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Vinitaly, un'occasione per rilanciare i vini rossi del Veneto

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 6 Aprile 2013 alle 23:03 | 0 commenti

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Regione Veneto - Il Veneto primeggia nel mondo per i vini bianchi: Prosecco e Soave, giusto per fare i due nomi più "consistenti". «Ma nei vini rossi non siamo secondi a nessuno per la qualità e l'apprezzamento - ricorda l'assessore all'agricoltura del Veneto Franco Manzato - e Vinitaly sarà l'ennesima vetrina, un'ulteriore occasione dove addetti ai lavori, buyer, estimatori potranno verificare questo aspetto della nostra enologia».

«Che poi significa oltre un milione di ettolitri di soli vini rossi a Denominazione d'Origine Controllata o DOCG, che sono un terzo come quantità dei nostri bianchi a denominazione, ma anche tra i più consistenti "vigneti" rossi d'Italia e certamente tra i più variegati. I nostri imprenditori esprimono le loro capacità con straordinari vini di territorio, penso a Valpolicella, Amarone, Recioto, Bardolino, Raboso, Friularo, Refosco dal peduncolo Rosso, Manzoni Rosso, Tai Rosso. Ma è il Veneto è anche luogo di elezione di grandi rossi da monovitigni internazionali e di tagli bordolesi ai massimi livelli di qualità e nello stesso tempo tra i più convenienti per gli esigenti consumatori di tutto il mondo. E non dimentichiamo i rosati, segmento dove di rivali ne abbiamo davvero pochi da sempre».
«Anzi - aggiunge Manzato - io dico che dobbiamo lanciare ancora di più questi vini ottenuti da uve a bacca rossa: perché i nostri produttori che vi si dedicano se lo meritano; perché se lo meritano i consumatori di tutto il mondo e anche per contribuire a mantenere quella che, in un'enologia mondiale troppo spesso "monotona", è una delle peculiarità della enologia della nostra regione: poter soddisfare ogni esigenza e saper proporre al più alto gradino di qualità vinicola possibile, esaltando la biodiversità ampelografia della nostra viticoltura plurimillenaria e il nostro territorio».
«Ma andiamo anche oltre - dice ancora l'assessore Veneto - perché lavoriamo per salvaguardare ed esaltare quei vini tipici da vitigni a torto considerati minori e in alcuni casi anche a rischio di sparizione, magari sempre presenti decenni fa in ogni vigneto ma che rischiavano il soffocamento da vigneti monovarietali. Mi riferisco alla Corbina, alla Marzemina grossa, alla Cavrara, alla recantina, al Turchetto, all'Oseleta, alla Dindarella, alla Forcellina. Tra questi metterei anche Casetta ed Enantio, per i quali abbiamo già costruito una nicchia dentro la DOC Valdadige Terre dei Forti».

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