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La posizione del Cravn su proroga Pfvr e su chi festeggia una "vittoria di Pirro"

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 31 Gennaio 2014 alle 14:56 | 0 commenti

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CRAVN - Le associazioni venatorie aderenti al C.R.A.V.N. (ANUU- ANLC- ARCI CACCIA- FIdC- ITALCACCIA) assumono come propria la decisione del Consiglio Regionale Veneto di prorogare di due anni, allungando la proposta di un anno che era stata deliberata dalla IV Commissione Consiliare, la durata del vecchio PFVR.

Siamo a conoscenza che il nuovo Piano non arriva in Consiglio, oltre che per la lentezza decisionale di chi Governa la Regione, anche per le modifiche necessarie di alcune indispensabili documentazioni da parte di qualche Provincia, ora però non ci sono più alibi: chiediamo quindi alla Giunta di non perdere tempo e di imporre ai ritardatari di produrre gli atti formali necessari.
Tale proroga dà la possibilità alle associazioni scriventi, di poter rafforzare e migliorare dopo aver analizzato punto per punto la proposta del PFVR adottato dalla Giunta ad Agosto 2013, le carenze strutturali per una gestione razionale della risorsa faunistica, salvaguardando i diritti di coloro che praticano questa passione nell’interesse di una conservazione della stessa quale beneficio sociale, mantenendo vive le tradizioni venatorie locali che hanno contribuito alla storia del Veneto.
Ricordiamo che abbiamo puntualmente depositato da circa tre mesi agli uffici di competenza della Regione Veneto un documento contenente le nostre osservazioni al nuovo Piano Faunistico. Ben 36 punti sui quali chiediamo di fare presto, in quanto molto importanti e già recapitati alla IV Commissione, ai Gruppi Consiliari, al presidente della Giunta e all’Assessore alla Caccia.
Tra queste le più significative sono:
-l’alternativa alla scelta di caccia, dando la possibilità di una fruizione di 15 giornate;
-la mobilità del cacciatore sul territorio regionale per la caccia alla selvaggina migratoria.
Innovazioni queste, mai prese in considerazione nei precedenti Piani Faunistici Venatori e praticate con
continuità da anni in altre regioni (vedi Lombardia, Toscana, Umbria).
NO al pagamento dei danni da parte degli A.T.C. e dei C. A. perché i cacciatori già contribuiscono a ciò
con le loro tasse di concessione e con l’apporto di operatività nella prevenzione in collaborazione con gli
A.T.C. ed i C.A. su un bene che è patrimonio indisponibile dello Stato.
La possibilità di immissione della fauna stanziale dopo il 31 agosto.
NO all’integrazione della quota fino a sei volte negli A.T.C..
No ai patti associativi come attualmente previsti dal PFVR, ma solo regolamenti gestionali che incentivino il
volontariato senza penalizzazioni per i soci.
NO ai valichi in un numero così elevato e senza motivata ragione scientifica.

Queste sono solo alcune delle 36 osservazioni che abbiamo presentato e vorremmo sostenere con forza e determinazione agli organi competenti della Regione Veneto. Dopo pressanti richieste ne sono state recepite una buona parte dall’Assessore Stival in Giunta, ma mai discusse dagli organi competenti: dal Consiglio Regionale alla IV Commissione Consiliare.
Confidando in una volontà politica, rapida, costruttiva e al servizio del cittadino e nell’auspicare che le risorse impiegate su questo nuovo P.F.V.R non diventino un ulteriore spreco di denaro pubblico, o argomento strumentale di programma elettorale per i prossimi appuntamenti europei e regionali, continueremo con responsabilità il nostro lavoro e non ci limiteremo al presente comunicato.
Invieremo nelle prossime ore una richiesta urgente di incontro all’Assessore Regionale alla Caccia Daniele Stival e una richiesta di audizione sul nuovo Piano Faunistico Regionale alla IV Commissione Consiliare Caccia, per fare in modo che il Veneto abbia una programmazione venatoria attuale, al passo con i tempi e che preveda il recepimento di tutte le nostre osservazioni.
Inoltre non dimentichiamo il problema capanni, dove il CRAVN si è impegnato molto per trovare una
soluzione ottimale, che certamente non può essere quella attuale. Perciò è nostro impegno proporre nuove soluzioni per snellire e facilitare la pratica di questa tipologia venatoria affinché venga tramandata alle nuove generazioni come patrimonio culturale.
Altro problema non certo trascurato o tralasciato da parte del CRAVN sono le deroghe e la possibilità di
acquisizione nel Veneto di dati sulle specie migratorie, come elemento imprescindibile per la prosecuzione delle cacce tradizionali.
Infine non lasciamoci distrarre dalla demagogia di chi oggi, un certo eurodeputato ed il suo gruppo, festeggia una “vittoria di Pirro”: andiamo avanti per la nostra strada senza interessi politici di parte o sedie profumatamente pagate dal popolo con zero risultati per il settore, ma per il bene della Caccia e del 70% dei cacciatori che rappresentiamo.
I cacciatori del Veneto sono stanchi di parole e vogliono fatti concreti e noi cercheremo e faremo tutto il possibile per realizzare al più presto e nel migliore dei modi quelle che sono le loro imminenti esigenze e le future aspettative. FATTI E NON PAROLE!
Per il CRAVN:
Flavio Tosi, Presidente Regionale FIDC
Mariano Trevisan, Presidente Regionale ANLC
Giuliano Ezzelini Storti, Presidente Regionale Arci Caccia
Giovanni Persona, Presidente Regionale Anuu – Migratoristi
Gianni Garbujo, Presidente Regionale ItalCaccia

Leggi tutti gli articoli su: caccia, Regione Veneto, Daniele Stival, cravn

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