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Latterie Vicentine, Mocellin e Mitterrutzner: bilancio migliore per gli allevatori con l'Asiago a tirare la volata

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 3 Maggio 2014 alle 18:45 | 0 commenti

Stamattina, sabato 3 maggio, a Bressanvido l'Assemblea dei soci della cooperativa vicentina Latterie Vicentine (oltre 400 i soci) ha approvato il bilancio 2013 e ha ricevuto il saluto dell'On. Paolo De Castro (*in fondo il suo intervento), presidente della Commissione Agricoltura del parlamento europeo a cui il politico Pd si è ricandidato insieme ad Alessandra Moretti che oggi lo accompagnava.

Uno dei primi dati illustrati ai soci insieme al bilancio completo (che ci è stato fornito in versione integrale grazie alla cortesia della cooperativa) dal presidente Alessandro Mocellin e dal direttore Franz J. Mitterrutzner (qui l'intervista di VicenzaPiùTv, che in seguito presenterà altre fasi dell'affollata assemblea odierna) è il fatturato di 69,7 milioni di euro con un calo, ha detto Mocellin, «più che accettabile dell'8% perché causato dall'andamento difficile dei mercati e dalla scarsa disponibilità di latte nella seconda metà del 2013». Il fatturato è stato realizzato grazie a 2.650 quintali di latte lavorato al giorno per un totale su base annua di circa 954.000 quintali e per 25 mil. dall'Asiago fresco, 13,5 mil. dal Grana Padano, 13 mil. dal latte alimentare e 2,5 mil. dall'Asiago stagionato. La ridotta contrazione è stata bilanciata - ha sottolineato Alessandro Mocellin - dal maggior dividendo medio pagato nel 2013: «44 centesimi al litro invece che i 43 del 2012. Risultato insperato considerando le difficoltà presentate dal mercato, soprattutto nella prima metà dell'anno scorso in particolare per l'Asiago, che rappresenta il 40% del nostro fatturato».  Difficoltà legate, ci ha poi confermato il presidente del Cda di Latterie Vicentine anche ai prodotti a marchio "Italian sound", non gustosi da mangiare nè genini come i nostri dop, ma  venduti a prezzi stracciati e senza dare lavoro qui, in Italia, il cui brand sfruttano con furbizia carpendo la buona fede dei consumatori.

Dopo aver rilevato come una parte degli introiti derivi dalla rete vendita su territorio nazionale (80% al Nord, 10% Centro, 7% Sud, 3% Isole) mentre l'esportazione dei formaggi tramite la consociata Agriform ha interessato più di 20 paesi fra cui i più importanti sono stati U.S.A., Germania, Svizzera, Canada e Russia, il dg Franz J. Mitterrutzner ha sottolineato l'importanza nel bene e nel male della «grande distribuzione organizzata che fa i prezzi ma che è un nostro interlocutore fondamentale per la crescita di Latterie Vicentine»
Se un altro dato molto positivo si riscontra nelle vendite attraverso spazi e distributori automatici a proprio marchio che evidenzia un aumento del 30% raggiungendo un fatturato di 2.3 milioni di euro e se sono in linea con l'andamento del mercato anche le vendite del settore freschi e del Grana Padano è su una maggiore presenza nel centro e nel sud dell'Italia ma soprattutto sul'export verso paesi come la Cina che punta il nuovo dg.

E lo incalza Mocellin nella sua prima assemblea gestita con ottimismo ed emozione da presidente "genuino" («come i nostri formaggi e il nostro latte» fa simpaticamente notare): «mentre attualmente la lavorazione del Grana Padano si effettua ancora nella sede di Bassano del Grappa il trasferimento delle attività degli uffici amministrativi, commerciali, tecnici e di gran parte della produzione, precedentemente svolte a Schio e a Bassano, nella nuova sede a Bressanvido ha permesso a Latterie Vicentine di operare in modo ancora più efficiente e di diventare a tutti gli effetti il polo produttivo di Asiago più grande in Italia. Ma ci aspettiamo buoni risultati per il futuro, non solo per gli ulteriori miglioramenti dei nostri standard di qualità e per l'attenzione all'innovazione, ma anche per l'implementazione di un nuovo modello di controllo di gestione e grazie all'insediamento del un nuovo direttore, il quale dovrà dare alla cooperativa un orientamento più focalizzato sui mercati».
Se poi tutto questo porterà, come ha fatto intendere il presidente, anche a un incremento del personale, che oggi conta su 98 dipendenti suddivisi in 2 stabilimenti oltre che su un grande indotto legato ai 400 soci, come non augurare a Latterie Vicentine che l'applauso odierno fine assemblea non possa essere ancora più forte il prossimo anno? E magari anche «più caldo» come si è augurato Mocellin alludendo alla sala destinata all'assemblea, fredda di certo perché normalmente usata come magazzino delle forme, ma forse scelta ad arte per condizionare noi poveri cronisti, circondati da un profumo di Asiago che ha "drogato" ogni considerazione meno che positiva.

 

* L'intervento dell'on Paolo De Castro

L'iniziativa di oggi mette al centro le esperienze vincenti e lo sviluppo competitivo del sistema cooperativo nello scenario del mercato globale del latte.
Come ben sapete, quello lattiero è un settore particolarmente strategico per le dinamiche competitive del sistema agroalimentare europeo e nazionale. Il nostro Paese, in particolare, ha una posizione di rilievo nel panorama mondiale lattiero-caseario soprattutto in termini qualitativi essendo il primo produttore mondiale di formaggi tipici a denominazione di origine certificata. Una leadership straordinariamente importante soprattutto sui mercati esteri a cui contribuisce in maniera determinante il sistema della cooperazione zootecnica. Un sistema radicato sul territorio e strategico sia per la sua funzione etica che gli consente di stare sul mercato con un profilo sociale estremamente accentuato, sia per la sua natura economica. Le cooperative di produzione rappresentano infatti un sistema efficiente dal punto di vista dei rapporti con le fasi a valle e con i mercati finali.
Negli ultimi anni il settore è stato protagonista di un processo di revisione normativa che ha caratterizzato l'intera legislatura europea. Innanzitutto il così detto "pacchetto latte" al cui interno, grazie anche all'importante supporto dell'europarlamento e ai suoi rinnovati poteri decisionali introdotti dal Trattato di Lisbona, sono stati introdotte importanti novità rispetto alla proposta originaria. Dalle nuove regole di economia contrattuale per regolamentare le forniture di latte all'interno della filiera alle rinnovate funzioni delle organizzazioni di produttori fino all'importante strumento della programmazione produttiva dei formaggi Dop. Ma non solo "pacchetto latte", anche la recente riforma della Pac ha visto il latte protagonista del processo di riforma, soprattutto se si considerano le scelte applicative nazionali. La definizione della figura di agricoltore attivo a cui indirizzare i nuovi aiuti, la scelta dei criteri di distribuzione delle risorse finanziarie all'interno dei paesi UE e le decisioni che si assumeranno sulla ripartizione della quota di sostegno accoppiato alla produzione, sono alcune delle scelte nazionali dal cui esito dipenderanno inevitabilmente le future dinamiche di sviluppo del settore zootecnico e, nello specifico, di quello lattiero-caseario. Infine, tra le novità normative che incideranno sul futuro del comparto, non si può non citare la gestione della fase post-quote produttive. Il Parlamento europeo aveva avuto il merito di avviare concretamente un percorso, seppur con una proposta degna di critica e di approfondimento. Un'opportunità che non è stata colta dalle altre istituzioni comunitarie ma che non dovrà essere accantonata (soprattutto nel metodo) se si vuole evitare un ulteriore fase di profonda incertezza per un settore già duramente colpito dagli effetti della crisi economico finanziaria.
L'obiettivo della progressiva liberalizzazione delle quote oggi deve indubbiamente fare i conti con la necessità di favorire mercati stabili e produzioni qualitativamente rispondenti alle esigenze del consumatore. Per fare questo occorre agire su più fronti, alcuni dei quali vanno al di là dei limiti produttivi, innanzitutto premiando la sostenibilità e la qualità delle produzioni. Lo scenario muta rapidamente e ogni decisione che prenderemo dovrà avere il pregio di essere adeguatamente flessibile e utile a fronteggiare eventuali scenari di crisi.
Per tutte queste ragioni l'Europa e i suoi territori rurali hanno estremamente bisogno di un comparto lattiero-caseario vitale e competitivo e, sono convinto, che esperienze e modelli produttivi vincenti come quella delle Latterie Vicentine potranno continuare a fornire un prezioso contributo al raggiungimento di questo obiettivo. 


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