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Suber invita a cancellare dalle strade di Roma chi firmò o non criticò Il manifesto della razza. E una domanda: perchè non anche a Vicenza?

Di Italo Francesco Baldo Giovedi 18 Ottobre 2018 alle 12:00 | 0 commenti

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Il documentario di Pietro Suber '1938. Quando scoprimmo di non essere più italiani' invita a cancellare dalle strade di Roma i nomi di coloro che firmarono Il manifesto della razza nel 1938, che fu l'inizio della persecuzione degli ebrei italiani e che culminò il 16 ottobre del 1944 con la deportazione di 1259 ebrei di Roma. I Decreti furono preceduti da Il fascismo e i problemi della razza, su "Il Giornale d'Italia" del 14 luglio 1938, e dal Manifesto della razza, pubblicato da "La difesa della razza", direttore Telesio Interlandi, anno I, numero 1, 5 agosto 1938, p. 2). Tale manifesto in 10 articoli, fu firmato da dieci scienziati, esponenti del mondo accademico italiano nell'ambito delle scienze antropologiche, mediche.

Essi furono: Sabato Visco, Lino Businco, Lidio Cipriani, Arturo Donaggio, Leone Franzi, Guido Landra, Luigiu Pende, Marcello Ricci, Franco Savrognan, Edoardo Zavattari. Ricordiamo solo che Sabato Visco si riciclò come "antifascista" e riottenne, dopo l'epurazione del 1946, la cattedra di Fisiologia all'Università di Roma, ma non fu l'unico a riciclarsi nel dopoguerra. Seguirono le leggi razziali, fin dalla prima "Regio Decreto -Legge 7 settembre 1838 -XVI, n. 1381 dato a San Rossore (Tenuta reale vicina a Pisa), e pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia", n. 208" il 12/09/1938 (XVI) e nella Repubblica Sociale Italiana o Decreti ministeriali o Decreto legislativo del Duce 28/02/1945 XXIII, n.47 che emana il Regolamento Amministrativo dell'Ispettorato Generale per la Razza e viene pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale d'Italia!" n.52 del 03/03/1945.

Il Manifesto della razza fu il primo e più grave atto e fu anche sottoscritto da ben 330 personalità tra cui: Gabriele De Rosa , Giorgio Bocca, Julius Evola, Raffaele Festa Campanile, Ardengo Soffici, Walter Molino, Ferdinando Garibaldi, Luigi Gedda, padre Agostino Gemelli, GiovanniPapini, Giovanni Guareschi, ecc. Ci fu consenso a livello popolare e così anche per le leggi che vennero emanate a partire dal settembre del 1938.

Come sappiamo i provvedimenti ebbero solo l'opposizione di parte del mondo cattolico; da quello che aveva come rappresentanti Palmiro Togliatti, Pietro Nenni, Giuseppe Saragat, Sandro Pertini e altri non risultano prese di posizioni.

Non sarebbe il caso di togliere i nomi dalle strade di tutte le città e i paesi d'Italia?

A Vicenza bisogna fare un verifica di coloro che firmarono il Manifesto della razza o nulla dissero e fecero in quegli anni a favore di chi patì e soffrì in anima e corpo ?

 


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