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Tasse più alte per gli studenti universitari di Padova

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 7 Ottobre 2013 alle 12:01 | 0 commenti

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Il Sindacato degli Studenti - Non bastavano i dati OCSE dello scorso anno che collocavano l’Italia al terzo posto fra gli stati europei per onerosità della retta universitaria, dietro solo a Regno Unito e Olanda. Il rapporto di Federconsumatori uscito ieri assesta un altro colpo alla retorica “dell’Università italiana quasi gratuita” costruita nel nostro paese da molti politici ed opinionisti: dall’anno scorso le tasse universitarie in Italia sono aumentate del 3%.

Benché questo dato sia, anche preso da solo, sufficientemente allarmante, guardiamolo inserito
in un contesto più ampio: dal 2006 ad oggi le tassazioni che le Università impongono agli
studenti sono aumentate in media di circa il 23%, dato che non evidenzia alcune situazioni
eclatanti, come il Salento, in cui l’Ateneo ha imposto aumenti di quasi il 170%, e più in
generale il raddoppiamento della spesa al meridione.
Ma il dato che ci riguarda più da vicino è il podio delle Università del Nord in termini di importo
medio, che superano quelle del Centro Italia del 30% e addirittura del 42% per le fasce più
basse. Ed è proprio qui che compare il triste secondo posto di Padova con i suoi 722,77€
annui agli studenti più poveri.
La situazione, però, è destinata a peggiorare nei prossimi anni. Il Governo Monti nel corso del
suo mandato ha emanato alcuni provvedimenti che rappresentano “l’alibi perfetto” per
permettere ai Rettori di assestare il colpo finale nelle tasche degli studenti italiani:
1- la Legge n. 135/12, denominata Spending Review, ha di fatto abbattuto il limite del 20%
nel rapporto tra contribuzione studentesca e Fondo di Finanziamento Ordinario
(eliminando gli studenti fuori-corso dal computo totale). L’università di Padova ha già
approvato questa disposizione, smorzandone gli effetti ma perpetrandone la logica, arrivando a
stabilire una doppia sovratassazione per i fuoricorso e aprendo la possibilità di un aumento
anche per gli studenti in corsi nei prossimi anni (https://www.facebook.com/notes/il-sindacatodegli-
studenti/aggiornamento-lo-chiamano-adeguamento-questo-nuovoaumento/
318158668313725).
2- il Decreto Ministeriale n. 47/13 (c.d. AVA) e il Decreto Reclutamento n. 49/13 legano in
maniera inossidabile la possibilità di reclutamento di nuovi docenti, dopo 5 anni di blocco
del turn-over, all’aumento del gettito derivante dai contributi studenti. In questo modo si intende
giustificare l’aumento delle tasse con il mantenimento di una già scarna offerta formativa,
3- la “Riforma ISEE” introdotta nel Decreto Salva-Italia (Dl n. 201/2011) comporterà un
generale aumento dell’indicatore per tutte le famiglie, in quanto i beni immobili verranno
considerati al 60% del valore rispetto all’attuale 20%. L’entrata in vigore è prevista per febbraio
2014; questo vorrà dire che in tutti gli atenei dovranno essere ridiscussi i regolamenti tasse per
adeguare le fasce e gli algoritmi di calcolo al nuovo valore. Di fatto rappresenterà una ghiotta
occasione per i Rettori italiani per aumentare le tasse negli Atenei.
“Non dimentichiamo, infine, che il calcolo delle tasse è basato sulla dichiarazione dei redditi,
quindi nell’analisi occorre considerare anche il peso dell’evasione fiscale.” – dichiara Rosario
Trefiletti, Presidente Federconsumatori. Infatti l’evasione fiscale, nelle Università come nel
resto del Paese, va a pesare sulle fasce più basse della società, in quanto l’insieme di
evasori e studenti dichiaranti ISEE basso si spartiranno in egual modo i fondi destinati a questi
ultimi, portando quindi a meno finanziamenti allo studio procapite.
Come Sindacato degli Studenti e LINK - Coordinamento Universitario crediamo che sia
inaccettabile poter anche solo pensare di far pesare sulle tasche degli studenti il peso di
funzionamento delle Università, per questo riteniamo necessario abolire quella serie di
norme che oggi impediscono una reale possibilità di accesso degli studenti all'Università.


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