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La crocerossina Boschi in soccorso di suor Moretti

Di Edoardo Andrein Sabato 9 Maggio 2015 alle 16:14 | 0 commenti

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“Vinceremo 6-1. In Veneto vince la Lega”. C’è da porre rimedio alla gaffe, autogol o strategia per future larghe intese nel prossimo Consiglio Regionale, a seconda delle diverse opinioni che sono state ipotizzate sull’uscita pubblica, quantomeno sbagliata nei tempi a meno di un mese dalle elezioni regionali del 31 maggio, del premier Matteo Renzi, ex bersaglio preferito di Alessandra Moretti durante la battaglia a fianco di Pierluigi Bersani nelle primarie pre elezioni nazionali del 2013 ma prima delle sue varie svolte.

E chi manda in soccorso, o per farsi perdonare, l’attuale segretario del Partito Democratico (a cui sembra voler cambiare nome in “I Democratici” secondo alcuni rumors…)?

“Il ministro Boschi sostiene Alessandra Moretti” recita il titolo della presentazione arrivata alle redazioni.

Una bella coppia quella salita sul palco del centro Congressi Papa Luciani di Padova in via Forcellini 170/a sabato 9 maggio alle ore 16: da una parte la crocerossina Maria Elena Boschi, Ministro per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti col Parlamento dai sorrisi smaglianti e dai vestiti sgargianti e attillati, che negli ultimi giorni è su tutte le prime pagine dopo l’approvazione dell’Italicum; dall’altra la nostra ladylike, prima mandata da Renzi in Europa e ora richiamata a casa per la mission impossibile veneta, per la cui causa negli ultimi mesi ha sacrificato il suo accattivante look Boschilike a favore del castigato completo giacca e pantaloni dai colori monotoni e scuri, che sa tanto di suoralike, sia pure, in questo caso, in versione moderna.

La sua battaglia per l'Italicum il ministro Boschi l’ha vinta, con il suo vestitino rosso attillato indossato nel giorno del voto decisivo.

Chissà, invece, se ladylike riuscirà a vincere la sfida in una delle regioni storicamente più maschiliste d’Italia. 

Sperando che, con a fianco la Boschi, non si accorga di avere già perso un’altra sfida.

Quella di rimanere se stessa.

 

Di seguito il resoconto dell'evento da parte del Comitato Alessandra Moretti Presidente:

"La differenza tra un sogno e un obiettivo è una data: la nostra data è il 31 maggio". Ha esordito così Alessandra Moretti parlando dal palco di un centro congressi Papa Luciani gremito da un migliaio di sostenitori del Pd e delle liste civiche a sostegno della sua corsa alla presidenza della Regione Veneto.
"Qualche mese fa, quando siamo partiti, sembrava impossibile, oggi siamo ad un passo da compiere l'impresa - ha aggiunto Alessandra Moretti spiegando - Ci chiamavano la “locomotiva del Nordest” e ci sentivamo orgogliosi di quel ruolo. Ma anche i treni più veloci e tecnologici nei punti più difficili del tracciato hanno bisogno di una guida sicura.
Di qualcuno che li sappia condurre anche attraverso le curve più insidiose. Prendere in mano i comandi del treno è un grande onore, ma anche una grande responsabilità. E da questa
responsabilità Luca Zaia è fuggito”.
In molti i momenti del discorso, Alessandra Moretti ha chiamato in causa il suo principale avversario, Luca Zaia, governatore uscente del Veneto. Il discorso di Alessandra Moretti, interrotto dagli applausi dei mille in sala, è venuto dopo quattro interventi di candidati delle liste civiche a sostegno della sua candidatura e dopo una introduzione del segretario regionale del Pd Roger De Menech e del ministro delle riforme e dei rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi.
“Di fronte agli anni durissimi della crisi, Luca Zaia ha lasciato il Veneto senza guida. Ha preferito fare il capo ufficio stampa della Regione, riempiendo di comunicati le redazioni venete - ha punto Alessandra Moretti -, piuttosto che scegliere di fare il Presidente. Ma il Veneto non ha bisogno di un capo ufficio stampa. Ha bisogno di qualcuno che decida e che sappia indicare un percorso di lungo periodo. Di solito nelle competizioni elettorali il governatore uscente viene giudicato per cosa ha fatto, ma Zaia sarà ricordato per quello che non ha fatto.
Caro Zaia non ci ha ancora spiegato come sia potuto accadere che a Nervesa della Battaglia i fondi destinati ai disabili, 3 milioni di euro, siano finiti per finanziare l'apertura di una birreria degli amici di qualche tuo assessore.
Non puoi continuare a dire che “non ne sapevi nulla”. Ma come è possibile non sapere mai nulla? Il governatore del Veneto sembra che non sappia mai cosa avviene all’interno della regione. Ci sono due possibilità:
O non sapevi, e allora non governi e non controlli quello che succede in regione, e sarebbe grave, oppure, ancor più grave, hai fatto finta di non sapere che quei soldi finivano in mano agli amici dei tuoi amici”.
Ed in conclusione un accenno alto, quello verso le stelle, citando il Veneto che è già metropoli “ voglio realizzare il sogno della grande città metropolitana veneta. Una realtà unica dove sia possibile abitare a Padova ma lavorare a Verona, perchè ogni mezz’ora passa puntuale un treno, una grande città che metta in rete le sue fiere, le sue università: una metropoli che sappia valorizzare le sue straordinarie risorse culturali e turistiche. Fino ad oggi siamo stati una metropoli solo nelle meravigliose foto di Samantha Cristoforetti dallo spazio - ha ricordato Alessandra Moretti - l’unico territorio illuminato come il Veneto in tutta Europa è Parigi. Io voglio rendere quella foto una realtà che sia possibile toccare e vivere ogni giorno.
Ma un obiettivo così grande non si raggiunge da soli. Ed è proprio per questo che vinceremo: io non solo sola. E non vincerò da sola: vinceremo assieme. E’ questa la mia più grande forza. Sento di avere al mio fianco tantissime persone che si stanno battendo per un sogno. Per un obiettivo comune. Per cambiare davvero la nostra Regione”.
Alessandra Moretti da qualche giorno ha tagliato il traguardo, dopo quasi tre mesi di tour in tutti i comuni del Veneto, delle 500 cittadine visitate. “C'è un motivo preciso per cui ho deciso di andare in tutti e 579 i comuni del Veneto: volevo che nessun cittadino veneto si sentisse solo, inascoltato - ha ricordato - Volevo che tutti si sentissero parte di questa sfida e di questa battaglia. Per questo, per me ogni tappa del tour è stata come una tessera di un puzzle: un’immersione nella realtà più profonda del Veneto, leggendo negli occhi le preoccupazioni, i desideri e i sogni di migliaia di cittadini. Meritiamo di più, ma dobbiamo avere tutti - adesso e fino al 31 maggio - il coraggio di cambiare".


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