O Cesare o nulla: dopo le primarie a Vicenza un triumvirato alla "Cesare, Pompeo e Crasso"?
Giovedi 30 Novembre 2017 alle 08:48 | 2 commenti
Cesare Borgia, che voleva costruire un principato nell'Italia centrale è certo il riferimento per alcuni dei tre candidati alla poltrona di sindaco di Vicenza alle primarie, acopo Bulgarini d'Elci, Otello Dalla Rosa e Giacomo Possamai. Ognuno di loro è forte di appoggi, ma uno solo del padre papa, pardon, dell'attuale sindaco Achille Variati. Ciascuno presenta la propria candidatura con proclami, progetti, coinvolgimenti, adunate ecc., cercando di dare la migliore immagine di se stesso, anzi la bellezza di se stesso e della sua possibile amministrazione, che certo sarà la migliore delle amministrazioni possibili, secondo quello schema che Voltaire prese molto in giro nel suo famoso libro Candido.
Ciascuno è come Pangloss, il protagonista del saggio volteriano; infatti, egli "insegnava la metafisico-teologo-cosmologonigologia. Provava egli a maraviglia che non si dà effetto senza causa" per cui l'ottimo dei possibili sindaci (effetto) è chi dice di esserlo (causa).
Certo che ognuno di questi candidati ritiene che gli sarà possibile essere il Cesare vicentino e così il motto "Aut Caesar aut nihil" (o Cesare o nulla), attribuito (cfr. Vocabolario Treccani) a Giulio Cesare, che preferiva esser primo sia pure a Vicenza che secondo in Roma, sarà suo.
In realtà il primo ad usarlo fu Ladislao d'Angiò Durazzo (1376-1414), ma sarà il duca di Valentinois, ossia Cesare Borgia, il figlio di papa Alessandro VI, noto più che per il desiderio di vedere riformata la chiesa, per certi suoi comportamenti non proprio impeccabili, ad utilizzare il motto.
Con sagacia esso non è esibito, ma alla mattina ogni candidato davanti allo specchio se lo ripete. Un pensierino ci induce questo loro comportamento. Se saranno davvero "alla Cesare", una volta sconfitti... alle primarie, lasceranno il campo al vincitore perché non si accontenteranno certo di essere al secondo o addirittura al terzo posto.
Temiamo, invece, che faranno come un politico d'oggi: tal Matteo Renzi che promise pubblicamente di abbandonare la politica, se non fosse stato il vincitore del referendum, dove i cittadini italiani gli dissero a maggioranza che non era "cesare", ma "niente".
Purtroppo potremmo avere comunque anche dopo le primarie un triumvirato vicentino, ma sappiamo bene che fine fecero i protagonisti: Cesare, Pompeo e Crasso.
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