Quotidiano | Categorie: Politica

Crocifisso di Bellini a Vicenza ma Prato non ci sta: boicottiamo la Banca Popolare di Vicenza

Di Edoardo Andrein Domenica 21 Luglio 2013 alle 23:24 | 0 commenti

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Una città in rivolta. Tutto è partito da una interpellanza di un consigliere provinciale di Prato, Giovanni Bambagioni, che porta all’attenzione il caso del “Crocifisso di Bellini”, l'opera forse più prestigiosa della Galleria di Palazzo degli Alberti a Prato, un quadro trasferito a Palazzo Thiene a Vicenza, sede storica della Banca Popolare di Vicenza.

La storia in questione parte dall’acquisizione della Banca Popolare di Vicenza della Cassa di Risparmio di Prato che deteneva la proprietà di tre capolavori rinascimentali, il Crocifisso con cimitero ebraico di Giovanni Bellini, la Madonna col bambino di Filippo Lippi e la Coronazione di spine del Caravaggio (clicca per le foto).

Tre opere che nel dicembre 2011 sono state trasferite a Vicenza in occasione della mostra "Lippi, Bronzino, Caravaggio - Capolavori sacri e profani della Collezione Toscana della Banca Popolare di Vicenza" e qui sarebbero rimaste. 

I dipinti erano conservati nella Galleria di Palazzo degli Alberti di Prato, insieme ad altre opere d'arte del '600 toscano, un museo che nel 2004 aveva goduto di una migliore e razionale collocazione delle opere grazie ai lavori finanziati proprio dalla Banca Popolare di Vicenza.

L’eco della vicenda, "il ratto" dei quadri, si espande subito nella cittadinanza toscana attraverso le pagine locali di Prato del  quotidiano “Il Tirreno”, con tanto di raccolta firme lanciata oggi col relativo appello.

Un’offensiva bipartisan, con gli esponenti di tutte le forze politiche pratesi che si scagliano indignati contro il Presidente della Banca Popolare di Vicenza Gianni Zonin, chiedendo a gran voce che tutte le istituzioni di Prato agiscano subito per fare chiarezza.

“La vicenda delle opere d'arte della galleria di Palazzo degli Alberti rischia di rappresentare uno dei momenti più tristi e  oscuri della storia culturale recente della nostra città” afferma Filippo De Rienzo esponente del Partito Democratico.

“Questa è un'emergenza”, rincara la dose Andrea Bonacchi del Popolo delle Libertà, “si tratta di un vero e proprio saccheggio di opere d'arte, un danno per certi versi incalcolabile per il patrimonio storico, artistico e culturale del nostro territorio”.

Sulla vicenda interviene anche il Presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri che attacca con forza Zonin e Vicenza:

“Perché il Presidente della più importante banca del territorio sceglie, per riaffermare i propri diritti da nessuno negati, la via della chiusura negando ogni possibilità di dialogo con i pratesi? Evidentemente a Vicenza c'è la convinzione - come si dice dalle nostre parti - di averci preso ormai le misure per cui non c'è nulla da temere”.

Politici, ma non solo perché è anche il presidente degli industriali pratesi Andrea Cavicchi ad andare giù duro:

“Ho ancora nelle orecchie l'eco sgradevole delle parole di Gianni Zonin. Nel tono e nella sostanza del colloquio con il presidente della Popolare di Vicenza c'è un di più di arroganza gratuita, non commisurata alla semplice domanda di informazioni circa la sorte della collezione”

E in conclusione Cavicchi aggiunge il suo invito che si fa appello ai pratesi:

“Boicottiamo la banca. Ognuno di noi prenda una posizione come privato cittadino”.

Insomma è scoppiato un vero e proprio caso che investe anche la città di Vicenza oltre che la grande banca vicentina, a cui va lasciato il diritto di replica domani, visto che oggi era gioco forza non poterlo esercitare.


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