Chi troppo vuole, fa stringere il Pd col Pdl
Domenica 3 Marzo 2013 alle 00:18 | 4 commenti
E' chiara la strategia di Grillo&Casalegno: umiliare, e sì che ne hanno ragioni da vendere, i partiti e, quindi, Partito Democratico e Popolo della Libertà , incatenandoli all'immobilismo con i loro "niet" a qualunque tipo di convergenza, sia pure momentanea e su punti specifici, che pure fanno parte del programma del Movimento 5 Stelle, pur di portarli allo sfinimento e al ritorno alle urne dove i grillini si vedono già trionfatori. E quì vengono meno le loro ragioni.
Perchè sarebbero i cittadini che loro dicono di essere e di rappresentare (e gli altri chi sono?) a pagare le conseguenze drammatiche del nulla istituzionale: governo in chissà quale prorogatio con l'odiato Monti disposto chissà perché a gestire l'ordinaria amministrazione mentre il parlamento legifera sui provvedimenti fondamentali (le leggi elettorale, anticorruzione, contro il conflitto d'interessi, per la riduzione dei costi della politica ...), con quali presidenti delle camere e con quale presidente della Repubblica non si sa se, come e da chi eletti.
Tutto è storicamente legittimo, anche la rivoluzione come diritto estremo dei popoli alla libertà e alla democrazia che li riporti nei parlamenti a decidere di se stessi e per se stessi.
Ma questo vale se i popoli lottano per riappropriarsi dei parlamenti, mentre è segno di irresponsabile vigliaccheria presentarsi ai popoli per farsi eleggere al parlamento e poi non farlo funzionare.
Magari per l'obiettivo di farlo sciogliere e tornare al voto per stravincere e azzerare gli altri (è democrazia questa?) incuranti dei danni che nel frattempo, non nascondiamo la testa sotto la sabbia, subirannno i milioni di più deboli.
In tutto questo, però, i grillini, forse, non considerano un fatto, anzi due.
Il primo, a breve: il Pd che ha aperto al M5S potrebbe stancarsi di ricevere in cambio solo insulti  per optare per un accordo a tempo e istituzionale col Pdl su un programma ridotto rispetto quello attuabile con Grillo  e, quindi, a tutto vantaggio dei desiderata personali di Berlusconi.
Il secondo, di prospettiva: i milioni di voti di protesta a favore del M5S sono arrivati non solo da chi lo ha scelto da altri lidi ma anche, e moltissimi, da ex Pd ed ex Pdl, che, basta parlare con loro per le strade, lo hanno fatto per dare un segnale di scossa, un avvertimento ai loro partiti.
Ora, se si tornerà alle urne, perchè Grillo avrà umiliato tutti senza trovare soluzioni ai problemi che dice di volere risolvere, lui e i suoi fan sono sicuri che "i transfughi per un turno" del Pdl e del Pd rimarranno stabilmente su una barca che, sarebbe chiaro, si vuole pilotata da un condottiero unico, sprezzante di tutti gli altri. Non solo dei disonesti al vertice dei vecchi partiti ma anche dei milioni di cittadini (non solo quelli doc marcati Grillo) che vogliono decidere da chi far timonare quella barca  ma che, magari, non vogliono, legittimamente, Grillo come suo comandante?
Quei transfughi potrebbero tornare (per chi scrive "torneranno")Â a casa col Pdl o col Pd, a quel punto parzialmente rinnovati (anche grazie a Grillo) ma costretti, gioco forza, ad abbracciarsi a meno che uno dei due prevalga.
Se è questo che Grillo vuole, continui con le sue ipotesi di non governo, poi verrà stritolato da chi, comunque, vuole un'Italia rifondata ma governabile e "presentabile".
Se, invece, il leader del M5S vuole aiutare il Paese a rifondarsi e vuole entrare nella storia dei nuovi Costituenti raccolga pure i frutti del successo e detti anche le condizioni sostanziali per costruire una guida che consenta all'Italia di uscire dal tunnel ma si assuma le sue responsabilità di governo.
Altrimenti sarà responsabile del colpo finale alla democrazia di questo triste e tristo Paese. E ne verrà schiacciato.
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se Grillo facesse quello che lei auspica sarebbe la fine del movimento e tutto tornerebbe come prima o anche peggio.