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Gli ultimi due episodi di spaccio di stupefacenti a carico di due extracomunitari, un rifugiato politico e di un profugo, «non sono passati inosservati - scrive Il Giornale di Vicenza -. Né agli occhi dei vicentini, né agli occhi di Achille Variati che ammette di essere "stanco" e di percepire "l'esasperazione dei cittadini... e così, vestendo panni inusuali, lancia un pesante attacco "all'amico" Renzi: "Ora basta". Da sindaco ad ex sindaco».

«Le parole - continua il GdV - sono schiette, pesanti e dirette a "chi - commenta (Variati, ndr)- come il Governo sta affrontando la questione profughi in maniera inadeguata e scandalosa". E il primo riferimento è proprio il suo ex collega, quel Matteo Renzi che "ho sostenuto sin dalla prima ora e che adesso avverto, come fanno gli amici quando le cose non vanno. Caro Matteo - attacca - non ti stai accorgendo di cosa stai facendo..."».

Tutto giusto o tutto strano a partire da un atteggiamento verso una tragedia umana che vede il partito per cui Achille sarebbe ancora tesserato, il Partito Democratico, schierato su posizioni opposte visto che quelle di Variati appaiono più leghiste dei leghisti?

E se Matteo fosse un amico perché non chiamarlo direttamente al telefono o incontrarlo in uno dei suoi innumerevoli viaggi a Roma con e per l'Anci (e per se stesso) ed esprimergli dubbi, perplessità e timori senza farne un uso da guerra intestina che sa tanto dell'ennesima trovata mediatica di Variati, che prova così, sembrerebbe, a reagire al "taglio" per le regionali in cui difficilmente Renzi lo "imbarcherà" come anti Zaia, quest'ultimo per altro sempre più vicino all'amico storico e istituzionale del sindaco di Vicenza, il presidente pro tempore di Confindustria Vicenza, Zuccato prima, Zigliotto ora?

Ad Achille Variati, che ora sembra avere sempre più come aspirazione massima raggiungibile, forse, il vertice della provincia, non è venuto in mente che le sue parole «da amico ad amico» in altre aree potrebbero apparire un «avvertimento»?

Ma, soprattutto, al fine stratega indigeno, sempre però battuto quando ha innalzato l'asticella delle sue ambizioni oltre la città e verso posizioni che valgono, di certo più dei vitalizi guadagnati in Regione, non è venuto in mente che a Renzi non «gliene possa fregà de meno» di un alleato che sembrava già allora innaturale e momentaneo, ma chissà se veramente desiderato, e che, senza accordi e accordicchi, sarebbe stato solo da rottamare in nome della bibbia secondo Matteo?

Che ora, da ex sindaco, sì, ma decollato eccome!, ha ben altri successi da valorizzare, come quello della nomina di Federica Mogherini come lady PESC, nomina che è anche un implicito riconoscimento della validità della politica estera del nostro Paese, che ora otterrà finalmente aiuti europei dopo la universalmente apprezzata gestione umanitaria dei profughi: oltre 120.000 persone salvate dalla morte, di cui pochissimi rimangono in Italia e che valgono, ci pensi il cattolico Variati, e con lui ci pensino i tanto cristiani baciapile vicentini, più dei comunque riprovevoli danni arrecati da due di loro a Vicenza.

Ma si sa, la visuale limitata e casereccia di Achille, renziano dopo essere stato lettiano e non solo, amico degli extracomunitari "angeli del fango" sul palco davanti a Napolitano e loro censore, sotto il palco, davanti a Zaia, è il suo vero, mitologoco e storico tallone.

E se l'altra politica(nte) di casa nostra, specializzata nei salti della quaglia, è quella Alesandra Moretti, arrivata su un seggio europeo a furor di Renzi, ad Achille non è venuto il dubbio, pratico e da macho per carità, che al premier (e a Giletti, uno dei re dei media, non certo locali) la bionda e femminile vamp berica piaccia più del travestito da Democratico che dal 2013 Variati dimostra di essere?

Ormai anche lui un clandestino, del PD.