Volantini deliranti contro Bulgarini e Albanese. Ma chi è l'autore?
Domenica 30 Agosto 2015 alle 12:51 | 0 commenti
Sono apparsi ieri pomeriggio in tutto il centro di Vicenza, e pare fossero tanti. Una miriade di volantini dal titolo "Bulgarini d'Elci e Albanese, il Teatro Olimpico e la nostra città ", fogli in cui si polemizza ancora una volta con la scelta di concedere il teatro allo spettacolo di Angelica Liddell, accusato di essere blasfemo e oltraggioso.
Questo nuovo capitolo della saga che sta riscaldando gli ultimi giorni d'estate vicentina non ha però una firma: la nuova tirata ultracattolica e moralista è infatti anonima. E i toni sono decisamente sopra le righe.
"Volete una città con amministratori che ci vogliono propinare uno spettacolo che prevede corpi nudi, masturbazioni sopra un crocefisso e sangue umano?", questa la frase che apre l'appello ai vicentini. Poi un attacco al vicesindaco Bulgarini d'Elci che "auspicato come futuro sindaco da Variati ha solo bisogno di uno psicoterapeuta che lo sdogani dalle sue turbe sessuali".
Di seguito una serie di domande retoriche, con riferimenti al sindaco, a Flavio Albanese, a Emma Dante, al silenzio della Curia. Dove vogliono portarci, cosa vogliono "lasciare ai nostri giovani"? Notevole la conclusione: "Se i musulmani ci faranno fuori avranno ragione, perché siamo degli iconoclasti infedeli".
Sul retro del volantino il richiamo ad un articolo apparso sull'Espresso nel 2014 che riportava un'indagine della Guardia di Finanza in Sicilia sulla distrazione di fondi regionali per l'organizzazione di spettacoli fantasma. Nell'indagine si faceva anche il nome del marito di Emma Dante, attuale direttrice artistica della stagione teatrale dell'Olimpico.
Fino ad oggi chi ha criticato la messa in scena dello spettacolo della Liddell si è manifestato. Dalla Lega, al gruppo consiliare Idea Vicenza, all'assessore regionale Elena Donazzan, a Forza Nuova. Le loro posizioni si conoscono. Ma di questa nuova sparata all'insegna del delirio misticista chi sarà l'autore? Facile tirare il sasso e poi nascondere la mano. Più coraggioso sarebbe, invece, metterci la faccia.
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