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L'apparenza non conta. Vuole praticità Alessandro Dal Canto. Quella praticità che ha rigenerato un Vicenza allo sbando, la stessa a cui ricorre in conferenza stampa per presentare la partita di domani sera contro il Bari: "Di essere belli non mi interessa. Voglio ordine, compattezza, grande senso del sacrificio". In soldoni, vuole la stessa squadra che s'è tutelata vincendo a Verona e Brescia e che con un solo quarto d'ora discreto ha ribaltato la partita di Grosseto.

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Per volare ci vogliono le ali. Ed il Vicenza finalmente le ha indossate. Una l'ha acquistata (Bellazzini, arrivato dal Cittadella in cambio di Minesso), l'altra (Franco Semioli) l'ha rispolverata.

E sulle questioni societarie: "Spero che Dalle Rive tiri su la cordata per garantire un futuro migliore" 

Il Vicenza risorto, il sorriso ritrovato. Dario Cassingena, amministratore delegato dei biancorossi, dopo mercoledì sera ha ripreso a respirare tirandosi fuori dalla zona retrocessione diretta. Come una lunga immersione nel mare profondo, con la paura di non uscirne più. Invece i biancorossi non sono più in apnea, ora galleggiano e lunedì sera, chissà, potrebbero attraccare la terra ferma.

Primo tra gli ultimi e quarto tra i primi. I numeri, ovvero l'essenza del calcio, certificano la grandezza della gestione Dal Canto. Il Vicenza è rinato, ora è quart'ultimo, è a pochi passi dalla Reggina e può ambire tranquillamente alla salvezza diretta. I dati parlano chiaro. Tra le ultime dieci, la formazione biancorossa è quella che ha raccolto più punti e nella speciale classifica, relativa alle ultime cinque giornate (da quando Dal Canto ha preso il posto di Breda), il Vicenza è addirittura quarto, ex equo con Empoli e Lanciano.

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Il muro del Vicenza, l'uomo che ha costruito la corazza ad una squadra prima vulnerabile. Lì dove han tentennato Pinsoglio e Coser è riuscito, alla grande, Nicolas Bremec. Da quando c'è lui, la porta dei biancorossi sembra quella di un bunker.