Quotidiano | Categorie: Fatti

Anche dopo la "censura" comminata a Giovanni Villa non si riesce a fare trasparenza sulla gestione della Fondazione Roi: perchè?

Di Ubaldo Alifuoco Mercoledi 17 Gennaio 2018 alle 18:15 | 0 commenti

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Continuo a non capire perché non si riesce a fare trasparenza sulla gestione passata della Fondazione Roi e sul ruolo vicentino del professor Giovanni Carlo Federico Villa. Può sembrare una questione marginale rispetto ad altri problemi della città. Ma proprio per questo, per la semplicità tecnica delle vicende citate, non si comprende perché non si reagisca con chiarezza agli errori del passato e non si volti pagina. Leggo l’articolo del direttore Giovanni Coviello e, sobbalzando sulla sedia, apprendo che il prof. Villa ha mentito a tutti (visto che lo ha detto anche alla stampa) quando ha pubblicamente sostenuto di aver chiesto alla Università di Bergamo, dalla quale dipende, l’autorizzazione ad assumere gli incarichi vicentini. Per tale fatto ha anche subito un provvedimento di “censura”.

La povera Fondazione Roi è stata avvolta da una massa di ambiguità e di aggressioni al suo patrimonio. Ricordiamole:

·      la gestione di Gianni Zonin ha sottratto alle attività previste dallo Statuto 29 milioni per acquistare azioni della Banca Popolare di Vicenza che poi sono andate in fumo;

·      la stessa gestione Zonin ha destinato un altro paio di milioni all’acquisto di un cinema (ex Cinema Corso, ndr), con una operazione che esula completamente dalle previsioni statutarie;

·      nonostante le richieste ufficiali, le carte del passato non saltano fuori anche se sappiamo che ci sono (esiste certamente un atto fondativo con allegato l’inventario del patrimonio da cui si dovrebbe partire per appurare i fatti successivi);

·      il Comune di Vicenza ha chiamato il prof. Villa a svolgere un ruolo del tutto ambiguo, e non previsto dal PEG, nell’ambito del museo cittadino;

·      lo stesso Comune ha destinato il prof Villa al posto di “membro di diritto” nel Cda della Fondazione Roi, in sfregio allo Statuto che per quel ruolo prevede in modo tassativo la figura del direttore del museo (che è altra persona, come ognuno può verificare leggendo il sito del Comune);

·      adesso salta fuori che questo prof. Villa, oltre a coprire ruoli che non gli competono, non si fa problemi a mentire su un punto importantissimo come l’autorizzazione ad assumere gli incarichi presso il Comune vicentino.

Se si vuole veramente discontinuità rispetto ad una gestione passata, deleteria e umiliante per la Cultura della nostra città, bisogna fare subito chiarezza su tutti questi avvenimenti. Non c’è la necessità di indagini complicate e lunghe, basta un minimo di volontà per aprire i cassetti e pubblicare le carte. E basta ringraziare il prof. Villa e rimandarlo al mittente. In città ci sono molte persone di cultura in grado di valorizzare i musei vicentini garantendo una chiarezza che in questi anni è stata assente.


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