietà ed è pertanto inimmaginabile che i rischi d'impresa (o gli sbagli d'impresa) possano ricadere sui lavoratori e compromettere il loro reddito già - lo ripetiamo - falcidiato da crisi, contrattazioni difensive e fisco.

Molto più modestamente e concretamente agli imprenditori vicentini chiediamo che, per cominciare, si rilanci la contrattazione e si estenda la contrattazione aziendale, si implementino i diritti di informazione, di conoscenza e di intervento rispetto ai processi.
L'esperienza ci dice che troviamo fortissime resistenze a discutere di tutto questo.
Dopo l'Assemblea di Confindustria ci aspettiamo nelle relazioni industriali un cambio di rotta.


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