Quotidiano | Categorie: Politica

La maggioranza di Variati mette... Coppola sul Torrione di Porta Castello

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 26 Luglio 2017 alle 01:22 | 1 commenti

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Si è chiusa ieri sera, 25 luglio, come ci si aspettava la votazione (20 favorevoli, tre contrari con Tosetto, Zaltron e Dovigo, due astenuti con Rucco e Zoppello) sul discusso accordo del Comune di Vicenza con la società del "mecenate" avellinese Antonio Coppola, che tramite la sua finanziaria Osteon Technologies srl ha acquistato per 310.000 euro il Torrione di Porta Castello che gli verrà concesso in usufrutto esclusivo d'uso per 30 anni (con vincolo a non cambiarn la destinazione d'uso per altri 60 anni) per mostre di arte moderna a partire da quella con la sua collezione privata in cambio della "cessione" della nuda proprietà del monumento storico al Comune stesso, che non eserciterà, quindi, il suo diritto di opzione che scade proprio oggi, 26 luglio.

La vicenda ha conquistato pagine cartacee, tv e web sui media locali per lo scontro all'arma biaaca intrapreso tra i promotori dell'accordo pubblico privato, in primis il vice sindaco arrivato ad insultare su FB il presidente della Commissione cultura, Ennio Tosetto, che avrebbe voluto l'acquisto immdiato del Torrione per poi studiarne e/o assegnarnel'uso a chi, Coppoal incluso,a vesse propsoto la soluzione piùà adatta anche alò contesto e più fruibile dai cittadini.

Tra gli "sponsor" forti dell'accordo, oltre a Sandro Pupillo, anche il sindaco Achille Variati, che ha minacciato Tosetto di esclusione dalla maggioranza, e, con un calore inconsueto per l'uomo, Tommaso Ruggeri, evidentemente molto (troppo?) convinto della soluzione, e alla fine anche del presidente del Consiglio comunale, Federico Formisano, che "interrompendo" la sua tradizionale e istituzionale imparzialità è sceso, lecitamente, tra i banchi dei consiglieri per poter effettuare il suo intervento basato sul concetto che "se il Comune mai è riuscito a utilizzare altre 5 torri di cui è proprietaria ben venga un privato a farlo per la sesta tanto più che soldi per gestirla il Comune non ne ha...!".

Nessuno tra gli intervenuti contrari o dubbiso, comunque, ha messo in dubbio la figura, finora ignota alla città di Antonio Coppola, ora esempio per tutti, lo ha detto Ruggeri, di mecenatismo disinteressato, ma la critica si è incentrata sulla solita urgenza nel dover decidere, sulla scarsità delle informazioni a supporto e sul mancato e più approfondito esame di un'alternativa al lasciare il "pallino" in mano al privato.

Detto che il Consiglio comunale e, quindi, l'operazione Coppola hanno corso il rischio di abortire perchè Claudio Cicero ha posto all'inizio della seduta una questione di nullità di convocazione essendo stato cassato l'unico argomento (obbligatorio) posto all'odg dall'opposizione, la sua mozione sulla questione ex Banca Popolare di Vicenza, poi rinviata con un compromesso al prossimo Consiglio, gli interventi a favore, la maggioranza, hanno evidenziato la "bontà" della futura proprietà e le garanzie avute contrattualmente contro eventuali colpi di testa del mecenate, mentre quelli della parte della minoranza non favorevole "a priori" hanno visto primeggiare un appunto di Francesco Rucco, avvocato di professione, sulla possibile nullità del contratto per la mancata individuazione di alcuni parametri economici della transazione e il richiamo all'identificazione storica cittadina col Torrione che hanno poi portato Lucio Zoppello all'astensione.

Se con motivazioni analoghe Valentina Dovigo ha espresso il suo no, Liliana Zaltron dopo i suoi strali verso l'assessore al Bilancio, Michela Cavalieri, su un altro punto all'odg, la questione del fondo immobiliare in cui confluirà la cessione di 12 difici comunali in centro e il cui studio preliminare affidato a Nomisma è stato effettuato da quest'ultima in collaborazione con l'onnipresente studio vicentino Adacta, ha condito il suo no con una richiesta ufficiale di chiarimenti sulle società che fanno capo a Coppola la cui intereazione sarebbe così riassumibile: "la Osteon Technologies srl con Antonio Coppola socio unico, la società che ha acquistato all'asta il Torrione, è una srl di partecipazione con 10.000 euro di capitale e 9 milioni di debiti (affidamenti) bancari. Controlla al 100% la Biomax spa con 120.000 euro di capitale che ha sempre Coppola come amministratore unico e come sindaci tutti professionisti partner di Adacta con presidente Tommaso Vio, il professionista sempre come sindaco che ha preso il posto nella Zonin spa di Andrea Valmarana, ora vicepresidente della Fondazione Roi. La Biomax International infine è partecipata al 70% da Osteon Technologies e al 30% da QuatroH società di diritto inglese con 10.000 euro di capitale e con soci italiani...".

Nulla di meno che lecito, ma di certo la fretta e la scarsa trasparenza dell'operazione, che avrà messo di certo in difficoltà anche l'assessore Michela Cavalieri, di cui nei conciliaboli in aula si ricordava l'essere cognata proprio di Tommasio Vio, e forse non rendono un servizio neanche ad Antonio Coppola, uomo di certo facoltoso, ma la cui improvvisa notorietà in città in questi giorno era più riconducibile alla polemiche che non lla bontà dei suoi intenti.

Chissà, forse anche a lui sarebbe convenuto arrivaer als uo obiettivo, lodevole, con modalità diverse.

Perchè ora anche un solo errore di percorso non farebbe che rinfocolare le polemiche di un Consiglio comunale che sente l'odore (puzza?) delle prossime amministrative e, come ha fatto notare Eugenio Capitanio, ha dedicato solo qualche minuto all'approvazione della variazioni di bilancio e oltre sei ore, dopo giorni di polemiche mediatiche e (poco) social, a Coppola sul Torrione...

Detto questo pensiamo sia giusto dare spazio a tutto il lungo, accorato, estremamente dignitoso e documentato intervento di Ennio Tosetto, uomo anche lui tipicamente dai toni bassi ma che evidentemente è rimasto toccato dal livello (questo bassissimo) di certe polemiche che di certo hanno messo molto più che sotto una... coppola il rispetto democratico delle opinioni altrui..

 

 

Intervento in Consiglio Comunale del 25 luglio 2017 di Ennio Toseto, consiglire comunale  e presidente della Commissione cultura

Egregio Presidente, Signor Sindaco, Egregi Colleghi questa sera siamo chiamati ad esprimere un parere e votare la delibera Accettazione della proposta irrevocabile relativa all'immobile denominato "Torrione di Porta Castello". Rinuncia al diritto di prelazione.

Prima di intervenire sull'argomento oggetto di deliberazione, premetto dicendo che se la politica è un valore vanno rispettate le regole e la prima è quella di rispettare chi pensa in modo diverso dal tuo.

Non può essere un confronto basato sugli insulti o peggio utilizzando i social e i sentimenti e le sofferenze delle persone.

Il Vicesindaco, dopo la Commissione da me presieduta il 19 luglio us, ha dichiarato alla stampa "sono disgustato da un comportamento indegno e vergognoso del presidente" e poi il giorno 20 tra altre cose ha riportato in un suo post su fb la seguente frase: "Mi associo, lo sfiducio anch'io. Solidarietà a Sandro Pupillo. E vergognati, Ennio Tosetto, se sei capace almeno di vergogna."

Ritengo che questo sia un linguaggio non degno e non consono per chi riveste ruoli e cariche istituzionali, perché se la democrazia si regge sul confronto anche acceso con discussioni sui temi di governo, queste non possono trascendere fino alla mancanza di rispetto alle persone.
Per farsi una precisa idea, invito il Vicesindaco ad ascoltare la registrazione dei lavori della IV Commissione e a riflettere; in politica serve e in particolare se si rivestono cariche importanti come la sua.
Poteva e doveva restare una bella discussione, accesa, vibrante, anche muscolare, ma poi è diventato terreno di scontro che è stato detto dal Sindaco "ideologico".

Cosa vorrebbe dire?
Che propendendo per la proprietà pubblica e per la difesa dell'interesse pubblico interpreto vecchi modelli desueti e non più attuali?

No! non è una presa di posizione ideologica la mia, come avevo spiegato a Lei Signor Sindaco e in maggioranza sin dall'inizio di questa vicenda.

Il mio far politica mi ha portato a sentire la città o una parte di essa interessata al tema e poi quando, il giorno 19 us alle ore 17,10 è arrivata in IV Commissione la delibera con allegato l'accordo, ho ritenuto utile avere anche una valutazione di profilo tecnico legale da parte di esperti, quali il Direttore Generale Musei del MiBACT, arch. Ugo Soragni e un notaio esperto; il documento del Direttore, da me anticipato al Sindaco, e la nota del notaio sono agli atti della IV Commissione tenutasi ieri.

Tutti i tecnici da me interpellati unanimemente hanno valutato negativamente l'accordo sotto il profilo tecnico-giuridico perché carente, anche dal punto di vista tecnico.

Mi hanno indicato come sarebbe più opportuno acquisire il bene al patrimonio pubblico comunale, esercitando il diritto di prelazione, ed eventualmente concederlo poi in gestione anche a un privato con un preciso protocollo per la conduzione e manutenzione del bene.
Aggiungo che sarebbe opportuno che l'amministrazione indicasse Lei un progetto culturale condiviso con la città, con gli operatori culturali e commerciali e approvato da noi, organo politico della città di Vicenza.

Ritengo un'idea di scarsa funzionalità e di incerta gestione quella di realizzare un museo di arte contemporanea all'interno del Torrione: si tratterebbe forse del primo museo al mondo realizzato su 250 mq di superfice calpestabile e all'interno di uno spazio delle dimensioni di ml 6x6 in un volume per buona parte vuoto, tranne quella sommitale corrispondente al giro di ronda.

Si tratta di una torre medioevale nata per funzioni totalmente diverse. E' un torrione di avvistamento, che difficilmente per molti ed ovvi motivi può prestarsi alla funzione di spazio museale e in particolare di luogo di promozione e valorizzazione dell'arte contemporanea, moderna e visiva - insomma tutto ...

Mi sono informato che in questo spazio che dovrebbe diventare per 90 anni unicamente museo per l'arte contemporanea, c'è un limite per la presenza che riduce l'accessibilità a 50 persone circa, e che il certificato di prevenzione incendi non risulta sia stato rilasciato.
Nel caso di un sostenuto afflusso bisognerà prenotarsi con ampio anticipo!

Anche l'apertura alla città è contenuta in "almeno" 120 gg e 15 gg per la vista delle scuole (perché solo 15 gg ?); purtroppo ho l'impressione che sarà una gestione difficilissima e mi auguro non sia riservata o per pochi intimi.

E' stato detto che per il funzionamento saranno necessari 300/400 mila euro all'anno.
Chi ha sostenuto ciò è andato a visitare il Torrione? Chi lo ha visto? Ha guardato il livello di finitura del restauro? Un restauro di altissima qualità, lo dico da architetto, e che non ha risparmiato spese - e mi stupisce la valutazione economica della gestione che non è sorretta dal nulla, non essendoci un progetto con valutazione dei costi, perché a mio avviso per i prossimi 30 anni non serve niente e i costi di gestione saranno ridicoli.

Ricordo che anche lo Stato attraverso il Ministero ha speso, mi dicono, 100 milioni di lire per gli interventi e quindi in un certo senso la Torre è anche nostra, cioè di tutti, almeno di chi paga le tasse e i tributi.

Chi pensa che un museo di arte contemporanea possa essere realizzato in un Torrione medioevale come quello di Porta Castello, lo invito a sfogliare qualche rivista di architettura, o qualche sito internet, per rendersi conto di questa dea priva di riscontro; e che al mondo non esistono musei di arte contemporanea all'interno di un Torrione medioevale, perché è uno spazio inadeguato.
Per esempio basta documentarsi sui Torrioni Marino e Malipiero a Rovereto di recente apertura per vedere come potrebbe essere utilizzato un simile monumento.

La concreta realtà è ben diversa: la società Osteon Technology srl diventerà proprietaria e poi cederà l'usufrutto a una Fondazione - della quale non esiste statuto allegato all'accordo ma in cui è previsto un rappresentante nominato dal Consiglio Comunale, nella misura di 3 a 1 o 5 a 1, non si sa - e la nuda proprietà a Coppola che, non è detto come, la trasferirà al Comune. Dopo 30 anni il bene, forse, se non ci saranno impugnazioni di sorta o altri incidenti (l'accordo, dai pareri in mio e vostro possesso, risulta debole e per il notaio che ho interpellato per il preliminare è nullo) passerà nella piena proprietà della città. Piena per modo di dire, perché l'accordo impegna anche per i successivi 60 anni a concederlo gratis alla fondazione ...

Anche dal punto di vista della convenienza economica i calcoli sono presto fatti, basta un semplice conto matematico 310 mila / 30 = 10 mila 33 euro/anno; 861 euro/mese - non variabile, quindi fisso per 30 anni. Dopo i 30 anni il Comune dovrà accollarsi le spese di manutenzione anche straordinarie e la Fondazione si potrà tenere l'immobile per altri 60 anni, fino al 2107, gratis o ad un prezzo simbolico !
Questo è quello che è contenuto nell'accordo e che ha destato le mie perplessità e la mia contrarietà.

Mi viene da dire: secondo voi, signor Sindaco ed egregi colleghi, se il Comune esercitasse il diritto di prelazione, stilasse un progetto di utilizzo, magari condiviso con le presenze culturali più attente della città e lo pubblicizzasse e indicasse il costo di utilizzo del Torrione per 900 euro/mese fisso per 30 anni con eventuale proroga per altri 60 gratis, nessuno presenterebbe un'offerta o una proposta di gestione?

Di quale mecenatismo stiamo parlando?

Un mecenate benefattore prende un bene pubblico in concessione, ad esempio nel caso nostro l'ex Macello in Piazza Matteotti, l'ex Fiera al Giardino Salvi, la Rocchetta di Viale Mazzini, lo restaura, lo valorizza a proprie spese, se lo tiene in gestione per 30 anni con un accordo preventivo di uso con il Comune, ci colloca un museo di arte moderna - meglio contemporanea, e se facesse ciò sarebbe un mecenate benefattore e riceverebbe gli applausi e il grato riconoscimento da tutti i cittadini di Vicenza e non solo.

E' esattamente questo che sta succedendo in giro per l'Italia e l'arch. Ugo Soragni ci ha segnalato come esempi Carditello, Aquileia, Residenze Sabaude, ecc.

A mio avviso la proposta contenuta in questa delibera manca di progettualità e di indirizzo, é rinunciataria e sconta un pensiero privatistico, si accetta tutto ciò che viene proposto dal privato.

Non si sono fatti approfondimenti, non si sono richiesti pareri e valutazioni (alla Soprintendenza, al MiBACT, ai VVFF, alle associazioni e istituzioni culturali ed economiche della città, ai cittadini).

Io credo che non siano queste le funzioni di questo Consiglio, noi dovremmo rappresentare la volontà e gli interessi di tutti i cittadini e in questo caso l'operazione è stata costruita prima raggiungendo un accordo con il privato e poi si è, per così dire, discusso e trovata la maggioranza.
A mio avviso si doveva fare esattamente il contrario, prima andava cercata una linea di indirizzo e trovato un progetto condiviso, poi si informava e si discuteva con la città, ed infine eventualmente si ragionava per una concessione al sig. Coppola.

Alcuni Consiglieri sostengono che così il Comune risparmierebbe i soldi dell'acquisto: circa 315 mila euro - e non 350, mi sono informato e nel caso di acquisto per il Comune le spese sono minime perché ente pubblico. Gli stessi Consiglieri e il Sindaco hanno dichiarato che senso ha spendere dei soldi se qualcuno ti "regala" un bene.

Sul termine "regala" non sono d'accordo, e mi spiego. Il sig. Coppola non regala un bel niente, si tiene l'immobile che altrimenti perderebbe con l'esercizio della prelazione, lo utilizzerà lui e chi verrà dopo di lui, attraverso la fondazione per 30+60 anni, mostrando in particolare le opere di sua proprietà, sarà una sorta di galleria privata come tutte aperta al pubblico, e il Comune dovrà favorire la fondazione in tutto e per tutto nel rilascio di autorizzazioni ecc., anche quelle che non dipendono da una diretta competenza del Comune. Passati i 30 anni il Comune si accollerà le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria del Torrione.

Questo è, in forma sintetica, secondo la mia lettura ciò che delibereremo questa sera.

Chiedo a lei Sindaco perché non ha preso in considerazione una sottoscrizione pubblica offerta dall'Associazione Amici del Torrione di cui faccio parte, che si offre di raccogliere i 315 mila euro con una campagna 1 mattone = 1 euro e che donerebbe il ricavato con il solo obbligo di tenere pubblico attraverso un registro l'elenco dei donatori? I mattoni sono 1 milione e mezzo.

E poi, perchè si accetta di vincolare un bene ad un'unica funzione espositiva per 90 anni , coiè fino al 2107?
Cosa succederà da qui al 2100? E' un vincolo concordato con la soprintendenza?

E' come se i nostri "bisnonni" in Consiglio Comunale nel 1927 avessero vincolato la funzione di un bene fino ad oggi, per un tempo talmente lungo da pensare di essere immortali.

Dal mio punto di vista per il rispetto che ho delle generazioni che verranno ciò è inaccettabile!

Stiamo perdendo un'occasione storica e questo peserà, potevamo acquisire al nostro patrimonio con una spesa contenuta un grande simbolo della città e restituirlo a tutti i cittadini, è stato scelto di seguire una via pasticciata, e piena di rischi e incertezze, non abbiamo avuto lungimiranza.
Purtroppo altri ragionamenti, legati all'opportunità politica e alle singole paure di esporsi hanno prevalso e ci siamo, di fatto, messi nelle mani e nei desiderata del signor Coppola, collezionista come altri in questa città di opere d'arte.

Ho fatto questa battaglia con passione, ho ricevuto da una certa parte politica insulti e da molti cittadini sostegno, condivisione e riconoscimento sulla bontà e giustezza delle mie posizioni.

Poteva oggi tutto il Consiglio essere orgoglioso di una scelta storica per la città, questo non sarà e ancora una volta amaramente devo constatare in questo caso che chi governa non ha saputo avere una visione alta, e ha scelto, e non so dire perché, la convenienza del momento.

Stiamo rinunciando a restituire alla città subito, e senza inghippi o rischi di sorta, questo grandissimo simbolo celebrato nelle opere di grandi pittori e per primo dal sommo pittore Giovanni Bellini, nella sua splendida opera Pietà delle Rose (1505).

Non si è avuto il coraggio di restituire a tutti e a chi verrà dopo di noi, questo simbolo identitario della nostra Vicenza. Poteva essere di tutti i cittadini di Vicenza e ciò non sarà, abbiamo perso un'occasione storica.

Il mio voto su questo atto deliberativo sarà negativo, voterò convintamente NO!


Commenti

Inviato Mercoledi 26 Luglio 2017 alle 07:23

Guai ai vinti! Proferì Variati. Gli altri s'inchinano e baciano le mani....
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