Quotidiano | Categorie: Politica

Zaia saluta l'ambasciatore statunitense: "dice le stesse cose di Renzo Rosso"

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 21 Luglio 2013 alle 18:43 | 0 commenti

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Regione Veneto - “Saluto l'amico Ambasciatore David Thorne che rientra negli Stati Uniti al termine del mandato e condivido in pieno le sue parole sull’incertezza che blocca la ripresa economica e sulla necessità di scommettere sul futuro. L’analisi di David, che ho recentemente incontrato a Vicenza a dimostrazione che in Veneto le grandi opere, anche molto delicate, volendo si riescono a fare nei tempi e nei costi previsti, è giusta.

Dice cose identiche a quelle che l’imprenditore Renzo Rosso, ingiustamente criticato, ha pronunciato con chiarezza: i problemi li conosciamo, sono dovuti a politiche industriali errate, miopi e inefficaci.

E tutto resta sempre soluzione, con grande sollievo per gli spreconi e i dilapidatori di soldi pubblici”.

Cosi il Presidente del Veneto, Luca Zaia, commenta le dichiarazioni dell’Ambasciatore statunitense in Italia, David Thorne.

“Gli Usa, con il fallimento di Detroit, ci ricordano che in un federalismo maturo le amministrazioni locali non ben amministrate possono fallire. Da noi ciò non e' possibile perché gli spreconi e i cattivi amministratori, chi scialacqua i soldi pubblici – riprende Zaia – continua a poterlo fare impunemente sotto gli occhi di tutti Invito il Governo ad adottare con urgenza il decreto sui costi e fabbisogni standard che ci farebbe risparmiare immediatamente 30 miliardi senza bisogno di procedere a privatizzazioni o altre iniziative di corto respiro che dopo qualche mese ci fanno ritornare esattamente al punto di partenza”.

“Non ci sono provvedimenti miracolisti di sorta se non si rimuove alla fonte definitivamente alla radice la causa strutturale degli sprechi Solo cosi – conclude Zaia – si può liberare l'entusiasmo che l’ambasciatore Thorne giustamente evoca. Quale entusiasmo può provare un giovane con in testa una brillante idea che intende mettere a sistema, quando scopre che le banche non danno una lira, il fisco chiede il 68 per cento, il costo del lavoro è fra i più alti d’Europa, la burocrazia lo fa impazzire per un permesso?”.


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