Quirinale by VicenzaPiù: Moretti dice, Zoggia smentisce, Santini prudente, Bersani media
Mercoledi 17 Aprile 2013 alle 17:25 | 2 commenti
Lo schema di questa elezione al Colle è quello di sempre: i primi nomi vengono bruciati, gli altri sono possibili, quelli veri vengono tenuti riservati il più possibile. Poi ci sono i veti incrociati che complicano la situazione e nelle votazioni che prendono il via domani si aggiunge l'opzione governo, ancora da scegliere. Sui nomi è la Alessandra Moretti del Pd che svela: "Bersani ha un asso nella manica, una carta segreta, un nome che non è tra quelli indicati sinora e su cui le forze politiche potrebbero trovare un'intesa".
"Rodotà lo voterei anch'io", aggiunge la deputata vicentina, il che detto da una bersaniana di ferro non è un'affermazione scontata. Viene però smentita prontamente da Davide Zoggia: "Rodotà è una personalità di spicco, ma il percorso politico del Pd è diverso, di condivisione con le altre forze politiche. L'obiettivo è un nome che raccolga la maggioranza dei grandi elettori, non so se Rodotà potrà unire i partiti". Tattiche? Spaccature? Le voci parlano di accordo già chiuso tra Pd e Pdl su Giuliano Amato, con un vertice mattutino tra Bersani e Berlusconi. Altre voci dicono invece che si terrà nascosto il nome del candidato comune fino all'ultimo. Giorgio Santini, senatore di Marostica e già vice segretario aggiunto della Cisl nazionale,  ci rivela che in questa fase, vista anche la difficoltà estrema della situazione, tutto rimane piuttosto riservato, anche per gli stessi parlamentari: "La sensazione è che una parte dei giochi debba ancora essere fatta e che ci siano ancora delle valutazioni che si stanno facendo nelle ultime ore o anche durante le prime votazioni che potrebbero cambiare le carte in tavola".
Stasera dopo le 19, al termine del lavoro delle commissioni, i parlamentari del Pd si riuniranno al cinema Capranica a Roma con il segretario Bersani, ci saranno anche i renziani che porteranno le loro proposte. Rinviata invece a data da destinarsi la riunione dell'ufficio di presidenza del Pdl a palazzo Grazioli a Roma con Silvio Berlusconi, slitta di conseguenza anche quella dei gruppi parlamentari del Popolo della Libertà .
Sul tema del Quirinale si innesta un'altra partita importantissima, quella del governo: Bersani ha tentato di separare i due temi ma Berlusconi l'ha messo con le spalle al muro: non si parla del Colle senza palazzo Chigi. E se il Cavaliere è disponibile, obtorto collo, a votare un nome espresso dal centrosinistra esige però contropartite nell'esecutivo. Per il senatore Santini "avere un presidente di un tipo o di un altro renderà o meno possibile un governo con possibilità di sopravvivenza media, che duri abbastanza per fare le riforme costituzionali necessarie". Dai massimi sistemi alla vita quotidiana: "Viviamo malissimo per i problemi sul territorio - aggiunge Santini - La cassa integrazione in deroga riguarda migliaia di persone che rischiano di rimanere senza sostegno, e vale per il Veneto e per Vicenza. Poi il decreto sui debiti della pubblica amministrazione verso imprese, la riforma di un fisco che sta soffocando comuni e famiglie". Insomma, inserire anche il governo nella partita del Quirinale per Santini "non è un termine di scambio, ma un'esigenza in più".
Alberto Rigon
Vicentini per Matteo Renzi
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