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Mario Putin anche a Padova è zar delle mense. "Omesso" dal GdV per serenissima distrazione

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 22 Agosto 2014 alle 16:42 | 0 commenti

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«Scoppia il caso dopo la notizia data in esclusiva dal nostro Giornale sulle accuse della Corte dei Conti a 40 manager delle Ulss: 12 milioni di danno erariale», questo è l'occhiello di oggi (nella pagina... regionale) de Il Giornale di Vicenza sull'articolo a firma Franco Pepe, già "consulente" della Regione e firma per la sanità del quotidiano di Via Fermi, col titolo «Bufera in Veneto per l´inchiesta a Padova» e prima del sommario «Zaia: «Si faccia subito chiarezza», ma il Movimento 5 Stelle lo incalza. Cestrone si difende: "Per me tutto in regola, una gara d´appalto ci fu"»

Ieri sul sito della stessa testata (pubblicato in un'ora non nota visto che il GdV non fissa il timing dele notizie)  sotto il titolo «Sanità veneta, nuova bufera sugli appalti per il cibo» e sotto il sommario «La replica dell'ex dg alla Corte dei conti che accusa lui e altri 40 manager di danno erariale per oltre 12 milioni in tutto» il pezzo, senza firma, iniziava così: «Ha suscitato scalpore la notizia pubblicata martedì in esclusiva dal Giornale di Vicenza dell'inchiesta della Procura della Corte dei Conti per un danno erariale da oltre 12 milioni contro le Ulss padovane e l'ex dg Adriano Cestrone. Tutti i quotidiani veneti e le televisioni nazionali hanno ripreso lo scoop del Gdv, e la polemica è divampata...».

E martedì cosa era scritto sempre sulla pagina regionale?

Occhiello: «L'INDAGINE. Messi in mora tutti i manager coinvolti: niente prescrizione»

Titolo: «La Corte dei conti Sanità, a Padova è danno erariale»

Sommario: «Sotto accusa l´ex dg e 40 dirigenti per il contratto e il neo-centro pagato alla Serenissima ristorazione»

Firma: Franco Pepe

Foto: come ovunque solo quella dell'ex dg Adriano Cestrone

Ieri noi, che non attingiamo a certe sacre fonti... pepate, pubblicavamo (alle 13.30...) i doviziosi articoli sull'indagine, scatenati, a sua detta, dal GdV, e pubblicati su Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova.

Su tutti i giornali locali, quindi, ma «tutti - scrivevamo - tranne il Giornale di Vicenza che non ha scritto una riga...».

Una riga che fosse, ovviamente, evidente già nei titoli, quelli che scolpicono l'attenzione dei lettori (ne so qualcosa da "vittima" del GdV), non certo e solo su quella che in buona compagnia noi riteniamo «la seconda ondata della Tangentopoli veneta, quella riguardante la sanità, che parte dalle "ipotesi di accusa" di Padova ma si annuncia, se possibile, più ampia e pesante di quella legata al Mose».

Ma su chi è al centro dell'indagine come eventuale beneficiario delle altrettanto altrettanto eventuali, fino a  prova definitiva, "malefatte" del dg Cestrone e dei 40 manager coinvolti.

L'altra foto Chi sia l'elemento centrale lo chiarivano fin dai titoli e dalle foto (che non "puntavano" solo sul "povero" Cestrone come ha fatto e fa Il Giornale di Vicenza)  è il vicentinissimo «Mario Putin, lo zar delle mense, il capo dell'azienda vicentina (Serenissima Ristorazione, ndr) che gestisce self-service e bar di 24 ospedali veneti su 46 ... uno dei 10 imprenditori citati dall´ex governatore Giancarlo Galan dal carcere milanese nel memoriale sui contributori segreti delle sue campagne elettorali».

Come scrive proprio anche oggi Franco Pepe senza, però, mai riuscire a "colpire" l'immaginazione del titolista, che Putin e Galan mai mette nei titoli e tanto meno nelle foto.

Nelle pagine regionali, poi, e non in quelle, le più lette?, di Vicenza.

Libera scelta del titolista? Possibile.

Ma un certo Giulio Andreotti diceva che «A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina».
Perchè parlar male degli industriali vicentini non è «etico», potrebbe averlo ricordato, dopo averlo già fatto con noi, Giuseppe Zigliotto, presidente di Confindustria Vicenza comproprietaria del Giornale di Vicenza, al direttore (uscente?) di Via Fermi, Ario Gervasutti, che di suo, supporrebbe il malfidato Giulio potrebbe averci aggiunto la sua storica "amicizia" con con un altro "Serenissimo", l'ex doge Giancarlo Galan.


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