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Federico Maria Sardelli presenta, a Vicenza, "L'affare Vivaldi"

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 7 Febbraio 2016 alle 10:56 | 0 commenti

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Martedì 9 febbario Federico Maria Sardelli presenta il suo nuovo romanzo “L’affare Vivaldi” alle ore 18.00 al Galla Caffè di Vicenza. Con l’autore dialoga il critico musicale Cesare Galla. La presenza di un critico musicale accanto a un autore di romanzi non è inappropriata. Sardelli infatti, oltre a essere scrittore, pittore, musicologo è soprattutto un grande direttore d’orchestra. Nelle vesti di direttore salirà sul podio del Teatro Olimpico per dirigere la OTO-Orchestra del Teatro Olimpico mercoledì 10 per un concerto con musiche di Bach, Beethoven e Kraus. 

L’incontro al Galla Caffè è l’occasione per avvicinare un grande artista dal talento poliforme, molto noto come musicista ma forse meno conosciuto come scrittore e autore satirico. 
“L’affare Vivaldi”, pubblicato dalle edizioni Sellerio e vincitore, tra l’altro, del premio Comisso lo scorso anno, ha come è facile immaginare, al suo centro la figura di Antonio Vivaldi e la vicenda dell’oblio in cui era caduta la sua opera e i motivi della sua rocambolesca riscoperta all’inizio del Novecento. Sardelli, tra i massimi esperti vivaldiani, in questo libro mette sulla pagina tutte le sue competenze storiche e musicali e racconta l’avvincente riscoperta dei manoscritti del Prete Rosso, arrivati fino a noi dopo una serie di intricate quanto incredibili avventure. Il talento narrativo di Federico Maria Sardelli trasforma la ricostruzione fedele e accurata dei fatti in un avvincente romanzo storico, pieno di suspense e colpi di scena. 
Il libro. «La storia della riscoperta dei manoscritti di Vivaldi è davvero andata così. Diversamente dalla frase che i romanzieri pongono di solito alla fine del loro lavoro, io devo invece assicurare che i fatti narrati sono realmente accaduti, e solo in pochi casi ho dovuto inventare. La concatenazione degli eventi, per quanto bizzarra possa sembrare, è dovuta alla storia». Se conosciamo Vivaldi quanto lo conosciamo oggi, oltre le Quattro stagioni, ciò è dovuto alle peripezie dimenticate – assurde, incredibili, comiche, cariche a volte di suspense, intricate come uno spettacolo drammatico e farsesco – che questo romanzo storico rivela. Il Prete Rosso, passato di moda dopo una vita di successi, morì in miseria e indebitato fino al collo. I manoscritti con la sua musica inedita, raccolta in centinaia di partiture autografe, passarono di mano in mano fra bibliofili e lasciti ereditari, scomparendo per quasi due secoli. Riemersero, seguendo vie accidentate e occulte, grazie al congiungersi dell’avidità di un vescovo salesiano e l’intelligente intuito di due studiosi appassionati, Gentili e Torri, musicologo dell’Università di Torino il primo, e direttore della Biblioteca Nazionale della città il secondo. Ma da questo momento in poi gli autografi del musicista veneziano dovettero passare nuove disavventure. Causa stavolta l’indifferenza dello Stato, l’odiosa idiozia antisemita del regime fascista, l’opportunismo e l’ingratitudine dei nuovi padroni dell’Italia. È un apologo, umoristico e tragico, della ben nota insensibilità dello Stato italiano verso i suoi patrimoni più nobili, e della sua ingratitudine. Ma vuole anche ristabilire una verità storica ed essere un tributo. 
«Luigi Torri ed Alberto Gentili sono i veri eroi di questa vicenda. Se oggi conosciamo Vivaldi lo dobbiamo al loro fiuto, alla loro intelligenza, al loro infaticabile sforzo». 
Federico Maria Sardelli: direttore d'orchestra, flautista, musicologo (è membro del comitato scientifico dell'Istituto Italiano Antonio Vivaldi presso la Fondazione Cini e dal 2007 è responsabile del Catalogo vivaldiano), compositore, pittore e incisore (dall'età di 15 anni è membro ad honorem dell'Accademia delle Arti dell'Incisione), ritrattista, fumettista, autore satirico (collabora con “Il Vernacoliere” da quando aveva 12 anni) e scrittore di romanzi di successo (il suo ultimo lavoro per Sellerio, dal titolo “L'Affare Vivaldi”, ha vinto il Premio Comisso 2015). Nato nel 1963 a Livorno, nel 1984 Sardelli fonda l'orchestra barocca “Modo Antiquo” con la quale, da allora, svolge intensa attività concertistica in tutta Europa. Direttore principale ospite dell'Orchestra Filarmonica di Torino, Sardelli è spesso invitato sul podio di altri prestigiosi ensemble come il Gewandhaus di Lipsia, la Staatskapelle Halle, la Kammerakademie Potsdam, la Real Filarmonica de Galicia, il Maggio Musicale Fiorentino, l'Orchestra dei Pomeriggi Musicali... In campo discografico ha al suo attivo oltre 40 incisioni (per Naïve e Deutsche Grammophon) in veste di direttore e di solista, alcune delle quali si sono guadagnate la nomination ai “Grammy Awards”.Il suo nome è legato alla rinascita del teatro musicale vivaldiano dei nostri tempi con prime rappresentazioni, incisioni ed edizioni mondiali di numerose opere inedite del “Prete rosso”: nel 2005 ha diretto a Rotterdam la prima mondiale di “Montezuma” (riscoperta dopo 270 anni), nel 2006 a Firenze la prima ripresa mondiale di “L'Atenaide” e nel 2012 ha inciso per Naïve, in prima mondiale, le ultime otto scoperte vivaldiane e ha diretto il nuovo “Orlando Furioso” da lui riscoperto e ricostruito. Come membro del comitato scientifico dell'Istituto Italiano Antonio Vivaldi ha pubblicato, fra gli altri, il volume “La musica per flauto di Antonio Vivaldi”, il “Catalogo delle concordanze musicali vivaldiane” e dirige la collana in facsimile “Vivaldiana”, edita da SPES.


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