Quotidiano | Categorie: Immigrazione

Profughi all'Ospedale di Schio, il Prefetto: "Attacco pesante da parte di Zaia, sono stato frainteso". E salta il progetto.

Di Pietro Rossi Martedi 1 Settembre 2015 alle 20:42 | 0 commenti

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Tutto un qui pro quo. Così il prefetto di Vicenza, Eugenio Soldà, commenta la polemica e l'attacco del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sull'ipotesi lanciata dallo stesso prefetto di utilizzare l''Ospedale De Lellis per accogliere i profughi. "Da una mia idea è nato questo polverone troppo grande perché io in realtà parlavo di un mini-hub temporaneo e non di una struttura permanente". Sia come sia, sull'onda delle polemiche e sull'analisi di alcune condizioni oggettive, il progetto sembra comunque destinato a naufragare sul nascere.

"Ho parlato con il sindaco Valter Orsi - ha spiegato Soldà - e anche sulle base delle sue valutazioni, cioè che l'Ospedale è in un luogo troppo centrale, credo che sia poco probabile che la scelta ricada su quel luogo".
Alla ricerca di altri luoghi già individuati, quindi. Aree che, visti i nervi sensibili di politici e opinione pubblica, il prefetto preferisce non rendere note per evitare una gogna mediatica a suo parere ingiustificata. Gli spazi che la prefettura cerca non servono infatti all'accoglienza di lunga durata dei richiedenti asilo, bensì come luogo temporaneo e di prima accoglienza. "Dopo un venerdì e un sabato notte passati a collocare profughi, e per questo plaudo alle forze dell'ordine e agli uomini della prefettura per un servizio che nemmeno verrà pagato, credo che un mini-hub per le operazioni iniziali sia necessario, si tratta di una questione di umanità".
Un centro d'appoggio di uno o due giorni, insomma, per non lasciare delle persone in condizioni ancora più critiche di quelle in cui si trovano quando arrivano prima in Italia e poi a Vicenza. E Soldà ci tiene - specificando che non è suo compito entrare in discussioni politiche - a rispondere a ciò che rende uomo un uomo: l'umanità appunto. Forse un gioco di parole ma non per la realtà dei fatti. "Alcuni di questi profughi - chiosa il prefetto - sono rimasti seduti, fermi al loro posto per ore e ore sul pullman prima di scendere".
Eppure l'esternazione di Zaia è stata perentoria, un monito ben preciso: "Il Prefetto sappia sin d'ora che vigileremo sui limiti entro i quali egli eserciterà i suoi poteri", ha detto il Governatore. Tanto rumore per niente? Può essere, ma che rumore. Una vera e propria scossa per il rappresentante governativo:"Essere minacciato mi sembra troppo, anche se comprendo queste posizioni, secondo me forse Zaia non ha capito bene la comunicazione che, nella mia trasparenza più assoluta, ho fatto al direttore generale dell'Ulss 4". E cioè Daniela Carraro.
Così spiega Soldà: "Forse tra Carraro e la Regione l'informazione non è arrivata corretta, il mini hub è diverso dal centro di raccolta. Oggi e domani avrei fatto un'ispezione con i vigili del fuoco e poi un'ispezione col sindaco ma non mi è stata data questa possibilità perché sono stato aggredito. La mia direttiva rimane che l'accoglienza deve essere fatta e la comunità tutelata".
In ogni caso, domani, il prefetto parlerà con le forze dell'ordine di Schio anche, se, dopo aver sentito il sindaco e rilevato problemi tecnici (il posto centrale dell'ospedale, la percezione della sicurezza) il piano "mini-hub" è destinato a saltare e su Schio si procederà con l'iter normale dell'accoglienza diffusa dei richiedenti asilo. Rimane però l'amaro per quell'attacco frontale. "Al contrario di altre province, sui profughi Vicenza non è mai apparsa agli onori negativi della cronaca e il mio operato ha avuto un certo percorso nel rispetto della comunità - conclude il prefetto - in questo caso bastava una telefonata dal governatore e in due o tre giorni avrei chiarito tutto". Evidentemente, per quanto riguarda i profughi, siamo arrivati al paradosso della politica che accusa la politica e dell'allarme che suona a priori. Due o tre giorni, nel Veneto di Luca Zaia, sono troppi. La benzina sul fuoco va buttata subito.


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