Mobilità: sindacati contro comune, provincia e regione
Venerdi 22 Marzo 2013 alle 16:34 | 0 commenti
Lo sciopero nazionale per il rinnovo del contratto nei trasporti pubblici è stata l'occasione per indirizzare a comune e provincia di Vicenza un duro monito per lo stato del settore che tra «sacrifici per i dipendenti di Aim e mancate promesse di una fusione con Ftv rischia di finire male e di compromettere per sempre il servizio pubblico».
Con questo spirito stamani alle dieci una trentina di lavoratori (nel riquadro) ha dato vita ad un sit-in in un luogo simbolico, ovvero la biglietteria Aim che sorge a pochi passi dalla stazione Ftv di viale Milano. Ad organizzare l'evento sono state Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ugl Trasporti e Uil Trasporti rappresentate rispettivamente dai segretari provinciali Massimo D'Angelo, Luca Tommasin e Lorenzo Campagnolo. Per la Uilt, assente la segretaria provinciale Morena De Pieri letteralmente bloccata in un ingorgo fuori città , c'erano Roberto Baldan, Thomas Munaretto e Rox Oliha.
«Un anno fa - sottolineano i sindacalisti - ai lavoratori di Aim è stato chiesto un sacrificio non da poco in materia di riduzione de facto del salario al fine di garantire i livelli occupazionali. Come contropartita i vertici di San Biagio, in una con la giunta comunale di Vicenza guidata dal sindaco democratico Achille Variati, si erano impegnati a dotare il trasporto pubblico di quelle migliorie necessarie a renderlo più allettante rispetto a quello privato, auto in primis. Ci si attendeva - aggiungono Cgil, Cisl, Ugl e Uil - un massiccio aumento delle corsie preferenziali per i bus e delle Ztl, limitazioni significative e perduranti al traffico veicolare, inversione di tendenza per la crescita dei posti auto in centro; e invece s'è fatto poco o nulla». Si tratta per i manifestanti di una precisa scelta politica della attuale giunta di centrosinistra «la quale che non ha fatto che proseguire il percorso iniziato dal centrodestra agli inizi del Duemila».
Stessi addebiti vengono rivolti per la mancata fusione tra Aim ed Ftv. «Sappiamo bene - attacca D'Angelo - che provincia e management di Ftv non gradiscono la fusione perché ritengono di contaminare in qualche modo una gestione contabilmente in ordine con una meno felice quale è quella dei cugini della municipalizzata. Ma si tratta di una logica di breve respiro. Da una parte perché Ftv offre un servizio che è un disservizio se paragonato alle eccellenze europee: ricordiamo che se uno studente non trova posto su una corsa perché le vetture sono cariche come carri bestiame, deve attendere ore per un'altra corsa. Dall'altra si fatica a vedere dalle parti di San Biagio la ferrea volontà di proseguire nella lotta agli sprechi». Appresso un'altra considerazione: «Non si creda tuttavia che si possa andare avanti in eterno. Se le due spa pubbliche del ramo trasporti non si mettono insieme per aumentare efficienza e capacità di presenza sul territorio sarà la crisi, unitamente al calo dei trasferimenti regionali, a esplodere il colpo di grazia per tutti». Per quest'ultima fattispecie infatti Cgil, Cisl, Ugl e Uil si riferiscono direttamente «al fondo nazionale per il trasporto pubblico, che una volta giunto alla Regione Veneto, già di per sé ridotto rispetto al passato, finisce in mille rivoli che nulla hanno a che vedere coi trasporti». Ma l'ultimo pensiero è per la scelta che Aim e comune di Vicenza hanno reso pubblica poche ore fa in materia di messa a gara di molti servizi offerti dal gruppo di San Biagio. A differenza delle segreterie generali i sindacati dei trasporti sono freddi, temono risvolti occupazionali: «Ci dicono che il sistema della messa a gara dei servizi, gergalmente chiamato come uscita dalla pratica dell''in house' sarà la panacea per tutti i mali e per tutti i pericoli, compreso quello occupazionale. Nonostante questo quale sia, tanto per dire, il piano industriale dei tarsporti, in Aim e a palazzo Trissino non lo dicono».
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