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"Vicenza: Emozioni in cammino". Un libro per educare alla bellezza di questa città

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 26 Ottobre 2015 alle 11:52 | 0 commenti

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Riceviamo da Lucio Zaltron e pubblichiamo 

Quanti ricordano Luigi Lo Cascio che, nel capolavoro di Marco Tullio Giordana “I 100 passi”, interpreta Peppino Impastato? Quanti ricordano la scena in cui Peppino Impastato osserva dall’alto lo scempio dell’uomo sulla natura e, conversando con l’amico di sempre, Salvo Vitale (interpretato da Claudio Giosuè), sostiene l’importanza di educare la gente alla bellezza.

“E allora forse più che la politica, la lotta di classe, la coscienza e tutte 'ste fesserie... bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza. Insegnargli a riconoscerla. A difenderla”

Peppino Impastato parlava di educare la gente alla bellezza quasi quarant’anni fa!

Quattro meravigliose Donne hanno deciso di farlo. Oggi, circa quarant’anni dopo, con un netto ritardo, ma lo hanno fatto, o quanto meno ci stanno provando.

Lo hanno fatto partendo da un dato concreto: l’abitudine di apprezzare le bellezze lontane e la poca consapevolezza del patrimonio culturale del luogo in cui si vive. L’Italia è davvero “La Grande Bellezza”, paesini piccolissimi in province poco conosciute riservano spettacoli straordinari. Meraviglie che abbiamo sotto gli occhi, alle quali riserviamo sguardi sfuggenti e sovente distratti. Teatri di eventi storici che non siamo in grado di riconoscere, che fanno parte della frenetica vita quotidiana, che diamo per scontati. Troppo poco spesso alziamo lo sguardo per osservare le peculiarità dei palazzi storici, di un arco, della cupola di una chiesa, delle statue o delle icone impresse sui muri. Quell’atteggiamento curioso che ci caratterizza quando viaggiamo, soprattutto quando siamo all’estero, lo perdiamo quando percorriamo le strade delle nostre città, per recuperarlo poi quando si allestiscono mostre-evento, alle quali siamo soliti recarci ma senza quella partecipazione emotiva e quella preparazione necessarie a cogliere il significato di un percorso artistico.

Il rischio è di restare indifferenti dinanzi a tanta grandezza, a quella bellezza che inevitabilmente amplia gli orizzonti culturali, affina la conoscenza della storia e dei personaggi (sovente poco noti) protagonisti di vicende lontane ma importanti, la cui importanza è però passata sotto silenzio, addolcisce l’anima, ci rende più sensibili, più consapevoli, più grati, più leggeri, più gentili, più felici.

Un nuovo tentativo di educazione alla bellezza per imparare a riconoscerla e a difenderla è quindi sempre utile.

Da un’idea originale di Rossella Menegato la simpatica ed avvincente impresa  si è sviluppata con il coinvolgimento di  Manuela Brocco, Giorgia Costeniero e Mariapia Ciani che hanno deciso di realizzare una particolare “guida turistica” sulla città di Vicenza.

La definizione “guida turistica” può decisamente trarre in inganno, ed attribuire una connotazione errata all’opera. Si tratta, in realtà, di una descrizione in tre volumi dal titolo “Vicenza. Emozioni in cammino”. Una sorta di trilogia che, in modo semplice, inedito e gentile, racconta Vicenza soprattutto ai vicentini, e poi a tutti coloro che amano l’arte narrata attraverso storie, vere e non…

La “guida” è strutturata in dieci percorsi che soliamo definire “emozionali” in quanto l’emozione è l’asse portante del libro, che ha lo scopo di catturare attenzione ed interesse del lettore attraverso la narrazione delle storie di donne ed uomini, persone semplici e famiglie nobili, che hanno vissuto, pianto, riso, sofferto, ucciso ed amato in quei palazzi meravigliosi, patrimonio culturale vicentino.

Racconta con linguaggio comprensibile e fruibile da tutti le vicende inquietanti e sanguinarie accadute lungo le contrade della città.

Descrive gli aspetti meno conosciuti e poco lusinghieri di vicende accadute all’interno di chiese e monasteri e storie d’amore contrastate per motivi di casato o di diverso orientamento sessuale.

Un libro che non edulcora gli avvenimenti per dare lustro alla storia della città, ma con onestà intellettuale affronta problematiche come il femminicidio, la violenza sulle donne, la paura di manifestare il proprio orientamento sessuale, dimostrando che non sono figlie solo di questo tempo, ma che hanno accompagnato la storia dell’uomo provocando i medesimi danni. Un libro che non ha paura di raccontarlo.

Il patrimonio culturale diventa il teatro di posa, l’ambientazione in cui tutto ciò è accaduto, il protagonista silenzioso del racconto: le colonne, i quadri, i muri, i palazzi, i ponti, le chiese, le cupole, le celle dei monasteri che inanimati hanno assistito a queste vicende. Altra grande peculiarità del libro è aver recuperato la tradizione orale, quegli aneddoti, quelle leggende, quelle storie vere o presunte conservate nella memoria delle persone anziane, il cui ruolo nella società questo libro ha voluto riabilitare sottolineando la ricchezza e la saggezza degli insegnamenti di cui la popolazione anziana è portatrice sana.

L’arte e la bellezza sono patrimonio di tutti, pertanto le autrici non hanno dimenticato di strutturare il libro affinché fosse fruibile anche per bambine e bambini. Essi conosceranno la città attraverso dodici filastrocche, ognuna delle quali ha la finalità di avvicinare i piccoli lettori all’arte ed alla storia della città dove vivono, perché si sentano protagonisti attivi e consapevoli di una comunità contemporanea, evitando il rischio di restare indifferenti di fronte alla bellezza che li circonda, bellezza alla quale non bisogna mai abituarsi ma davanti alla quale occorre continuare a stupirsi.

L’aspetto estetico è sicuramente un punto di forza del libro. Tutti i percorsi e tutte le filastrocche sono stati delicatamente ed opportunamente illustrati. Non ci sono foto, ma riproduzioni manuali di tutti i monumenti e dei personaggi delle filastrocche, che favoriscono nel lettore l’uso dell’immaginazione per provare ad immedesimarsi nelle storie e proiettarsi in quelle epoche.

Ma forse l’aspetto più bello di questo progetto è la volontà di tutti coloro che lo hanno reso possibile, ad iniziare dalle autrici, di dedicare il proprio tempo alla sua realizzazione in modo assolutamente gratuito. Tutti hanno lavorato condividendo l’obiettivo.

Potrebbe trattarsi di un progetto pilota che, laddove dovesse riscontrare parere positivo da parte della collettività attraverso tutte le attività ad esso connesse, riuscirebbe a realizzare la sua più alta finalità: valorizzare il patrimonio artistico e culturale, radicare il senso di appartenenza della comunità in modo da favorire una cittadinanza attiva capace di proteggere e preservare il proprio territorio.

Quando questa idea era solo un’idea, poi diventata un progetto, nessuna delle autrici pensava davvero potesse diventare un libro. Ma quando quattro utopiste si uniscono l’immaginato diventa tangibile. Il progetto è diventato un libro.

Se ciò è accaduto allora, adesso nessuno impedisce di pensare che questa esperienza, limitata ad un piccolo ma significativo contesto territoriale di quattro persone assolutamente lontane dal mondo dell’editoria, possa sortire l’interesse dei media capaci di diffondere l’esperienza. E che, chissà, magari altri comuni possano valorizzare il proprio territorio attraverso un prodotto simile acquisendone il know how.

Vicenza:emozioni in cammino è un autentico atto d’amore, per Vicenza, per i vicentini, per le bambine ed i bambini. È un atto d’amore verso la propria terra e la sua storia. È un modo semplice per “educare alla bellezza”. La bellezza emoziona, tutto ciò che emoziona si apprende più facilmente e diventa il nostro bagaglio culturale, perché se è vero come qualcuno asseriva che “con la cultura non si mangia” è altrettanto vero che la cultura contribuisce a renderci migliori, più gentili, più sensibili. Più umani.

Chissà cosa penserebbe Alessandro Baricco di “Vicenza Emozioni in cammino”, dal momento che sua è questa citazione: «A volte le parole non bastano allora servono i colori. E servono i colori. E le forme. E le emozioni». Le quattro magnifiche Donne saranno state in grado di dare voce, colore, forme alle emozioni?

Ai posteri l’ardua sentenza.

 

Info: http://www.assogevi.org/   e su facebook: Vicenza: Emozioni in Cammino


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