Quotidiano | Categorie: Mostre, Architettura

Caldogno, giornata di studio dedicata a Chemello, progettista dell'ossario del Pasubio

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 21 Settembre 2015 alle 18:54 | 0 commenti

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Comune di Caldogno 

Sabato 26 settembre prossimo dalle 17,30 in villa Caldogno è in programma il convegno sull'opera dell'ingegner Ferruccio Chemello, uno dei più importanti progettisti vicentini vissuto a cavallo tra '800 e '900, famoso per il "liberty guerriero", uno stile molto originale che ha nel sacello ossario del Pasubio, il suo manifesto. L'appuntamento, secondo la curatrice Chiara Rebellin, vuole essere un'anteprima dell'esposizione monografica "La Grande Guerra. Storia collettiva e memoria intima. Ferruccio Chemello architetto del suo tempo" che villa Caldogno ospiterà nella primavera del 2016.

La mostra, promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Caldogno con il contributo della Regione del Veneto, percorre l'opera di Ferruccio Chemello (1862 - 1943) tra i più interessanti e fecondi architetti che hanno operato nella provincia di Vicenza tra la fine dell'800 e gli anni a cavallo del primo conflitto mondiale.
I temi trattati forniranno un quadro completo del periodo storico in cui Ferruccio Chemello vive, rivolgendo particolare attenzione al clima artistico e politico in cui l'architetto crea le sue opere, che spaziano dall'architettura civile a quella religiosa, dai monumenti alla memoria ai manufatti industriali. In ambito civile interpreta le suggestioni del Liberty, dell'Art Nouveau, del Secessionismo e dello stile chalet svizzero, mentre nell'architettura religiosa compendia in una cifra eclettica personalissima uno stile revivalista di stampo spirituale neoromantico, volto a recuperare il sapore del primitivo.
Sebbene egli sia noto soprattutto per il famoso Ossario del Pasubio, tutta l'area vicentina è disseminata di opere che portano la sua firma, tra cui molti edifici religiosi realizzati durante il sodalizio avuto con il Vescovo Rodolfi durante primi decenni del '900.
La lectio a più voci vuole quindi offrire una panoramica sul lavoro di questo importante interprete dell'architettura d'inizio secolo, preparando il campo alla mostra che verrà inaugurata nella primavera del prossimo anno.


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