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I casi Borgo Berga e Dal Molin, il logo Unesco e le sue ispezioni a Vicenza, Parolin provoca: mosse da "politica e versamenti?"

Di Luciano Parolin Mercoledi 12 Aprile 2017 alle 22:18 | 0 commenti

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Pubblichiamo un contributo di Luciano Parolin che ce lo invia "con la speranza che apra una discussione"

Il 15 dicembre 1994, il Comitato per il patrimonio mondiale UNESCO, riunito a Pukhet, in Thailandia, inseriva Vicenza nella lista, sulla base di due criteri: a) Vicenza costituisce una realizzazione artistica eccezionale per i numerosi contributi architettonici di Andrea Palladio, che, integrati in un tessuto storico, ne determina il carattere d'insieme; b) grazie alla sua tipica struttura architettonica, la città ha esercitato una forte influenza sulla storia dell'Architettura, dettando le regole dell'urbanesimo nella maggior parte dei paesi europei e del mondo intero.

Logo Unesco Patrimonio mondialeIn questi mesi, la città, a causa dei siti di Borgo Berga, del Tribunale nella stessa area e dell'ex Dal Molin, ha avuto modo di conoscere realmente il Logo Unesco Patrimonio dell' Umanità che Vicenza ha acquisito grazie ad Andrea Palladio e le sue opere.

L'Unesco è un organismo dell'ONU delegato alla tutela della bellezza ed è un valido richiamo turistico culturale mediatico per tutti i siti iscritti nella lista. Nel 1996 il riconoscimento dell'UNESCO è stato esteso fino a includere anche le ville palladiane della provincia (altre sedici). Vicenza è quindi uno dei siti UNESCO che possiedono il maggior numero di monumenti protetti: ben 47. I più conosciuti in centro storico: la Basilica, Palazzo Chiericati, il Teatro Olimpico, La Rotonda. Mi domando, chi paga questo marchio? Quali benefici ne abbiamo?
L'agenzia dell'Onu per la salvaguardia dei tesori architettonici ha un bilancio di circa 800 milioni di dollari la metà spesi per il personale; ma solo 30 milioni sono impiegati per l'organizzazione effettiva dell'agenzia di cui circa 8 milioni sono spesi per la graduatoria delle candidature e le riunioni; circa 6 milioni per l'assistenza rivolta ai paesi più poveri come la Tanzania con 1,3 milioni di $, a seguire Brasile, Perù, Costarica, Egitto poco meno di 1 milione. L' Italia, i paesi Europei, gli Stati Uniti non ricevono nulla per il patrimonio. L'Italia e il Giappone sono i primi "sostenitori" con 52 milioni di € complessivi. Il Ministero dei Beni Culturali spende 11 milioni di € per le città patrimonio dell'umanità? Risulta quindi che a pagare il Logo Unesco sia l'Italia. E Vicenza, quanto sborsa? Se facciamo un semplice calcolo di costi e benefici, i ritorni economici, come afflusso turistico, legati al marchio Unesco sono bassi, meno del 30% (rilevazione de Il Giornale E. Fontana). Un altro studio rileva che i siti Unesco del nostro Bel Paese hanno uno scarso ritorno commerciale, sedici volte inferiore a quelli americani, forse perché l'Italia ha ridotto i contributi al fondo World Heritage a 122 mila € da 163 mila del 2013. Risulta chiaro che più che la bellezza e l'antichità dei nostri gioielli conti la politica e i versamenti. Gli ispettori itineranti dell'Unesco sono venuti a Vicenza per controllare e verificare la conservazione dei siti in "pericolo" ci costeranno oltre 50 mila $ che io farei pagare a coloro che li hanno chiamati in causa con scarso senso civico e recando danni d'immagine alla nostra città.

Luciano Parolin

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