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La BpVI offre i soldi per la fidejussione ma il Vicenza calcio li "rifiuta": ora è allarme rosso

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 3 Luglio 2013 alle 00:56 | 0 commenti

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«Pare che la banca avesse messo a disposizione del Vicenza Calcio i soldi per la fideiussione ma che i suoi vertici abbiano preferito non farla», questa è la voce che circola tra gli addetti ai lavori da oggi, dopo che sul GdV si leggeva che «alcune scadenze pare non siano state rispettate come il pagamento degli stipendi di marzo e aprile e il deposito della fideiussione da 600 mila euro, il cui termine è scaduto ieri pomeriggio» (nella foto Zonin e Sorato con Cssingena due anni fa, ndr).

Se fino ad oggi il presidente Tiziano Cunico aveva sempre esternato sicurezza dichiarando che i soldi per la fideiussione c'erano, preoccupa sentirlo dichiarare che «... eravamo convinti che il gruppo svizzero avrebbe mantenuto gli accordi presi in Kosovo, in fondo gli avevamo chiesto un favore, poi ci hanno ripensato e hanno deciso di cambiare i patti presi». Anche se si mostra speranzoso a parole per la data ultima del 16 luglio, il presidente di turno dimentica, però e intanto, che senza fidejussione e senza aver pagato gli stipendi di marzo e aprile la squadra partirebbe già penalizzata di punti.
Questa ennesima storiaccia, comunque andrà a finire, dovrà far riflettere tutti. A Via Schio e dintorni si programma il futuro biancorosso sperando che, senza aver prima firmato alcun contratto, sgancino 600.000 euro i sicuramente "accorti e affidabili" investitori stranieri. Tutti abituè del mondo della finanza (?) come tal Hamdi Mehmeti, svizzero kosovaro titolare di quote di aziende per un controvalore di solo ... 300.000 euro circa, sembrerebbe, ma amico, dice, di un ben altro kosovaro come Behgjet Pacolli, così romantico da sposare Anna Oxa e, si suppone, molto innamorato anche del biancorosso di Paolo Rossi e Luis Vinicio se Cunico era sicuro che tirasse fuori dal portafoglio quelli che per lui, in effetti, sarebbero degli spiccioli. E a fare la mancata colletta ci sarebbe stato un tal altro Pierre Mbock, italo camerunense, noto come affitta limousine e gestore di una coop di pulizie a Parma con qualche errore di percorso come prestatore d'opera "in nero", scrivono a Parma senza accenni al colore della sua pelle ma a quello dei soldi percepiti dalla Asl locale agli inizi degli anni '90. 
La prima domanda che viene da fare a Cunico & c. è se lui, attuale presidente, nei suoi Byngo, e se il suo predecessore, Sergio Cassingena, alla cassa dei suoi Sisa Berico anticipino soldi ai loro clienti con altrettanta facilità di quella che si attendevano dagli unici extracomunitari che i vicentini avrebbero amato a prescindere, se li avessero liberati degli attuali proprietari, purchè, aggiungiamo noi, con un pizzico di chiarezza.
Ma la seconda domanda che facciamo ai veri proprietari, coperti dal velo della fiduciaria Pannorica e pubblicamente rappresentati dai due patron di facciata, è come loro, che non hanno avuto 600.000 euro da versare (ecco cosa si staranno anche chiedendo i sia pur fantomatici compratori) per iscrivere al campionato il club, potranno onorare gli impegni milionari per far sì che i nuovi possibili soci comprino la società senza i vecchi debiti, come sempre affermato.
L'aver rifiutato, se l'indiscrezione fosse confermata, l'aiuto della Banca Popolare di Vicenza, anche lei esposta per circa 2 milioni di euro col club e, quindi, interessata a salvare la società anche per motivi pratici oltre che "geopolitici", può far pensare due cose.

O C.&C. (Cunico e Cassingena, ndr) amano far venire l'infarto ai tifosi e far perdere anche un po' di immagine a una città simbolo del nord est, avendo in tasca le "certezze", leggasi soldini compresi quelli per gli stipendi arretrati, che oggi non hanno esibito alla lega.
Oppure, ma non vogliamo neanche pensarlo, dopo aver fatto l'inchino mortale a un porto straniero, C.&C. e Pannorica stanno imitando il comandante Schettino... visto che i 600.000 euro messi a disposizione da Zonin a nulla servirebbero se non ci fossero da parte dei proprietari vicentin-pannoricensi la possibilità e la volontà di onorare i vecchi impegni milionari. In questo, tragico, caso, avranno pensato, tanto vale preparare l'opinione pubblica e i tifosi a dare la colpa a chi non avrebbe mantenuto «gli accordi presi in Kosovo». E, magari, proporre per ritorsione l'espulsione di tutti i kosovari e i camerunensi di Vicenza convocando subito i loro consoli. Povero Vicenza, cari tifosi!


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