Marini candidato presidente. Zanettin dubita, Renzi e Vendola contro, leghista Busin tattico
Mercoledi 17 Aprile 2013 alle 21:45 | 0 commenti
L'ex presidente del Senato Franco Marini era il nome su cui Pd, Pdl e Scelta Civica sembravano convergere prima delle assemblee dei gruppi sia dei democratici che berlusconiani. La conferma della convergenza sull'ex sindacalista della Cisl, eletto col Pd e già presidente del senato, arriva da Silvio Berlusconi ai suoi gruppi parlamentari riuniti dalle 21 presso l'auletta Gruppi in Campo Marzio. Â
Il commento in tempo reale del senatore vicentino Pierantonio Zanettin raggiunto al telefono, mentre ancora si sentono gli applausi di fondo dei presenti, è di soddisfazione mista al timore che il Pd non sia compatto nel seguire l'accordo: «Si temono franchi tiratori all'interno del Partito democratico, che sembra un partito nel caos».
E malumori sull'ipotesi Marini si erano già registrati prima che diventasse il presidente più papabile sia da parte dell'area "destra" del partito con Matteo Renzi a non condividerne al scelta sia per bocca dell'ala sinistra della coalizione che con Nichi Vendola affermava in tarda serata: «Se queste sono le prove del governissimo, io non ci sto».Â
Ecco le prime reazioni registrate dalla nostra Ida Bini a Roma
Quirinale: Marini, ma con riserva
Il nome custodito gelosamente per tutto il giorno da Bersani e da Berlusconi, alla fine, è uscito: è quello di Franco Marini, già sindacalista, ex presidente del Senato. Dovrebbe essere il nome della condivisione, quello che dovrebbe unire tutti i partiti - Pd, Pdl e Scelta civica - per essere votato a grande maggioranza già dal primo scrutinio, invece sta provocando forti malumori. Nella riunione dei gruppi del Pdl Berlusconi accetta Marini ma dice che potrebbe non essere il nome scelto sin dal primo giorno; insomma, il Cavaliere sembra poco convinto e lo dice ai suoi. Il Pd invece si spacca, senza mezzi termini: "Ve lo immaginate con Obama?", si chiede ironicamente Matteo Renzi, che nel Pd controlla una sessantina di voti e qualche ruggine col segretario, vista la sua mancata elezione a grande elettore, ce l'ha. Il sindaco di Firenze ammette pubblicamente che sarebbe meglio votare con il movimento 5 stelle, che solo oggi ha ufficializzato la candidatura del giurista Stefano Rodotà . "E' meglio lui", dice Renzi, e la rivolta corre anche sul web. Una pattuglia di elettori del Pd ha manifestato davanti al teatro Capranica durante la riunione dei gruppi del Pd con Bersani chiedendo a gran voce che venisse appoggiata la candidatura di Stefano Rodotà . A scegliere il candidato dei grillini è anche sinistra e libertà , con Nicki Vendola che ribadisce il suo no al governassimo e agli "inciuci", e l'ha detto sin dal primo pomeriggio.
Si aprono i giochi, che non saranno meno tattici durante le votazioni di quanto lo siano già stati prima della seduta comune del Parlamento. La Lega Nord si è riunita in prima serata col segretario Roberto Maroni, che ha dato la linea: alla prima votazione il nome che il Carroccio scriverà sulla scheda è quello di Manuela Dal Lago, "a meno che domattina non succeda qualcosa di straordinario" dice l'onorevole Filippo Busin, che ribadisce "il no assoluto della Lega a Amato, Monti e Prodi. E anche a Stefano Rodotà ".
Ida Bini
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