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Scritte con la stella a cinque punte contro Bettin e la campagna anti spaccio

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 29 Ottobre 2013 alle 21:40 | 0 commenti

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Comune di Venezia - Scritte insultanti e minatorie contro Gianfranco Bettin sono apparse in questi giorni in varie zone di Mestre in corrispondenza dei manifesti “Chi spaccia è un infame” che l’assessore alle Politiche giovanili (e all’Ambiente) ha fatto affiggere ormai da mesi in città nel quadro di una campagna contro i mercanti di droga e, in particolare, contro la penetrazione capillare dello spaccio nei circuiti giovanili a opera a volte di giovani reclutati dai trafficanti per meglio raggiungere i loro obiettivi (nuovi consumatori coltivati da nuovi spacciatori).

La campagna del Comune è volta proprio a sensibilizzare questi soggetti e a stigmatizzare chi coinvolge i coetanei al fine di favorirne la dipendenza. Le scritte fanno seguito a una ripresa di minacce e provocazioni rivolte a Gianfranco Bettin direttamente a domicilio, com’era già accaduto in particolare, da ultimo, nella scorsa primavera.“Le scritte sembrano poter avere due possibili origini” commenta Gianfranco Bettin. “Per il contenuto e poiché sono siglate con la stella a cinque punte, potrebbero essere un parto delirante di certe componenti dell’estremismo di matrice neostalinista, presenti in città da tempo, alle quali si devono anche altre scritte altrettanto insultanti nei miei confronti e inneggianti alle foibe e recenti minacce vergate sui muri contro giornalisti.Se questa ipotesi fosse verificata, il collegamento con lo spaccio consisterebbe nel fatto che tali rottami stalinisti sembrano pensare che gli spacciatori di droga siano una specie di combattenti antisistema, con i quali è possibile condividere qualcosa. La vocazione criminale, forse, e certo l’infamia di fondo. Una seconda origine, potrebbe invece ricondurre a una sorta di depistaggio, operato da spacciatori veri e propri, magari di nuova generazione e formazione. Anche la forma e il contenuto certe minacce ricevute in questi mesi sembrano rivelare qualcosa del genere. Senza, ovviamente, escludere che si possa trattare di mani diverse.In ogni caso, per quanto disgustosi e inquietanti siano questi messaggi sui muri o a domicilio, non cambieranno il mio modo di agire”.


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