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Pmi, Ciambetti: fondi europei non sono soluzione a tutto, ma mezzo per colmare gap

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 23 Maggio 2014 alle 15:22 | 0 commenti

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Regione Veneto - “I fondi europei non hanno forza taumaturgica. Il loro valore reale deriva dalla capacità di spingere l’impresa e la classe dirigente, non solo quella politica, a imboccare la strada dell’innovazione, della ricerca e del confronto con le realtà socioeconomiche più avanzate. Devono servire a colmare il gap che ci divide dall’Europa”.

Lo ha detto l’assessore al bilancio e agli Enti locali della Regione del Veneto Roberto Ciambetti a Bruxelles, facendo il punto sulle sfide presenti e future che attendono le Pmi e tutto il sistema veneto sul fronte dello sviluppo e della competitività, in un momento in cui si sta chiudendo la programmazione comunitaria 2007-2013 e ha ormai preso il via il nuovo settennato di programmazione.

L’occasione è stata quella della tavola rotonda “Pmi: la sfida europea per vincere la crisi”, promossa dalla sede di Bruxelles della Regione del Veneto, che ha messo a confronto funzionari europei e rappresentanti del mondo imprenditoriale sull’efficacia degli strumenti promossi dall’Unione a favore delle imprese.

All’incontro, moderato dal giornalista Maurizio Crema, hanno partecipato Almorò Rubin De Cervin, funzionario della Commissione europea, Gianfranco Dell’Alba, direttore di Confindustria Bruxelles, Luca Serena, presidente di Coefi e vicepresidente di Confindustria Balcani, Fabrizio Di Clemente, direttore dell’ufficio di Bruxelles dell’Istituto Commercio estero e Gian Angelo Bellati, segretario generale di Unioncamere del Veneto.

“È sbagliato guardare ai fondi comunitari esclusivamente come a capitali da immettere nel mercato colpito da una gravissima crisi di liquidità”, ha sottolineato l’assessore veneto, ponendo l’attenzione sulla necessità, per le imprese ma non solo, di concentrarsi sulle priorità dell’innovazione. “I fondi europei non sono un aiuto all’impresa né tantomeno un sostegno all’impresa giunta a maturazione completa e avviata alla marginalizzazione, quanto un contributo all’imprenditore che cerca nuove sfide, che vuole ricollocare e rinnovare  la linea produttiva”.

Una prospettiva già messa in atto  dalla Regione con i fondi FESR nel Piano Operativo regionale 2007-2013: alla piccole e medie imprese sono stati destinati oltre 236 milioni di euro, pari al 51,69% della dotazione complessiva del programma. Fondi che hanno permesso di supportare, ad esempio, processi di trasferimento tecnologico e di sviluppo della ricerca interna alle imprese (con più di 23 milioni di euro stanziati) e a sostenere le nuove Pmi giovanili e a prevalenza femminile (con stanziamenti rispettivamente di oltre 17,8 milioni e 19,7 milioni di euro).

Per questo i fondi europei devono essere indirizzati “a ciò che vuole essere nuovo, innovativo, che accetta la sfida dell’eco sostenibilità e di un modello di sviluppo rispettoso dei diritti dell’ambiente e del cittadino”, ha concluso l’assessore, sottolineando come anche la politica debba “comprendere la funzione della distribuzione di un dividendo sociale ben diverso dalla spesa pubblica finalizzata a creare e mantenere consenso  alimentando il deficit pubblico”.

Leggi tutti gli articoli su: Roberto Ciambetti, PMI, Europa, Regione Veneto, Fondi europei

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