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Gaza: la falsa equidistanza di Federica Mogherini e i versi di Primo Levi

Di Giorgio Langella Venerdi 1 Agosto 2014 alle 23:27 | 0 commenti

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Secondo quanto riferisce l'ANSA, Federica Mogherini, ministro degli esteri, in aula alla Camera, ha detto, riferendo sulla situazione di Gaza: "L'invito che vorrei fare, a tutti noi in quest'aula e all'opinione pubblica italiana è di non farci intrappolare anche noi in quella bolla di odio, di non cedere alla logica della partigianeria, all'idea che ci si debba dividere tra 'amici di Israele' e 'amici della Palestina', che si debba scegliere da che parte stare, nel conflitto tra due disperazioni e tra due esasperazioni".

Un'equidistanza che vuol dire non avere chiara la situazione né, tanto meno, avere la minima idea di come intervenire. Perché, non prendere posizione alcuna, significa scegliere di restare a guardare. È indice di abulia politica, assenza di proposte e incapacità di pressione che sono, appunto, quello che dimostrano le diplomazie di Italia e Europa. Altri governi, a partire dal Brasile e dall'Ecuador che hanno richiamato in patria i rispettivi ambasciatori in Israele, hanno preso posizione. Sull'apertura di un inchiesta dell'Onu sui "possibili crimini di guerra"a Gaza, Italia ed Europa si sono astenute, dimostrando, appunto, quella mancanza di scelta e una equidistanza parolaia che, di fatto, significa stare dalla parte del più forte.

Infatti, è di queset ore la notizia che secondo un documento della Difesa, alcuni F-15 e F-16 dell'Israeli Air Force sono attesi al poligono di Capo Frasca (Oristano) per esercitazioni durante le quali sganceranno bombe inerti da una tonnellata. Questo sta a significare che il governo italiano considera che non si debba e non si possa almeno sospendere la collaborazione militare con il governo israeliano che è impegnato in una guerra che nulla ha di difensivo e sta bombardando la striscia di Gaza. I palestinesi uccisi a Gaza negli ultimi 23 giorni sono ormai oltre 1.300; tra questi i bambini sono più di 200. Ogni giorno ci sono cannoneggiamenti e distruzione di case, ospedali e scuole con decine di vittime civili innocenti. Una furia omicida e una crudeltà che non è degna di un paese civile quale dovrebbe essere Israele. La comunità internazionale dovrebbe agire isolando il governo israeliano come fece con il Sudafrica all'epoca dell'apartheid e non rendersi complice del massacro in atto senza prendere una netta posizione. Italia ed Europa dovrebbero chiedere la condanna dei crimini contro il popolo palestinese; la fine immediata degli attacchi aerei e delle operazioni terrestri contro il popolo della Palestina; il ritiro dell'esercito israeliano di occupazione; la liberazione di tutti i prigionieri politici dalle carceri israeliane; la distruzione dell'inaccettabile muro di divisione e la sospensione di tutte le forme di blocco ai palestinesi, a Gerusalemme, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza; la fine degli insediamenti coloniali e il ritiro di tutti i coloni insediati al di là delle frontiere del 1967; il diritto al ritorno di tutti i rifugiati palestinesi alle loro case, sulla base delle corrispondenti decisioni dell'ONU; la cancellazione delle esercitazioni militari e di tutti gli accordi di cooperazione militare con Israele; uno Stato palestinese entro i confini del 1967, con capitale Gerusalemme Est.

Solo ridando al popolo palestinese la possibilità di vivere in maniera dignitosa e libera si potrà sperare di risolvere la situazione e mettere le basi per una pace duratura. Altrimenti, se rimarrà la situazione attuale con l'aggravamento delle condizioni di vita e l'uccisione indiscriminata dei palestinesi, l'odio e la brutalità saranno l'unico risultato possibile.

Intanto oggi, 1° agosto, le notizie provenienti dalla Striscia di Gaza sono sempre più drammatiche.

Continui bombardamenti, una tregua durata solo un paio d'ore e subito infranta. Accuse reciproche tra Israele e Hamas di violazione della tregua.

Il "rapimento" di un soldato israeliano, per altro smentito da Hamas, (ma perché chiamarlo "rapimento" e non con altro termine vista la guerra in atto?) che diventa la notizia del giorno, quella sulla quale puntare i riflettori.

E, intanto, anche oggi i morti dei bombardamenti sono decine. Vengono colpiti ospedali, abitazioni, scuole. Manca l'acqua, l'elettricità, le medicine, gli ospedali ... qualsiasi futuro. Non c'è nulla di "intelligente" in tutto questo. Molto di "chirurgico" nel bombardamento dell'unica centrale elettrica. Una situazione da assedio medioevale compiuto con le tecnologie belliche più avanzate.

Le fotografie che si possono vedere (non i falsi circolati qualche settimana fa, quelle vere di questi giorni) mostrano disperazione, dolore, morte. Una situazione che ormai travalica la tragedia.

Si assiste, impotenti, alla decimazione di un popolo colpevole di trovarsi là, nel posto sbagliato. Un popolo che "dà fastidio" e che, evidentemente, conta poco o nulla.

Si assiste, dai comodi divani delle nostre case, al massacro in atto e chi ha un minimo di coscienza resta attonito di fronte a una crudeltà diventata una cosa normale, al terrore che si legge negli occhi dei bambini e degli adulti, alla rassegnazione, alla rabbia, all'orrore quotidiano. Al considerare le persone uccise "danni collaterali", "scudi umani", "pedine" di un gioco infernale che non vorrebbero giocare ... "numeri" di una statistica indecente.

E, allora, mentre sarebbe giusto ripudiare la guerra, principio fondamentale della nostra Costituzione che sta per essere stravolta da un governo attento solo a varare "riforme" istituzionali che limitano il diritto dei cittadini di eleggere i propri rappresentanti, tornano alla mente i versi di Primo Levi che è necessario rileggere e meditare.

Se questo è un uomo

 

Voi che vivete sicuri

nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

che lavora nel fango

che non conosce pace

che lotta per mezzo pane

che muore per un si o per un no.

Considerate se questa è una donna,

senza capelli e senza nome

senza più forza di ricordare

vuoti gli occhi e freddo il grembo

come una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:

vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

stando in casa andando per via,

coricandovi, alzandovi.

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

la malattia vi impedisca,

i vostri nati torcano il viso da voi.

 

(Primo Levi)

 

 

 

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