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Il M5S nelle carceri venete: le proposte per l'elevato numero di stranieri e drogati

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 10 Novembre 2013 alle 15:52 | 0 commenti

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Movimento 5 Stelle - Questa mattina alle ore 8:30 i nostri portavoce alla Camera ed al Senato Federico D’Incà e il vicentino Enrico Cappelletti si sono recati in visita - senza preavviso - alla Casa Circondariale di Belluno, visita realizzata nell’ambito del programma di ispezioni M5S, presso le case di detenzione della regione Veneto.

La Direttrice del carcere, Dott.ssa Tiziana Paolini ha cortesemente fornito i seguenti dati: sono ospiti dalla casa di reclusione attualmente 107 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 100. Il 70% dei detenuti sono definitivi; il restante 30% in attesa di primo giudizio o sentenza d’appello. 45 detenuti sono conosciuti come essere tossicodipendenti. L’ottanta per cento dei detenuti è di origine straniera. La maggioranza della popolazione detenuta è costituita da maschi (83), ma ci sono anche, in separate sezioni, donne e trans.

La struttura dimostra tutti i suoi 80 anni di storia. Tuttavia i recenti lavori di ristrutturazione, in parte ancora in corso, ed il tutto sommato corretto numero di detenuti ospitati rispetto alla sua capienza regolamentare, rendono questo carcere una positiva anomalia nel panorama delle carceri italiane, che sono schiacciate da una presenza media di detenuti pari al +36% oltre la capienza regolamentare.

Più in generale colpisce la presenza di un numero così elevato di stranieri. La domanda - rimasta senza esauriente risposta - è come mai non vengano applicati gli accordi internazionali per far scontare la pena degli stranieri nel loro paese di origine. Si pensi ad esempio che se si potessero far rientrare nel loro paese a scontare la pena i detenuti stranieri più comuni, cioè di nazionalità Albanese, Marocchina e Tunisina, la popolazione detenuta in Italia diminuirebbe di ca. 10.000 unità, risolvendo d’un sol colpo – se non in tutto almeno in buona parte – il problema del sovraffollamento carcerario. E vi sarebbe per lo Stato un risparmio di 1.280.000 EU/giorno, che in parte potrebbe essere corrisposto al paese di origine del detenuto, come partecipazione agli oneri connessi alla detenzione. Rendendo dunque del tutto inutile ogni ipotesi di indulto o amnistia.

Altra considerazione deve essere fatta sul numero elevatissimo di detenuti tossicodipendenti. In Italia sono 23.000 i detenuti in carcere per reati connessi alla droga. Si impone dunque un ripensamento in particolare della Fini-Giovanardi, che ha rilevato nel tempo tutta la sua inefficacia rispetto agli obiettivi proposti.

Un discorso a parte deve essere fatto per la custodia cautelare, il cui ricorso eccessivo è figlio della eccessiva lunghezza dei processi. Per ridurre l’uno e l’altra il M5S ha depositato dei disegni di legge tesi a sospendere il decorso della prescrizione dal rinvio a giudizio dell’imputato. Questo provvedimento avrebbe la conseguenza di disincentivare le innumerevoli pratiche dilatorie poste in essere per ritardare lo svolgimento dei processi, incentivando il ricorso ai riti alternativi, come il patteggiamento.

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