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Province addio dal 2014. Toniolo: bene governo, come indicato da me e Tesserin

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 27 Luglio 2013 alle 18:07 | 0 commenti

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Gruppo PDL in Consiglio regionale del Veneto - "Le province al giorno d'oggi sono un doppione e le loro funzioni vanno spartite tra comuni, unioni dei comuni e regione: è nel programma del Pdl e ne discutiamo a palazzo Ferro Fini da oltre un anno". Lo afferma Costantino Toniolo, presidente della Commissione affari istituzionali del Consiglio regionale del Veneto, con una nota di apprezzamento all'operato del Governo.

"Il disegno di legge del Cdm che svuota le amministrazioni provinciali va esattamente nella direzione che avevamo anticipato un anno fa circa con Carlo Alberto Tesserin. Non solo: ci asseconda anche nel lavoro di incentivazione verso le unioni dei comuni. E' proprio una soddisfazione constatare questa uniformità di obiettivi e constatare anche che i nostri uffici al Ferro Fini lavorano bene".

Secondo il ddl del Governo fino alla data di entrata in vigore della riforma costituzionale anche in Veneto le Province (con l’esclusione di Venezia dove verrà sostituita la provincia con la  città metropolitana) eserciteranno le funzioni di pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, tutela e valorizzazione dell’ambiente per gli aspetti di competenza, pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, classificazione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente; programmazione provinciale della rete scolastica. "Diciamo che fondamentalmente queste funzioni residuali le avevamo mantenute per le province nel progetto di legge regionale n. 294 (Norme in materia di funzioni provinciali) dell'agosto scorso", commenta Toniolo.

"Ovviamente, come ha sottolineato il Ministro per le riforme costituzionali Gaetano Quagliariello, questa volta si tratta di un disegno ponte coerente con il progetto costituzionale di eliminazione delle Province, non come era stato fatto un anno fa dal Governo Monti, provvedimento quello bocciato dalla Consulta".

Toniolo affronta anche una preoccupazione di molti sindaci:

"Imputare certe funzioni ai comuni non significa, ad esempio, che un comune di 2.000 abitanti debba esercitarle da solo in proprio", spiega il presidente della Prima Commissione. "Significa piuttosto che il comune risponderà politicamente ai suoi cittadini delle scelte amministrative fatte e della loro efficacia. Il comune potrà esercitarle tramite un’unione di comuni o tramite una convenzione, istituendo uffici comuni con altri enti territoriali o esternalizzandole mediante affidamento a terzi". E conclude Toniolo: "In ogni caso, il cittadino sarà più vicino al soggetto che assume le scelte amministrative, sulla base del fondamentale principio di sussidiarietà".


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