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Dal 24 al 26 novembre presso l'AB23 di Vicenza andrà in scena "L'odissea dei bambini - viaggio nel teatro per venti bambini di tutte le età". Si tratta dell'originale produzione di teatro-ragazzi del Teatro del Lemming, rivolta ad un piccolo gruppo di spettatori a replica (repliche alle ore 17.00 e alle ore 18.00) che verranno coinvolti drammaturgicamente e sensorialmente, vivendo in prima persona le avventure del lungo viaggio di Odisseo verso Itaca.

Per la città di Vicenza, il lavoro sarà presentato in una versione inedita, pensata e realizzata, come un unicum e in site-specific, per lo spazio dell'ex Chiesa di Sant'Ambrogio e Bellino.

Il lavoro, che negli anni è stato presentato con successo a scuole e famiglie, è risultato vincitore del progetto Attivamente sostenuto dalla Fondazione Cariparo nel biennio 2016-17 e 2017-18, in quanto rappresenta un'esperienza altamente formativa per i bambini in età scolare.

Lo spettacolo, però, non è pensato solo per il pubblico dell'infanzia, ma, come segnala il titolo stesso, è rivolto a "venti bambini di tutte le età": se da una parte, infatti, offre ai bambini la possibilità di esperire in prima persona le avventure dell'eroe greco e di immergersi sensorialmente all'interno della magia del teatro, dall'altra offre al pubblico adulto la possibilità di riabitare e ritrovare un contatto con il proprio essere bambino. Come afferma il regista Massimo Munaro, infatti, "l'infanzia non è tanto, o solo, una questione anagrafica quanto un territorio dell'anima segnata, come lo è per Odisseo, per la ostinata capacità di essere curiosi, e la voglia e la paura di attraversare il mondo con il proprio corpo."

L'Odissea dei bambini rappresenta la seconda post-fazione dell'importante Tetralogia sul mito e lo spettatore, che ha fatto distinguere il gruppo rodigino nel panorama teatrale italiano.
In questa drammaturgia, il Teatro del Lemming propone un percorso sensoriale per venti spettatori, che, indossando i panni di Odisseo, incontreranno in un viaggio avventuroso Calipso, Nausicaa, il Ciclope, Eolo, Circe e, infine, la dolce Penelope. Si tratta di un viaggio dove con assoluta semplicità ci si ritrova ad innamorarsi, ad avere paura, a sorridere e a ritrovarsi alla fine diversi eppure uguali. Come sostiene Munaro, infatti "se il teatro è sempre, e qui a maggior ragione, un gesto irripetibile, l'universalità del mito ci consente ogni volta un'immersione personale, intima e profonda."