Opinioni | Quotidiano |

Renzi e la contingenza

Di Citizen Writers Martedi 20 Maggio 2014 alle 19:00 | 0 commenti

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Riceviamo da Adriano Verlato e pubblichiamo - Sento l’obbligo, con me stesso, di una pur piccola penitenza. Devo dare a Renzi quello che è di Renzi e, sempre a lui, quello che è suo. Mi spiego. Al suo apparire sulla scena nazionale, con la sua astuta azione di rottamazione, non l’ho apprezzato. Amo franchezza e sincerità, ma sempre nei limiti del rispetto. A volte, lui, rispettoso non lo è stato.

Mi piacque, invece, quando accettò, bon gré, la sconfitta alle primarie con Bersani. Lo fece con una certa classe. Non lo apprezzai, affatto, quando dopo la vittoria alle succesive primarie (con Cuperlo e Civati) divenne segretario del Pd. Incominciò un profluvio di dichiarazioni di cattivo gusto e inopportune (eufemismo) nei riguardi di Letta e del suo governo che collaborarono, in non piccola misura, alle dimissioni di Letta. Credo, però, che l’allora premier prese la decisione dopo che la gran parte del direttivo Pd gli girò le spalle di punto in bianco. Nessuno smentì mai che Renzi avesse in sostanza detto: preferite stare con Letta fino al 2015 oppure stare con me fino al 2018? Si sa che la sicurezza di una poltrona vale più della stima che una persona meriterebbe. Così vanno le cose in questo mondo squinternato.

Il nostro fu incaricato di formare un nuovo governo e si espose, senza rete, ad una serie di promesse che fecero tremare tutti coloro che conoscono la situazione economica, la scarsa elasticità delle Istituzioni e l’efficienza dell’amministrazione pubblica. Naturalmente, sono subito incominciate le critiche di amici e avversari, sull’aver sforato le date che si era prefisso di rispettare. Lasciamo, per il momento, perdere Macchiavelli ed epigoni, su cosa possa o debba fare un governante per raggiungere lo scopo ed esaminiamo quello che Renzi ha messo in cantiere. Nel giro di tre mesi ha affondato i colpi su tanti aspetti del nostro Stato che, anche non realizzati nei tempi previsti, daranno una nuova direzione alla politica nazionale e, assieme ad altri che si accinge ad affrontare, consentiranno di cambiare il Paese. Quindi, io cittadino, lascio per ora perdere le mie riserve e tengo le dita incrociate affinché l’attuale premier possa completare il suo lavoro e tirarci fuori dalla palude in cui ci troviamo.

Che tutti gli dei del cielo lo proteggano in questa opera immane e lo aiutino a non andare fuori giri.

Leggi tutti gli articoli su: Partito Democratico, Matteo renzi, Adriano Verlato

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