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L'on. Sergio Berlato risponde a ciò che resta del CRAVN

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 5 Febbraio 2014 alle 21:50 | 0 commenti

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On. Sergio Berlato, Deputato al Parlamento europeo - Erano sei le associazioni venatorie che avevano dato vita al CRAVN poco più di due mesi fa. A poco più di due mesi dalla data di costituzione, rimangono solo tre i dirigenti che scrivono i loro comunicati a nome del CRAVN segno inequivocabile che questa strano organismo sta tirando le cuoia prima ancora di essere riuscito ad imparare a camminare. Del resto la lettera di dura critica indirizzata agli altri dirigenti del morituro CRAVN da parte del presidente regionale della Liberacaccia non lascia certo spazio ad equivoci interpretativi sulla sorte a cui è destinato questo già monco e morituro organismo.

Non meritano certo risposte le farneticanti dichiarazioni diramate da questi residui dirigenti , facenti ancora parte di un organismo in odor di decomposizione. Meritano invece alcuni chiarimenti coloro che ancora sono iscritti a certe associazioni venatorie i cui dirigenti sembrano fare di tutto per non dare una corretta informazione ai propri associati.
Nel merito delle questioni poste:
1) L'interrogazione a cui si fa riferimento nel comunicato emanato da ciò che resta del CRAVN è stata presentata dall'on. Sergio Berlato sulla questione caccie in deroga alla Commissione europea, presentazione necessaria per smascherare la posizione di comodo assunta dall'assessore Stival e da Federarcilega che sostenevano che, se in Veneto non si poteva applicare il regime di deroga, la colpa (a loro dire) era dell'Europa che non voleva.
La Commissione europea, rispondendo all'interrogazione dell'on. Sergio Berlato, ha confermato la piena legittimità dell'applicazione del regime di deroga in Italia (come del resto avviene nel resto d'Europa) purchè tale applicazione venga fatta nel pieno rispetto di quanto previsto dall'art. 9 della Direttiva 2009/147/CE (leggi il testo dell'interrogazione dell'on. Sergio Berlato e la risposta della Commissione europea )
2) Leggere nel comunicato che il sottoscritto non è stato in grado di modificare la legge statale 157/92 appare addirittura paradossale soprattutto se questa accusa viene fatta da chi ha voluto e difeso questa legge statale infame, addirittura vantandosi del fatto di aver contribuito a predisporla. Noi abbiamo tentato di modificare questa legge infame, raccogliendo oltre 843.000 firme, nonostante l'ostruzionismo di FIDC, ARCI ed ITALCACCIA.
ll Parlamento italiano, pur avendo iniziato l'iter di modifica con il sen. Franco Orsi della FIDC, ha desistito dal continuare l'esame del testo anche per la contrarietà alle modifiche più volte espressa da parte di chi quella legge l'aveva voluta, barattando i diritti dei cacciatori con l'istituzione degli ATC e CA, veri e propri carrozzoni attraverso i quali gestire associativamente, economicamente e politicamente i cacciatori italiani.
3) l'art. 26 della Comunitaria 2013 ribadisce la piena legittimità delle deroghe e la loro piena applicazione in Italia.
4) la cacciabilità dello storno in Italia non dipende dai singoli deputati al Parlamento europeo ma da una precisa e formale richiesta che il Governo dello stato membro dell'Unione deve avanzare alla Commissione europea la quale, se condivide la richiesta, la sottopone per il necessario parere al Parlamento europeo ed al Consiglio d'Europa. Finora nessuna richiesta di parere sulla modifica dell'Allegato II (B) della Direttiva 2009/147/CE con l'inserimento dello storno è stata sottoposta dalla Commissione al Parlamento europeo per riceverne il previsto parere.
5) sulla presunta credibilità dei dirigenti dell'ACV, si chiede se sia forse più credibile chi ha ricevuto la licenza, ci auguriamo non nello stesso modo a cui è stata data al sindaco di Treviso ed al presidente della Provincia di Treviso, per poi, dopo solo quattro mesi, essere eletto presidente fantasma della Federcaccia regionale, licenza che sembra essergli stata sospesa poco tempo dopo per aver impallinato un portatore durante una battuta di caccia in una AFV del Friuli V.G..
6) nessun procedimento penale risulta essere in corso a carico di chicchessia relativamente all'utilizzo dei fondi dell'associazione o al presunto tesseramento a qualsivoglia partito.
7) I dirigenti del CRAVN confermano di avere scritto una cosa non vera quando asseriscono di aver mandato entro il mese di ottobre 2013 le loro 36 osservazioni alla proposta di nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale adottato dalla Giunta regionale del Veneto in data 12 agosto 2013 con DGR 1518.
Del resto si dimenticano che proprio la sera del 9 gennaio 2014 si sono incontrati al VIEST di Vicenza (visti da molte persone compreso il sottoscritto) per predisporre, a fronte delle crescenti lamentele che arrivavano dal territorio, le tanto sbandierate 36 osservazioni di cui nessuno ha notizia e che nessuno ha potuto ancora vedere o leggere (sarebbe utile veder pubblicato questo documento per constatarne i contenuti e la data di spedizione).
8) ci stupiamo che, se la Toscana è riuscita a superare i vincoli della scelta di caccia in via esclusiva prevista dall'art. 12 comma 5 della 157/92, il Veneto non abbia ancora saputo, pur essendo l'assessorato caccia in mano a Stival ed ai dirigenti Federarcilega da oramai quattro anni, applicare questa opportunità anche nella nostra regione. Eppure possono contare su sette assessori su tredici in Giunta regionale e sulla maggioranza dei consiglieri regionali.
9) non temano i dirigenti del morituro CRAVN che le fortune politiche del sottoscritto non sono mai dipese da loro e non dipenderanno neppure nell'immediato o prossimo futuro. Se poi parliamo di incarichi ben remunerati, si ricorda che lo stipendio del sottoscritto è lo stesso di quello che percepiscono i parlamentari europei votati dai dirigenti del morituro CRAVN, dei quali però non si vede traccia né nelle pubbliche assemblee e neppure sulle pagine dei blog venatori. Ci piacerebbe invece venissero resi pubblici i rimborsi spese che percepiscono alcuni dirigenti venatori e che venisse chiarito se a qualcuno di essi sia stato finanziato qualche fantomatico progetto per convincerlo a reggere il sacco al politico di turno.

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