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Giulianati: biblioteche, l’archivio Rumor e il malizioso folletto a Vicenza

Di Citizen Writers Venerdi 27 Febbraio 2015 alle 15:07 | 0 commenti

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Mario Giulianati, presidente dell'Associazione culturale "11 settembre", fa una riflessione sull’operato dell’assessore Jacopo Bulgarini d’Elci per la questione delle biblioteche e dell’archivio Rumor 

Vicenza, la città bellissima, è anche una città che non rinuncia, a volte, di stupire per alcune scelte che creano l’impressione che esista un misterioso antico malizioso folletto  che appare e sparisce, anche per lunghi periodi, per poi ricomparire e  mettere  sottosopra la tranquillità  della   gente vicentina.

Ho l’impressione che dopo il lungo e tormentatissimo iter del Teatro Comunale, risolto  dalla Giunta retta da Enrico Hüllweck, il folletto malizioso che ha percorso le cronache vicentine per cinquanta anni e poi si sia chetato, oggi si sia risvegliato. Il primo segnale, a parer mio, è stato dato quando il sindaco Achille Variati, ha deciso che uno storico assessorato alla cultura divenisse assessorato alla crescita assegnandolo ad un  giovane, o quasi, signore, che probabilmente conoscerà la mission affidatagli ma che questa non è mai stata  illustrata alla città se non  per mezzo di iniziative, alcune importanti, vedi gli eventi in Basilica  Palladiana strumento  di promozione turistica di massa (la crescita culturale di una comunità appoggia su  ben altre iniziative) economicamente costose  ma probabilmente anche fonte di benessere  per alcuni settori. Oppure con  iniziative natalizie quasi cimiteriali. Crescita civile, sociale, culturale, non pare proprio che sia la preoccupazione, pardon, la mission, di questo  assessorato, allorquando si punta a chiudere mezzo sistema bibliotecario  periferico  con la giustificazione che  non ci sono i denari né il personale adeguato. Tre su sei  sedi  bibliotecarie esterne della Bertoliana, condannate alla chiusura e, trasformate in “centri di aggregazione”  dove, si dice, si potrà anche leggere. Una  benevola  graziosa concessione  dell’assessore alla Crescita. Questo simpatico signore che non ha mai esitato a prendere decisioni  dure e pure, senza il minimo tentennamento. Forse non sarebbe male che qualcuno, che di queste cose se ne intende, gli spiegasse  cos'è in realtà  una biblioteca, seppur  di periferia. Ma  si aggiunge  un ulteriore momento di incomprensione  tra  chi crede che  oltre gli spazi per la  cultura, servano anche  gli strumenti primi – cioè i libri e i documenti- per  poter parlare di crescita di una comunità. Leggo ora, sulla stampa, che vi è il pericolo, serio, che  il più importante archivio storico-politico del secolo scorso,  quello  costituito dalla documentazione del più importante personaggio politico vicentino del secolo scorso, prenda la strada  di Roma. Un archivio riordinato dalla Fondazione Rumor retta dall’avv.to Lorenzo Pellizzari  che vi ha profuso un impegno appassionato e  intelligente con  coraggiosa determinazione. L’assessore alla crescita, con la partecipazione corale della giunta, a quanto pare, posto di fronte  al problema degli archivi Rumor, dichiara, anima candida, sul Corriere del Veneto  “La collocazione dell’archivio è un falso problema- Se verrà digitalizzato potrà  essere consultato via internet da tutto il mondo. Non ci deve essere una posizione di egoismo, non lo vedo come uno scippo o una perdita."  Se questa  è la logica per sostenere  una tesi di rinuncia al patrimonio culturale, che senso ha organizzare i grandi eventi  spendendo milioni, quando si possono mettere in internet  tutte le opere d’arte e  organizzare delle mostre virtuali? Ed ancora perché non concentrare  tutti i manoscritti, gli incunaboli e i più rari e preziosi libri in un  caveau inattaccabile, magari costruito anche questo in terra laziale,  e digitalizzare il tutto, mettendolo poi a disposizione  di chiunque via internet?- Non avremmo bisogno di spendere quattrini per rinnovare la Bertoliana, per   garantire la sicurezza ai nostri musei, per organizzare visite di istruzione dei nostri  studenti in località dove è nata la civiltà, si sono sviluppate le arti, si è scritta la storia. Credo proprio che il  folletto malizioso sia riapparso e, come per il passato, abbia sparso   la sottile nebbia  della presunzione sulla città.

Rinunciare, per una amministrazione comunale, ad un patrimonio archivistico così  importante, trincerandosi dietro la mancanza di denaro, quando   molto di questo è stato speso senza  molta attenzione ma  certamente con tantissima determinazione, mi sembra sia un comportamento irrazionale che, in qualche misura trova una sua radice proprio all’epoca della dipartita  dell’on. Rumor coincidente con la prima giunta Variati, seguita poi dalla giunta Quaresimin, ambedue democristiani e  incapaci di onorarne la memoria dedicandogli una piazza, una strada , un viale. Cosa questa che avvenne solo quando alla guida della città arrivò Enrico Hüllweck, uomo di destra. Penso che tutto questo meriti una attenta riflessione.  Considero molto importante  l’atteggiamento assunto in questa circostanza dal Presidente della Bertoliana, il dott. Giuseppe Pupillo che chiede che l’archivio Rumor rimanga a Vicenza. Così come trovo lodevole l’atteggiamento, sempre in relazione a questo fatto, assunto dal Senatore Giorgio Santini e dall’on. Daniela Sbrollini che si sono  impegnati su questo fronte, augurandomi che altri parlamentari e altre personalità si attivino affinché l’archivio rimanga, certamente digitalizzato, ma a Vicenza. Forse così il malizioso folletto tornerà a dormire. Almeno per un po’.


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