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Rete dei Comitati AV e No Pedemontana a Festambiente contro le grandi opere

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 24 Giugno 2014 alle 10:48 | 0 commenti

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Rete dei Comitati Alto Vicentino e No Pedemontana - Grandi opere uguale malaffare: ora ci sono le prove inconfutabili di quanto denunciato in tutti questi anni dai comitati e dalle associazioni ambientaliste La Rete dei Comitati Alto Vicentino non ci sta alla retorica delle “mele marce”. Va abbattuto il sistema perverso delle grandi opere e del project financing vera causa sistemica della corruzione. Al via una Campagna per ottenere la moratoria sui grandi progetti in Veneto e per lo scioglimento del Consorzio Venezia Nuova.

Per i comitati, le associazioni e i movimenti che da anni si battono in tutto il territorio del Veneto contro le decine di grandi opere inutili e dannose, non c’è nessuna sorpresa rispetto a tutto il marciume che emerge dall’inchiesta veneziana su MOSE e Grandi Opere, ma solo la conferma di quanto da anni loro stessi denunciavano con inchieste, esposti, ricorsi e mobilitazioni.
Il livello così pervasivo della corruzione che ha coinvolto pezzi importanti della Giustizia, delle Forze dell’Ordine, degli apparati amministrativi pubblici, delle Università, degli organi di informazione, e prima di tutti, delle istituzioni politiche di governo della Regione e del Paese spiega molto bene perché le istanze dei comitati non siano mai state prese in considerazione.
In molti, a cominciare dal Presidente Renzi, vorrebbero far credere che il problema è causato dal malcostume, da qualche mela marcia, ma che invece le opere devono andare avanti.
Per i cittadini questo significherebbe una cosa sola: il danno oltre la beffa.
Perché quello che emerge è che in Veneto, come in Lombardia, come in tante altre parti d’Italia, proprio le grandi opere pubbliche gestite attraverso la Legge Obiettivo, i Commissari straordinari, e il project financing sono state il mezzo, il terreno di coltura per costruire e alimentare vere e proprie cricche malavitose di stampo politico-affaristico; cricche in grado di devastare interi territori pur di intascare miliardi di euro dei contribuenti a proprio vantaggio.
La riprova sta nel fatto che nessuna delle grandi opere previste in Veneto risponde ai requisiti di sostenibilità ambientale, sostenibilità economica ed efficacia rispetto agli effettivi bisogni della popolazione; tutte sono state pensate in funzione di un unico criterio: massimizzare il profitto che se ne poteva ricavare.
Il punto vero quindi è quello di mettere la parola fine al sistema delle grandi opere, del project financing e della Legge Obiettivo.
Per questo la Rete dei Comitati Alto Vicentino per la difesa dei territori e dei Beni Comuni lancia la Campagna per una moratoria immediata su tutti i grandi progetti in corso di realizzazione e in progetto in Veneto.
Questa la piattaforma della Campagna:
1. Moratoria immediata su tutte le grandi opere in corso di realizzazione o in progetto in Veneto per potere svolgere una nuova approfondita verifica della loro affidabilità tecnica ed economica. Stop al MOSE, alle nuove autostrade (PEDEMONTANA, VALDASTICO NORD, VALDASTICO SUD, ORTE-MESTRE, NUOVA VALSUGANA, etc), alle linee TAV, al carbone nella centrale di Porto Tolle, allo scavo di nuovi canali per portare le grandi navi in laguna, agli inceneritori, ai prelievi d’acqua nei fiumi, agli Ospedali unici in finanza di progetto.
2. Scioglimento del Consorzio Venezia Nuova e sequestro cautelativo dei cantieri, dei macchinari e dei beni delle imprese che hanno messo in atto azioni criminali ai danni della pubblica amministrazione;
3. Revoca e annullamento di ogni autorizzazione, concessione, contratto, affidamento di lavori che possa essere il frutto di corruzioni, favoreggiamenti o altro tipo di pressioni e attività criminali da parte di imprese, loro consorzi o altri mandatari;
4. Annullamento di tutte le leggi, i provvedimenti, i regolamenti che – a partire dalla “Legge Obiettivo” Lunardi-Berlusconi sulle grandi opere del 2001 – hanno “semplificato” le procedure in materia di grandi opere derogando la legge sugli appalti “Merloni” e attribuito poteri immensi ai “commissari straordinari”. In particolare chiediamo il divieto dell’affidamento di lavori senza gare e senza progetti definitivi. Così come il divieto di ricorso a sub-appalti.
5. Azzeramento del sistema dei Progetti di finanza ( “Project Financing”) attraverso cui le banche e le grandi imprese riescono a scaricare sui cittadini e sul debito pubblico (tariffe, pedaggi, affitti, contratti di esercizio, ecc.) i costi delle opere.
6. Avvio delle procedure per il recupero del denaro che le imprese hanno “devoluto” ad altri scopi rigonfiando i costi costruzione.
7. Immediata approvazione di una legge che vieti alle imprese che intrattengono rapporti economici con enti pubblici (concessioni, appalti, convenzioni, ecc.) di devolvere denaro a qualsiasi titolo (finanziamenti, sponsorizzazioni, ecc.) a partiti, fondazioni, personaggi politici. Liberiamo così le imprese dal pizzo della politica.
8. Ricostruzione degli organismi di valutazione e controllo ambientale per renderli indipendenti dai poteri politici ed economici: eliminare i conflitti d’interesse, di competenze e la concentrazione di tutti i poteri in una sola figura.
9. Garantire pubblicità, trasparenza e partecipazione piena dei cittadini alle decisioni e ai controlli della pubblica amministrazione.


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