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Roma capitale europea? Ciambetti: capitale sì, europea non esattamente...

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 27 Dicembre 2013 alle 16:59 | 0 commenti

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Regione Veneto - “Il ritiro del decreto Salva Roma e' il finale poco elegante di una storia squallida: quel testo e la fiducia votata dalla camera dei Deputati erano e rimangono un insulto al Paese reale, a chi in questi  anni a fatica ha tentato di far quadrare i conti, agli enti locali e alle Regioni che hanno fatto l’impossibile per garantire servizi pur in un crescente quadro di difficoltà”.

Amaro il commento dell’assessore regionale Roberto Ciambetti che attende sfiduciato l’esito del prossimo Consiglio dei ministri di venerdì 27 dicembre: “Parlamento e Governo non capisconon che stanno portando il paese all’esasperazione. Ignazio Marino si dice preoccupato perché senza il salvagente del decreto ministeriale i conti del Comune di Roma non torneranno e ciò, secondo il primo cittadino romano, non permetterà quel risanamento di bilancio degno di una capitale europea – ha spiegato Ciambetti -  Roma è sicuramente una capitale. E’ l’aggettivo scelto da Marino, ‘europea’, a lasciare perplessi molti in Europa. Il decreto Salva Roma bloccato dall’intervento salvifico di Giorgio Napolitano dimostra che a Roma, e non solo in Campidoglio ma anche a Montecitorio, non si è capito cosa è accaduto in questi anni  e si pensa di continuare a gestire il Paese, e tutta una serie di città, come ai vecchi e bei tempi in cui la politica comprava consensi e voti pagando con i soldi delle generazioni future.  Il Decreto salva Roma è un insulto, con tutti i suoi orrori, dal finanziamento ai Virtuosi Italiani alla stabilizzazione dei  lavoratori socialmente utili calabresi, di Palermo come di Bari, e via via nella galleria di quei tricks, per dirla all’inglese, con cui si vorrebbe adescare l’elettorato e garantirsi così il consenso necessario per governare. E’ democrazia questa? No, questa è “marchettocrazia” che contrappone la maggioranza parlamentare e un governo inetto al Paese reale.  Famiglie e imprese pagano le tasse più elevate nel Mondo occidentale, Comuni e Regioni hanno sopportato tagli incredibili e con grande difficoltà riescono a garantire servizi essenziali ad iniziare dalla sanità e a Roma vediamo invece una maggioranza parlamentare approvare finanziamenti a pioggia. Le opposizioni in Consiglio regionale del Veneto gridano allo scandalo e si stracciano le vesti se, con gli adempimenti e obblighi imposti da Roma, dobbiamo intervenire nell’assistenza sociale, ma poi a Roma, dove i loro compagni di partito sono in maggioranza, votano provvedimenti  vergognosi che puniscono le Regioni leali e virtuose”. L’assessore regionale Veneto invita poi a guardare con attenzione anche a “a vicende grottesche come quelle relative ai fondi Odi per i comuni di confine – conclude Ciambetti - in cambio dei voti dei senatori trentini e sudtirolesi per sostenere la maggioranza risicata in Senato alle due province autonome si permette di tutto e di più, trasformando la più che legittima autonomia di quella regione in privilegio che, con questa classe politica, diventa  prevaricazione. E a votare ciò ci sono stati in blocco i parlamentari di maggioranza veneti: disattenzione, ignavia o stupidità? La classe politica trentina non solo ha portato a casa la piena autonomia fiscale azzerando completamente il residuo fiscale nei confronti dello stato italiano, ma si permette, con l’appoggio dei deputati e senatori di maggioranza eletti in Veneto, anche di intervenire e condizionare la vita degli altri: cosa dovremmo dire noi vicentini e veneti davanti ai ripetuti niet verso il prolungamento a Nord dell’autostrada Valdastico?  Cosa dobbiamo dire davanti alla vicenda dei fondi Odi? Non meravigliamoci se poi in pianura scoppia il fenomeno dei Forconi e in montagna il sindaco di Asiago, persona pacatae attenta alla realtà, lancia l’allarme spiegando che per difendere i diritti qualcuno potrebbe anche mettersi in testa di piazzare delle bombe ai piedi dei tralicci: possiamo dar loro torto, davanti a decreti salva Roma e fai –fare-quello-che-vuoi a Trento e Bolzano”?

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