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Spending review, proposta semplificazione di 78 società partecipate del Veneto

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 12 Novembre 2013 alle 17:51 | 0 commenti

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Costantino Toniolo, consigliere regionale PDL - "Questa mattina abbiamo licenziato una proposta di legge che offre una svolta decisiva al sistema delle partecipate della Regione: appena il provvedimento passerà in aula saremo all'avanguardia a livello nazionale". Lo afferma il presidente della Prima Commissione (Affari istituzionali e Bilancio) del Consiglio regionale del Veneto, Costantino Toniolo, a margine della seduta che ha licenziato con qualche piccola precisazione la sua proposta di legge n. 374 "Norme in materia di società regionali". 

In sintesi la norma è finalizzata a mettere in atto una politica di risparmio, maggior trasparenza, più concorrenza e ricorso al mercato, consigli di amministrazione più snelli e metodi più rigorosi per la selezione del personale, tetti retributivi per i manager e trattamenti economici dei dipendenti in linea con le retribuzioni regionali. 

"Una proposta di legge che va nella direzione di ridurre i costi della politica e dell'amministrazione", sottolinea il suo proponente, "strada già intrapresa da tempo dal Consiglio regionale del Veneto attraverso la propria riorganizzazione interna e la semplificazione dei consigli di amministrazione delle Ater". Un mese fa la Commissione presieduta da Toniolo, ha licenziato per l'aula un altro progetto di legge che sopprime quattro società partecipate (Ferrovie Venete Srl, Immobiliare Marco Polo Srl, Società Veneziana Edilizia Canalgrande Srl, Terme di Recoaro Spa).

Con questa nuova proposta di legge presentata il 6 agosto 2013 si fa promotore di una iniziativa legislativa più ampia che ridisegna e semplifica la 'galassia' delle 78 società regionali. 

"L'impostazione è innovativa e profondamente liberale", spiega il proponente, "perché parte dal presupposto che se la Regione intende produrre beni, servizi, lavori o opere ha due scelte: o lo fa tramite la propria organizzazione attualmente esistente, oppure li acquisisce sul mercato mediante procedure a evidenza pubblica. Se il ricorso alle partecipate rimane l'unica via possibile, allora la Regione è tenuta a fare una seria analisi economica sull'efficacia e sul risparmio del conferimento". Per le società partecipate che supereranno questo esame preliminare di 'funzione', Toniolo propone ulteriori limiti ed obblighi di trasparenza, controllo, contenimento dei compensi e delle retribuzioni. 

"Le società partecipate dovranno pubblicare nel loro sito web i bilanci e le spese per incarichi e consulenze. 

"A tutt'oggi - puntualizza Toniolo - l'80 per cento dei siti istituzionali delle società non contiene questi dati, spesso sconosciuti anche al Consiglio". Il Consiglio regionale dovrà riappropriarsi del proprio ruolo di controllo, esaminando ogni sei mesi il rapporto di monitoraggio delle partecipate, integrato dalle delibere amministrative interne. Il trattamento del personale delle società partecipate dovrà essere uniformato a quello della Regione: "Anche qui il principio è chiaro", ribadisce Toniolo, "se si conferiscono funzioni a un soggetto esterno all'insegna dell'efficacia e del risparmio la forza-lavoro non può costare di più". 

La norma propone di fissare un tetto massimo di 80 mila euro per i compensi ai componenti degli organi di amministrazione (25 mila euro il massimo previsto per revisori e organi di controllo) e metodi di selezione del personale più trasparenti e aperti a tutti. I risparmi derivanti dal riordino delle società partecipate saranno destinati al capitolo dedicato allo "Sviluppo del sistema produttivo e delle piccole medie imprese" del bilancio pluriennale 2013-2015. Grazie ad un emendamento acquisito in sede di commissione parte dei risparmi andranno anche al capito del sociale.

"All'inizio dell'estate la Corte Costituzionale", conclude Toniolo, "ha ritenuto illegittima la norma statale che sopprimeva direttamente gli enti strumentali regionali ritenendola giustamente lesiva delle prerogative delle singole Regioni. Questo però non risolve il problema: è davvero necessario che sia lo Stato a costringerci a fare qualcosa che dovremmo fare noi da soli per migliorare il nostro apparato? Mi auguro che questa proposta possa essere licenziata in tempi brevi. Se si vogliono tagliare davvero i costi della politica, non bastano operazioni di facciata: Serve andare a fondo e avere il coraggio di riformare l'intero sistema".


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