"Tutto quello che sto per dirvi è falso", spettacolo anticontraffazione al Palladio Theater in Fiera di Vicenza

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 6 Maggio 2014 alle 22:14 | 0 commenti

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Fiera di Vicenza - Arriva in scena a Vicenza, dopo il successo raccolto già al debutto autunnale a Venezia e nelle successive repliche tra Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio, lo spettacolo “Tutto quello che sto per dirvi è falso”, scritto dal giornalista-drammaturgo Andrea Guolo e interpretato da Tiziana Di Masi, un originale monologo che è stato definito come il primo esempio di “teatro civile anticontraffazione”.

L’appuntamento è per venerdì 9 maggio, ore 21, al Palladio Theater della Fiera di Vicenza, con ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti. La serata è promossa da Confindustria, Confartigianato, Cna, Confesercenti e Confcommercio della provincia di Vicenza e da Fiera Vicenza, nell’ambito degli eventi organizzati dalla Società fieristica vicentina durante le Manifestazioni ORIGIN PASSION AND BELIEFS e VICENZAORO Spring.

Tiziana Di Masi, già protagonista di “Mafie in pentola” (oltre 150 repliche in tre anni), indaga stavolta sul business della contraffazione a 360 gradi, ovvero su tutti quegli ambiti in cui il “falso” prospera (agroalimentare, moda, farmaceutica, meccanica, audio/video, eccetera) e assicura utili alle mafie che lo gestiscono. Il progetto “Tutto quello che sto per dirvi è falso” punta dunque a diffondere una cultura della legalità partendo dal confronto con il pubblico per trasmettere il senso del Made in Italy non solo nell’ottica economica o in termini di valorizzazione del “brand”, ma anche come scelta di campo per difendere il valore della comunità, la salute, la sicurezza dei consumatori, la difesa della legalità. Obiettivi che sono condivisi da un gruppo sempre più vasto di soggetti istituzionali, a partire da coloro che hanno deciso di sostenere il progetto dello spettacolo: Regione del Veneto (Assessorato all’Agricoltura e Tutela del Consumatore), tavolo congiunto Sistema Moda Veneto e principali associazioni venete dei consumatori. A essi si sono aggiunti importanti patrocini nazionali e internazionali: Commissione Europea, Ministero dello Sviluppo Economico, Anci, Confartigianato Imprese, Cna Federmoda, Confesercenti, Confcommercio, Ordine Nazionale dei Giornalisti, Indicam, Agenzia delle Dogane, Ancc/Coop, Cgil, Cisl, Uil, Libera, Arci, Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano Dop, Grana Padano Dop.

Prodotto da La Piccionaia-I Carrara Teatro Stabile d’Innovazione di Vicenza, lo spettacolo è l’esito di un percorso artistico complesso, frutto di un lavoro d’inchiesta approfondito. La pièce pone infatti l’accento sulla nocività per la salute della quasi totalità degli oggetti contraffatti – dai giocattoli all’abbigliamento fino ai prodotti alimentari e ai farmaci – e sull’esistenza di una “filiera del dolore” di cui ciascun cittadino/consumatore rischia di diventare parte nel momento in cui sceglie di acquistare un bene contraffatto, alimentando il business delle mafie che su di esso prosperano. Tutto ciò rappresenta anche un danno economico che impatta sulle comunità: il giro d’affari della contraffazione, che soltanto in Italia è stimato a 6,9 miliardi di euro, sottrae infatti 110 mila posti di lavoro regolari all'anno e, nel mondo, costringe 115 milioni di bambini sotto i 14 anni a lavorare anziché andare a scuola.

 “TUTTO QUELLO CHE STO PER DIRVI È FALSO”:

ALCUNI DATI SUL FENOMENO DELLA CONTRAFFAZIONE (Info: www.tuttofalso.org)


Il mercato del falso vale:

6,9 miliardi di fatturato all’anno, 110 mila unità di lavoro sottratte all'economia regolare di cui il 10% in Veneto.

La stima dell’impatto sull’economia italiana evidenzia:

5,5 miliardi circa di valore aggiunto perduto (corrispondenti allo 0,35% del PIL italiano);

1,7 miliardi gettito perduto per imposte dirette e indirette legato alla produzione diretta;

4 miliardi e 620 milioni di euro se si comprende anche la produzione indotta (Stime Censis).

I settori più colpiti sono quelli dell'abbigliamento e degli accessori (quasi 2,5miliardi di euro), il comparto Cd, Dvd e software (più di 1,8 miliardi di euro) e quello dei prodotti alimentari (quasi 1,1 miliardi di euro).


Un fenomeno che non si arresta

In Veneto: 400 milioni gli articoli contraffatti sequestrati negli ultimi 3 anni e mezzo;

Solo nei primi 5 mesi del 2013 in Veneto sono stati sequestrati dalle Forze dell’ordine:

  • 780.000 prodotti tarocchi di abbigliamento, accessoristica, maschere di carnevale e giocattoli;

  • 1.224 articoli di bigiotteria fabbricata con sostanze potenzialmente nocive;

  • 120 borse e cinture griffate contraffatte.

Senza contare i numerosi sequestri di alimenti, come ad esempio le 30 tonnellate di pesce con etichette contraffatte a Vicenza ed il pesce importato spacciato per specie più pregiate a Padova.

L’impatto della contraffazione sull’economia legale è pesantissimo. Se i prodotti contraffatti fossero venduti sul mercato legale si avrebbero 13,7 miliardi di euro di produzione aggiuntiva, con conseguenti 5,5 miliardi di euro di valore aggiunto. La produzione aggiuntiva genererebbe acquisti di materie prime, semilavorati e servizi dall’estero per un valore delle importazioni pari a 4,2 miliardi di euro. E la produzione complessiva degli stessi beni in canali ufficiali assorbirebbe circa 110.000 unità di lavoro a tempo pieno. Il mercato dei prodotti contraffatti genera un mancato gettito fiscale di 1,7 miliardi di euro. Riportare sul mercato legale la produzione dei beni contraffatti significherebbe anche avere un gettito aggiuntivo per imposte dirette e indirette (compresa la produzione indotta) di 4,6 miliardi di euro.

A costituire una seria minaccia per il sistema produttivo italiano non è solo la contraffazione dei marchi, ovvero la riproduzione e commercializzazione di articoli che recano illecitamente un marchio identico a uno registrato. Sul mercato del falso sono infatti altrettanto diffusi altri illeciti, come la contraffazione di design, vale a dire la riproduzione e commercializzazione di articoli che costituiscono copie illecite di prodotti sulla base di modelli o disegni registrati. Questo fenomeno colpisce soprattutto la pelletteria, ma anche gli oggetti d’arredamento, per l’illuminazione, i casalinghi. Altrettanto grave è l’abuso dell’indicazione di origine «Made in Italy» e di analoghe indicazioni: si spacciano per italiani prodotti che hanno in tutto o in parte origini diverse, un fenomeno che interessa soprattutto il settore alimentare, ma che colpisce anche quello delle calzature, altrettanto esposto all’«Italian sounding». Esiste poi il problema dell’importazione parallela, ovvero la commercializzazione in Italia di prodotti destinati a un Paese diverso, ma venduti nel nostro attraverso canali non ufficiali, a prezzi inferiori a quelli normalmente praticati. Riguarda, ad esempio, il settore dei cosmetici.

A destare allarme è la capacità dei contraffattori di intervenire in qualsiasi settore merceologico, su qualsiasi tipologia di prodotto (da quelli di gamma alta a quelli di bassa qualità) e su qualsiasi canale di vendita (con un grande sviluppo, nell’ultimo periodo, delle vendite su Internet). Non esiste prodotto che non possa essere imitato e venduto: dagli accessori di abbigliamento ai gioielli, alle calzature, agli oggetti di design, ai giocattoli, ai cosmetici, perfino i medicinali. Preoccupa inoltre che il mercato del falso si alimenti per la presenza di una domanda consistente da parte dei consumatori. Si tratta di acquirenti indifferenti al fatto di compiere un atto illecito, convinti di fare un affare e soddisfatti di acquistare i prodotti a prezzi più bassi.

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